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Istat: Italia ultima in Europa nella lettura dei giornali online

Italia


Aumentano gli italiani che leggono i giornali online, ma il nostro Paese resta in fondo alla classifica europea e al di sotto della media anche per l’uso di internet. E’ quanto emerge dalla sesta edizione del Rapporto IstatNoi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” che offre un quadro d’insieme delle abitudini del Bel Paese, offrendo un quadro interessante su quelle che saranno le future tendenze.

Stando ai dati raccolti da Istat, il 32,2% degli italiani legge il giornale, le riviste o comunque le informazioni in genere direttamente sul web, segnando una crescita rispetto al 2005 quando la percentuale si fermava all’11,0%. In particolare nell’ultimo anno si registra un incremento di 7,7 punti percentuali.

 

Tuttavia l’Italia si colloca al di sotto della media europea. Nel 2012, infatti, nel nostro Paese il 30% della popolazione tra i 16 e i 74 anni ha letto o scaricato giornali, news o riviste dal web, mentre il valore medio registrato per i cittadini dei 27 Paesi dell’Ue è pari al 45%. L’incidenza di coloro che navigano nella rete per svolgere questa attività è, nel nostro Paese, simile alla Francia (31%) e insieme alla Polonia (30%) si posiziona all’ultimo posto della graduatoria. I maggiori lettori di giornali online sono i finlandesi e gli svedesi (80%).

 

Tra gli italiani poi le abitudini sono diverse regione per regione. Stando ai dati Istat, la tendenza è più diffusa nel Nord-est (37,6%), mentre nel Mezzogiorno la quota di popolazione che dichiara di utilizzare Internet per leggere giornali scende al 27,1%. In particolare, le regioni più attive sono Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana con valori uguali o superiori al 37,0%. Sul versante opposto, le regioni in cui l’uso del web per leggere è meno diffuso sono Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, con valori che si attestano al di sotto del 27,0%. Gli uomini mostrano una maggiore propensione verso quest’attività (il 37,7% rispetto al 29,0% delle donne). Va rilevato però che fino a 34 anni le differenze di genere sono piuttosto contenute o inesistenti, mentre sono accentuate tra i 45 e i 74 anni dove si riscontra una netta prevalenza maschile.

 

L’Italia resta sotto la media europea nell’utilizzo di Internet

 

L’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione rappresenta uno dei traguardi fondamentali delle politiche di inclusione sociale e culturale dell’Unione europea. In Italia il 54,8% della popolazione di 6 anni e più utilizza Internet, ma solo il 33,5% lo fa quotidianamente. Le nuove generazioni utilizzano maggiormente Internet: quasi 9 giovani su 10 tra i 15 e i 24 anni si connettono ad Internet, più della metà lo fa tutti i giorni. Dal 2001 al 2013 si registra un aumento consistente nella quota di utenti di Internet di oltre 27 punti percentuali, mentre il numero di utenti che utilizza quotidianamente Internet quasi si quintuplica (dal 7,1% del 2001 al 33,5% del 2013).

 

Nel confronto internazionale il numero di utenti di Internet in Italia nel 2012 è decisamente inferiore alla media europea. La quota di persone di 16-74 anni che si è connessa almeno una volta a settimana negli ultimi 3 mesi precedenti l’intervista si attesta al 53%, a fronte di un valore medio per i paesi dell’Ue27 pari al 70%. La posizione nazionale è simile a quella di Bulgaria, Grecia (50%) e Portogallo (56%), mentre Svezia, Paesi Bassi e Lussemburgo registrano valori uguali o superiori al 90%.

 

Nelle diverse aree del Paese si riscontra un atteggiamento sensibilmente differente nell’utilizzo del web. Nelle regioni del Centro-Nord più della metà delle persone di almeno 6 anni dichiara di aver utilizzato Internet nel corso del 2013; in particolare, la provincia autonoma di Bolzano è la più attiva con il 65,1%, seguita dalla Valle d’Aosta (61,0), dal Veneto e da Friuli-Venezia Giulia (60,0). Livelli di utilizzo molto più bassi si registrano nelle regioni del Mezzogiorno, dove la quota degli utenti di Internet scende al 47,7%. Le regioni più svantaggiate sono la Campania (44,2%) assieme alla Calabria (44,7%) al Molise e alla Sicilia (poco più del 47%). Gli uomini sono i maggiori utilizzatori, con uno scarto di 10,5 punti percentuali rispetto alle donne (60,2% contro il 49,7%).

