5G: l’Europa punta al primato. Luigi Gambardella (ETNO): ‘Urgente riforma Ue sullo spettro’

di Alessandra Talarico |

Si è svolto a Monaco il 5G@Europe Summit, occasione per decisori politici e industria per fare il punto sulle potenzialità delle tecnologie mobili di nuova generazione.

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L’Europa, che fatica a riconquistare il ruolo propulsore svolto nello sviluppo della telefonia mobile, non vuole farsi scappare l’opportunità di guidare lo sviluppo delle tecnologie 5G. Con questo obiettivo in mente, la Commissione europea ha già stanziato 700 milioni di euro per sostenere lo sviluppo di infrastrutture internet di nuova generazione nell’ambito dei partenariati contrattuali pubblico-privato (cPPP) lanciati a dicembre dello scorso anno. Altri 50 milioni di euro sono stati stanziati per la ricerca in questo ambito.

 

Il 5G, infatti, non è da intendersi soltanto come una tecnologia in grado di farci navigare più velocemente in internet dal cellulare, ma anche come uno strumento abilitante per il cosiddetto ‘internet delle cose’ e per i sistemi machine-to-machine, che designano un futuro in cui il traffico sulle reti sarà sempre più generato non tanto dagli ‘umani’, quanto dagli oggetti e dalle macchine connesse.

 

Per fare il punto sulle potenzialità delle tecnologie mobili di nuova generazione e sullo stato di avanzamento dell’Europa in questo settore, si è svolto oggi a Monaco il 5G@Europe Summit, che ha riunito i responsabili delle politiche europee e i fornitori leader di servizi e tecnologie ICT.

Nell’ambito dell’incontro,  Thibaut Kleiner – Responsabile dell’Unità Network Technologies del DG CONNECT della Ue – ha sottolineato la valenza del modello collaborativo scelto dalla Ue per lo sviluppo del 5G.

“Lasciatemi dire – ha affermato – che la Commissione sosterrà solo un’infrastruttura 5G aperta che integri nuovi soggetti. Abbiamo bisogno di questo se vogliamo avere successo nel 5G”.

“Possiamo guidare lo sviluppo globale della tecnologia, favorendo la standardizzazione e la cooperazione internazionale come abbiamo fatto per gli standard precedenti e questo include anche una nuova pianificazione dello spettro” ha aggiunto Kleiner, sottolineando che cooperazione internazionale vuol dire “includere i partner asiatici ma anche quelli americani”.

 

Questo il ruolo della politica, quanto a quello dell’industria, “ci aspettiamo una roadmap chiara di progetti, che costituiranno i necessari basamenti per lo sviluppo della tecnologia”.

 

Per l’industria ha presenziato all’incontro il presidente del board ETNO Luigi Gambardella, che ha sottolineato il ruolo chiave dell’industria europea per l’innovazione del settore mobile fin dai tempi del GSM.

“L’industria europea rappresenta ancora circa il 40% del mercato globale delle forniture di rete”, ha detto Gambardella sottolineando che l’obiettivo per il 5G dovrebbe essere quello di garantire “la leadership in quelle aree dove l’Europa è forte o dove c’è potenziale per la creazione di nuovi mercati”.

 

Gambardella ha quindi colto l’occasione per ribadire la necessità di una riforma delle politiche europee sullo spettro radio, citando uno studio di Boston Consulting Group secondo cui la revisione – caldeggiata da Neelie Kroes e sostenuta da ETNO – potrebbe portare nelle casse degli operatori tlc almeno 10 miliardi da reinvestire nelle reti.

 

Investimenti che vedono al momento primeggiare le aziende e i governi asiatici: la Corea ha messo sul piatto 1,1 miliardi di euro per la realizzazione di una rete 5G che dovrebbe fornire velocità di trasmissione da 10 a 100 volte superiori a quelle attuali. I primi servizi partiranno a livello sperimentale nel 2017 e si punta a commercializzarli entro il 2020.

Huawei, vendor cinese leader nella vendita di infrastrutture per le tlc, ha già preventivato investimenti per 600 milioni di dollari fino al 2018 per lo sviluppo del 5G, con le prime reti di nuova generazione previste nel 2020. Samsung ha già avviato la sua fase di test, mentre NTT DoCoMo  ha reso noto a ottobre che punta sul roll-out delle nuove reti 5G, mille volte più potenti di quelle attuali, entro i giochi olimpici di Tokyo nel 2020.