Banda larga, Letta va oltre: ‘Raggiungere gli obiettivi altrimenti scorporo della rete’

di Raffaella Natale |

L’Ad di Telecom Italia Patuano ha però osservato: ‘Le ipotesi di scorporo mi sembrano difficilmente conciliabili con il quadro normativo europeo e nazionale’.

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Enrico Letta

La diffusione della banda larga ha bisogno di un “fortissimo impulso pubblico”. Lo ha dichiarato il premier Enrico Letta, introducendo il Rapporto “Raggiungere gli obbiettivi Europei 2020 della banda larga in Italia: prospettive e sfide al quale hanno lavorato il commissario del governo per la Digital Agenda Francesco Caio, coadiuvato dai due esperti  Gèrard Pogorel, professore emerito dell’Università ParisTech di Parigi, e Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission.

Per Letta serve “un’accelerazione che veda il governo attivo e particolarmente impegnato”.

Ma se gli obiettivi fissati per il 2020 sulla banda larga non venissero raggiunti dai privati, governo e parlamento “hanno sempre in mano la valigetta con il pulsante rosso della ‘bomba atomica’” ovvero “lo scorporo della rete, che è l’estrema ratio di un intervento che rimane sullo sfondo”, ha affermato Letta.

 

Su questa possibilità indicata dal premier, l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano ha osservato: “Sono convinto che il caso dello scorporo citato come extrema ratio , sia un modo molto efficace per enfatizzare l’assoluta strategicità del tema e della necessità di chiudere il gap digitale con gli altri Paesi europei. Le ipotesi di scorporo ex lege della rete, tuttavia, mi sembrano difficilmente conciliabili con il quadro normativo, tanto europeo quanto nazionale, in un settore completamente liberalizzato, ormai dal 1998, e caratterizzato da una crescente concorrenzialità”.

Telecom Italia, ha indicato Patuano, “contribuisce e contribuirà in modo determinante al conseguimento degli obiettivi 2020 dell’Agenda Digitale, come confermato dall’accelerazione dei propri piani di sviluppo della rete, auspicando regole e misure che favoriscano gli investimenti”.

 

Sulla diffusione della banda larga, Letta ha, infatti, ammesso che, “siamo indietro, questo è chiaro“, ma anche a fronte di queste “molte arretratezze” l’Italia “ce la può fare” a raggiungere gli obiettivi europei fissati per il 2020.

Letta ha ribadito che “gli investimenti nella diffusione della larga banda sono un obiettivo prioritario del governo”, per raggiungere gli standard fissati dalla Ue per il 2020.

 

Per raggiungere l’obiettivo prioritario della diffusione della larga banda, ha spiegato il premier, “i privati devono investire più di quanto abbiano fatto finora“, mentre al pubblico spetta il compito di fissare “una matrice di impegni vincolanti e di obiettivi” basati “su scadenze certe e periodiche” con cui l’opinione pubblica e il potere pubblico “possano verificare l’attuazione degli impegni presi dai privati”.

Una “matrice che ha un senso perché il pubblico ha poteri di varia intensità se questi impegni vincolanti non sono raggiunti, dagli atti di indirizzo fino alla ‘bomba’ atomica in mano a parlamento e governo con lo scorporo e pubblicizzazione della rete che è un intervento che rimane sullo sfondo se questi impegni non vengono raggiunti”.

 

Il secondo compito della mano pubblica è invece “favorire la connettività di tutto il sistema della Pubblica Amministrazione”.

“Su questo – ha terminato Letta – c’è un atteggiamento strategico complessivo per usare i fondi europei. Raggiungere gli obiettivi è una responsabilità specifica del governo“.

 

Per Patuano, il Rapporto Caio ha evidenziato una “positiva evoluzione verso il conseguimento degli obiettivi di copertura ultrabroadband dell’Agenda Digitale grazie agli investimenti pianificati dagli operatori nelle reti di nuova generazione, non solo fisse ma anche mobili”.

Concordiamo – ha concluso l’Ad di Telecom Italia – che in questo percorso, come auspica il Rapporto, il Governo avrà un ruolo chiave nel promuovere lo sviluppo della domanda e delle infrastrutture. Gli interventi infrastrutturali di matrice pubblica saranno determinanti per risolvere la problematica della connettività nelle aree a fallimento di mercato, non coperte dai piani degli operatori privati”.