Banda larga, Caio: ‘Bene Telecom Italia, ma necessario aiuto del governo per gli obiettivi Ue’

di Raffaella Natale |

Quattro le soluzioni indicate nel Rapporto Caio: Monitoraggio degli operatori, Utilizzo dei Fondi Ue, Ottimizzazione degli investimenti e Misure per colmare il ritardo della domanda.

Italia


Francesco Caio

Presentato stamani a Palazzo Chigi alla presenza del Premier Enrico Letta il Rapporto di Francesco CaioRaggiungere gli obbiettivi Europei 2020 della banda larga in Italia: prospettive e sfide al quale hanno lavorato anche i due esperti Gèrard Pogorel, professore emerito dell’Università ParisTech di Parigi, e Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission.

Il commissario del governo per la Digital Agenda ha subito sottolineato il forte ritardo dell’Italia sulle reti NGN, pur riconoscendo che ci sono in attuazioni ‘piani credibili’ da parte delle aziende, come Telecom Italia e Fastweb.

Sulla prima generazione, quella fino a 2 Megabit l’Italia è invece ben coperta. Dalla metà dell’anno scorso, ha indicato Caio, le aziende hanno iniziato ad accelerare i loro investimenti.

Tuttavia, ha precisato Caio, “in assenza di un forte, sostenuto e continuo impegno del governo italiano” gli obiettivi europei sulla diffusione della banda larga “non  saranno completamente raggiunti”.

Ragione per la quale ha espresso apprezzamento per il progetto annunciato dal presidente del Consiglio di creare una matrice “di impegni vincolanti e di obiettivi, basata su scadenze certe e periodiche”.

 

In tre anni la rete di nuova generazione raggiungerà il 50% della popolazione, ha assicurato Caio, secondo il quale i piani analizzati giustificano un cauto ottimismo sullo sviluppo e penetrazione della banda larga e ultra larga in Italia. Gli operatori hanno piani concreti per raggiungere l’obiettivo di copertura del 50% circa della popolazione con tecnologia FTTCab/VDSL2 entro il 2017 circa.

 

Date le caratteristiche favorevoli della rete italiana (struttura della rete con sub-loop in rame corti, 300 m in media), i piani prevedono di erogare una banda superiore ai 30 Mbps, in linea con i requisiti degli obiettivi della Digital Agenda Europea (DAE) per la larga banda. Rimangono sfide realizzative e regolatorie che debbono essere prontamente affrontate e risolte.

Per quanto riguarda gli aspetti critici da risolvere per raggiungere gli obiettivi europei, non vi sono piani operativi di dettaglio per superare il 50% della copertura delle linee con servizi a banda larga e ultra larga, anche se alcuni gestori hanno piani preliminari per raggiungere il 70% al 2020.

 

Il Rapporto Caio sostiene che le reti radio mobili e fisse “dovrebbero essere considerate nello sviluppo di piani di copertura per le aree a densità più bassa“, precisando che in assenza di reti per la tv via cavo, la rete radio è la sola alternativa alla rete fissa di telecomunicazioni.

“In questo contesto il processo internazionale ed europeo che sta ristrutturando l’attribuzione delle frequenze alla diverse applicazioni (compreso il possibile impiego futuro della banda 700Mhz per le reti radiomobili a larga banda) rappresenta un’opportunità per adottare, dopo aver consultato tutti gli stakeholder, le pratiche migliori e assicurare che l’Italia possa pienamente sfruttare i progressi delle tecnologie radio nello sviluppo della propria infrastruttura digitale”.

La Ue ha di recente messo in piedi un gruppo di operatori di tlc e tv, per discutere sull’uso delle frequenze, a partire proprio dalla banda 700. E in Francia si è già deciso di destinare alla banda larga, e non alle tv, le pregiate frequenze della banda 700.

 

L’Obiettivo 3 della Digital Agenda europea, che prevede per il 2020 il 50% di penetrazione 100Mbps, è una combinazione di sviluppo di piani realizzativi e crescita della domanda. I piani degli operatori attualmente non prendono servizi a 100Mbps. Se i piani FTTCab illustrati saranno realizzati secondo quanto previsto, secondo Caio è ragionevole ipotizzare che nelle aree a più alta densità la banda disponibile possa raggiungere i 60-70 Mbps circa. Il raggiungimento di questo obiettivo richiederà iniziative e monitoraggio anche sul fronte della domanda .

 

“In assenza di un forte, sostenuto e continuo impegno del Governo italiano, gli obiettivi DAE non saranno completamente raggiunti“, indica il Rapporto Caio, “pertanto si raccomanda che il Governo affronti questi punti aperti, nel rispetto delle sue responsabilità istituzionali, e nel rispetto delle competenze e indipendenza dell’EU e delle Autorità di Regolamentazione (AGCOM e Antitrust)”.

 

Nel rapporto si raccomandano le seguenti azioni:

 

  1. Monitoraggio dei piani degli operatori, degli investimenti messi in campo e della copertura raggiunta anche per eventuali interventi correttivi;
  2. Utilizzo dei Fondi Strutturali EU per assicurare a tutta la popolazione l’accesso alla rete a 30 Mbps entro il 2020 considerando un approccio bilanciato tra risorse infrastrutturali fisse, mobili, fisse wireless e anche satellitari. A questo fine si raccomanda lo sviluppo di un Piano Nazionale che in coordinamento con le Regioni permetta di avere l’accesso a questi fondi;
  3. Misure per ottimizzare gli investimenti, comprese la promozione della condivisione di investimenti infrastrutturali nel rispetto delle norme per gli aiuti di Stato e della concorrenza, fissati dalla EU, e iniziative per aumentare la disponibilità di spettro radio e l’efficienza del suo impiego;
  4. Misure per intervenire sul ritardo della domanda per i servizi a banda larga in Italia, considerando i programmi di alfabetizzazione digitale dell’Agenda.

 

“Ora tocca a noi operare“, ha concluso Letta e a chi in conferenza stampa ha chiesto quali saranno i prossimi interventi per rendere operativo il Regolamento sugli scavi e quello sulle emissioni elettromagnetiche che deve favorire la mesa in opera delle stazioni LTE, il premier ha replicato: “Faranno parte del complesso lavoro che il governo è chiamato a svolgere”.

 

Rapporto completo

Sintesi

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