Va rilevato però che dagli 11 ai 34 anni le differenze di genere sono piuttosto contenute o inesistenti, mentre si accentuano tra i 45 e i 74 anni dove si riscontra una netta prevalenza maschile. I valori relativi all’utilizzo quotidiano della rete mostrano come la maggior parte delle regioni del Centro e del Nord siano in linea o superiori al valore nazionale (33,5%); le regioni del Mezzogiorno presentano valori più contenuti dovuti anche alla differente dotazione infrastrutturale.

 

Famiglie e banda larga

 

La qualità dei mezzi tecnici con cui ci si connette a Internet rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Unione europea per misurare il digital divide. In Italia il 59,7% delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga. Dal 2006 al 2013 aumenta considerevolmente la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a Internet da casa (dal 14,4 % del 2006 al 59,7% del 2013).

 

Nel confronto internazionale nel 2012 la percentuale di famiglie italiane che dispone di un accesso ad Internet mediante banda larga è decisamente inferiore alla media europea. La quota di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 74 anni che possiede un accesso ad Internet da casa mediante banda larga è pari al 55 % contro il 73 % della media europea. Dopo l’Italia troviamo solo Bulgaria, Grecia e Romania (intorno al 50%), mentre Svezia, Regno Unito, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Germania registrano un tasso di penetrazione che supera l’81%.

 

 

La disponibilità nelle famiglie di una connessione a banda larga presenta una sensibile variabilità territoriale.

Nelle regioni del Centro-Nord il 62,4 % delle famiglie dispone di una connessione veloce; in particolare, le più munite sono nella provincia autonoma di Bolzano (68,2%), nel Veneto (65,6 %), nell’Emilia-Romagna (64,2 %) e in Lombardia (64,0 %). Nelle regioni del Mezzogiorno la quota delle famiglie che dispone di un accesso alla rete mediante banda larga scende al 53,9 %. Le regioni più svantaggiate sono il Molise (49,9 %), la Calabria (51,1 %) e la Sicilia (51,5 %).

Tra le famiglie si osserva un forte divario tecnologico da ricondurre a fattori di tipo generazionale, culturale ed economico. Tra le famiglie costituite da sole persone di 65 anni e più appena il 12,2 % dispone di una connessione a banda larga, mentre tra le famiglie con almeno un minorenne la quota sale all’84,8 %.

Le differenze territoriali permangono anche a parità di tipologia familiare: ad esempio, nel Centro-Nord l’89,1 % delle famiglie con almeno un minorenne possiede un accesso a banda larga, mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 77,2 %.

 

Imprese e banda larga

 

Per quanto riguarda la diffusione di internet, Istat sostiene che ha ormai raggiunto livelli di saturazione in tutta Europa per cui gli indicatori considerano il grado di utilizzo della banda larga, tecnologia in progressiva. La quota di imprese che si connette tramite la banda larga fissa a Internet è elevata e pari in Italia al 91,6% delle imprese con almeno 10 addetti (anno 2012).

L’utilizzo della banda larga da parte delle imprese europee si attesta al 90,0%. Tuttavia gli scarti tra i vari Paesi sono ancora ampi pur registrandosi una riduzione del divario esistente tra i valori prossimi alla saturazione (superiori al 95%) di Finlandia, Francia, Slovenia, Paesi Bassi e quelli più bassi di Romania (63%) e Bulgaria (76%).

 

L’Italia si colloca, per la prima volta nel 2012, sopra la media Ue27 diminuendo anch’essa la distanza dai paesi europei più virtuosi.

 

Il ricorso alla banda larga fissa è stato in rapidissima espansione nel nostro Paese dal 2001 al 2008: nel 2001 la utilizzava poco più del 10% delle imprese, nel 2004 la quota superava il 50% per superare l’81% nel 2008. Da qualche anno sembra aumentare anche l’importanza dell’adozione di banda larga mobile da parte delle imprese che, se aggiunta alle connessioni fisse, consente all’indicatore di crescere nel 2012 fino a circa il 94% per l’Italia e al 92% a livello di Ue27.

 

L’analisi territoriale mostra, come negli anni precedenti, una situazione piuttosto differenziata ma in miglioramento continuo in termini di scarti tra le regioni nelle prime posizioni e quelle meno performanti. Anche nel 2012 la provincia autonoma di Bolzano si attesta all’apice della classifica con circa il 96% di imprese che adottano connessioni in banda larga fissa. Tuttavia a fronte di alcuni importanti miglioramenti nella quota dell’indicatore in alcune regioni del Mezzogiorno (Calabria, Basilicata, Puglia) si riduce ancora il distacco tra Mezzogiorno e Centro-Nord da quasi il 29% nel 2003 al 6,5% nel 2011 fino a circa il 2% del 2012.

 

Sintesi del Rapporto Istat ‘Noi Italia’

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