Google si allinea alle richieste Ue: indagine Antitrust verso la chiusura

di Raffaella Natale |

Per il Commissario Ue Joaquin Almunia, le nuove proposte di Google soddisfano le richieste di Bruxelles. Adesso bisognerà sentire i competitor.

Unione Europea


Joaquin Almunia

Si avvia a conclusione l’indagine dell’Antitrust Ue sulle pratiche di Google nella ricerca online. Il Commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, ha detto oggi che le nuove proposte avanzate da Google per far fronte ai dubbi dell’Antitrust europeo sulle ricerche e la pubblicità su internet “vanno incontro alle preoccupazioni della Commissione“.

Dovrebbe quindi avviarsi a chiusura l’indagine per sospetto abuso di posizione dominante avviata da Bruxelles nel 2010.

 

La società americana nella sua ultima offerta si è impegnata a far apparire insieme ai suoi messaggi promozionali collegati alle ricerche su web, anche quelli di tre competitor della pubblicità online “scelti attraverso criteri oggettivi“, si legge in una nota della Commissione Ue.

Almunia ha espresso soddisfazione per i benefici a favore dei consumatori, rilevando che quando concordato, non senza difficoltà, non impedirà a Google di migliorare i suoi servizi.

 

Il settore dei messaggi promozionali collegati alle ricerche era l’ultimo sul quale mancava ancora un’intesa tra Google e la Ue. Ora la Commissione informerà di questo nuovo sviluppo i 125 concorrenti di Google (consultati nell’ambito di questo dossier) e deciderà successivamente se rendere gli impegni del gruppo legalmente vincolanti.

 

L’indagine europea per sospetto abuso di posizione dominante è stata aperta nel 2010, dopo che l’Antitrust ha ricevuto diverse denunce contro il motore di ricerca, tra cui quella del portale Ciao, rilevato da Microsoft nel 2008. Il gruppo di Redmond ha quindi presentato una propria denuncia nel marzo del 2011 insieme ad altre web company.

Nel mirino, le presunte pratiche anti-competitive di Google sul mercato della web search e della pubblicità online, che metterebbe in cima alla lista dei risultati di ricerca i propri servizi a svantaggio di quelli concorrenti.

 

A marzo dello scorso anno, la Commissione ha ufficialmente informato Google delle conclusioni dell’indagine su quattro diverse presunte violazioni della concorrenza e per possibile abuso di posizione dominante. Una delle questioni riguardava appunto i messaggi promozionali che appaiono insieme ai risultati delle ricerche su Google. Gli altri punti di indagine erano sull’uso da parte di Google di contenuti originali di terzi senza previo consenso; l’accordo che Google strappa ai siti web inseriti nel suo motore di ricerca di usare solo pubblicità fornita da Google stesso; e restrizioni contrattuali imposte a suoi clienti sul passaggio ad altre piattaforme di pubblicità online.

 

Nel corso degli ultimi mesi Google ha avanzato offerte su tutti e quattro i temi sollevati che ora, con l’ultima offerta sui messaggi promozionali, sono state giudicate valide dalla Commissione per arrivare alla fine dell’indagine.

 

Giusto qualche giorno, il Commissario Almunia aveva dichiarato che se Google non avesse presentato proposte migliori rispetto a quelle di settembre nel tentativo di giungere a un accordo, si sarebbe aperta la procedura, come previsto dall’articolo 7 del Regolamento Antitrust. Una procedura che avrebbe potuto trascinarsi per anni e che poteva sfociare in una multa da miliardi di dollari.

 

Le prime proposte di Google erano state sottoposte al riscontro dei concorrenti, il cui parere – aveva detto Almunia – era stato “chiaramente negativo“.

“Abbiamo bisogno di misure migliori, e non nei prossimi anni, ma nelle prossime settimane”, aveva indicato Almunia, sottolineando che la risposta di Google era “l’ultima chance” per l’azienda di Mountain View, di raggiungere un accordo.