Allarme pirateria online: 20 mila posti di lavoro a rischio in tre anni nell’audiovisivo

di Paolo Anastasio |

Un italiano su tre usufruisce di contenuti audiovisivi scaricati illegalmente online, con un danno di 3 miliardi all’anno. E’ quanto emerge dal workshop di Confindustria Radio Televisione “Copyright online: nuove regole per nuovi scenari digitali”.

Italia


Pirateria digitale

Un italiano su tre usufruisce di contenuti non originali scaricati illegalmente online (film, programmi tv, software), con un danno economico per il nostro paese che si aggira intorno ai 3 miliardi di euro all’anno e di 500 milioni di euro per il solo settore televisivo. Sono 20 mila i posti di lavoro a rischio nei prossimi anni nel settore televisivo a causa della pirateria online e della spregiudicatezza con cui si muovono gli Over the top in Rete. La pirateria è diventata il nemico numero uno dei broadcaster televisivi e dei detentori di diritti nel nostro paese.  In questo senso, il settore televisivo accoglie con favore il nuovo regolamento sulla tutela del copyright online varato dall’Agcom, che entrerà in vigore il prossimo 31 marzo, un primo passo nella giusta direzione, per prendere atto della nuova prospettiva di un mercato unico dei servizi audiovisivi, con regole che in prospettiva dovranno essere uguali per tutti. E’ questa in sintesi la fotografia che emerge dal workshop “Copyright online: nuove regole per nuovi scenari digitali” organizzata oggi a Roma da Confindustria Radio Televisioni per fare il punto sulle prospettive del settore nel nuovo scenario della convergenza con il mondo del digitale.

 

Al workshop hanno partecipato Rodolfo De Laurentiis, presidente di Confindustria Radio Televisioni, il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, il presidente dell’Agcm Antonio PitruzzellaAnna Maria Tarantola, presidente della Rai, Fedela Confalonieri, presidente di Mediaset, Maurizio Giunco, presidente di FRT, Marco Ghigliani, amministratore delegato de La7, Andrea Castellari, Direttore generale di Discovery Italia, Eric GerritsenSky Italia Executive VP Communication & Public Affairs, Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, Domenico Scordino, membro del consiglio di gestione della Siae. In chiusura Antonio Catricalà, viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni.

La parte del regolamento Agcom che più preme ai broadcaster televisivi è quella che riguarda le violazioni commesse sul web. La partita si gioca ora a livello europeo, oltre che nazionale, con la partita delle concessioni di licenze multi territoriali. Con la possibilità di trasmettere contenuti in diversi paesi europei.

 

Rodolfo De Laurentiis (Confindustria Radio Televisione): ‘Google non ha fatto abbastanza per eliminare l’indicizzazione di link pirata’    

“Il consumo quotidiano di contenuti televisivi è in aumento, con una media di 4 ore e mezza al giorno – ha detto Rodolfo De Laurentiis, il presidente di Confindustria Radio Televisione – non penso che la fruizione televisiva cresca, come dicono alcuni, perché c’è la crisi. Anzi, credo che cresca per la capacità della televisione di arricchire l’offerta. Negli ultimi due anni i broadcaster hanno investito 2 miliardi di euro, contribuendo in modo concreto alla filiera dei contenuti. Per questo motivo accogliamo con favore il nuovo regolamento Agcom sul copyright online, perché cerca di arginare la pirateria che aggredisce il nostro settore. Il tasso di pirateria nel nostro paese è al 48%, a fronte del 33% nel resto d’Europa. Uno studente su tre non pensa che la pirateria sia un danno per cinema e tv. Ma a causa della pirateria sono a rischio 20 mila posti di lavoro nei prossimi tre anni nel nostro paese a causa della pirateria online”.

Secondo recenti stime di Hadopi, il 37% degli utenti effettua streaming illegale di film e telefilm via smartphone e terminali mobili e il 75% li condivide in modalità P2P. Il 74% degli utenti ammette che i motori di ricerca, in primo luogo Google, sono la fonte primaria di queste ricerche. “Dal nostro punto di vista non è stato fatto abbastanza per eliminare l’indicizzazione dei link pirata da Google – aggiunge De Laurentiis – pensiamo che il regolamento Agcom vada nella giusta direzione”

 

Angelo Cardani (Agcom): ‘Parlamento sovrano su diritto d’autore, Agcom non ha bisogno di farsi da parte’

Polemico l’intervento del presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, che attacca Vorrei ricordare ai  parlamentari che in questi mesi mi hanno attaccato sul regolamento per la tutela del copyright online, che il regolamento lascia inalterate le garanzie giurisdizionali, non pregiudica che il Parlamento possa legiferare in questo campo.

Il presidente dell’Autorità ha ricordato che  “Il Parlamento non ha bisogno che l’Agcom si faccia da parte, può intervenire in qualsiasi momento perché il Parlamento è sovrano” per la regolazione del diritto d’autore online. “Il nostro regolamento ha valenza amministrativa e non pregiudica in alcun modo che il Parlamento legiferi in questo campo con un’azione legislativa in materia – ha detto Cardani – Diversi parlamentari, singolarmente, mi hanno chiesto di farmi da parte in questi mesi”.


Giovanni Pitruzzella (Agcm): ‘Antenne alzate sul rischio per concorrenza da comitato per la tutela del diritto d’autore’

Con l’istituzione di un comitato per la tutela del diritto d’autore online ci sono “rischi che si concludano intese fra diversi attori con un grado di dettaglio tale da prevedere offerte rigide che non tutelino la concorrenza”. Lo ha detto il presidente dell’Antitrust  Giovanni Pitruzzella. Il comitato, previsto dal regolamento  Agcom sul diritto d’autore online, sarà presieduto dal segretario generale dell’Autorità con la partecipazione di tutti gli attori in campo. Pitruzzella ha comunque aggiunto che “siamo sicuri che l’Agcom eviterà questo pericolo”.

Riguardo in generale al regolamento dell’Agcom sul diritto d’autore online, Pitruzzella lo ha giudicato “un passo avanti, anche se non c’è la definitiva soluzione del problema”.

Il diritto d’autore, secondo Pitruzzella, è legato ai diritti fondamentali dai tempi di Kant e per questo va tutelato  tenendo conto del fatto che “tutti i diritti hanno un costo, compreso il diritto alla banda larga e a quello della Rete – ha detto – i diritti vanno remunerati e i costi redistribuiti “. Per quanto riguarda la pirateria, Pitruzzella ha ricordato la segnalazione al Parlamento nel 2013, con la richiesta di un intervento forte sulla remunerazione proponendo come modello quello tedesco, considerato migliore di quello francese. E il procedimento di enforcement nel procedimento istruttorio su Google del 2010.

 

Anna Maria Tarantola (Rai): ‘Regolamento Agcom primo passo, ma serve testo unico’

Il presidente della Rai Anna Maria Tarantola, apprezza il regolamento messo a punto dall’Autorità di garanzia delle comunicazioni, per la tutela del diritto d’autore online, ma invita ad andare oltre verso la costituzione di un testo unico che tenga conto di tutti gli interessi contrapposti. Tarantola ha sottolineato che il regolamento è “un primo passo. Ma è necessario arrivare a un quadro organico più ampio che dia più certezze e tenga conto di tutti gli interessi per arrivare a un testo unico – ha detto il presidente RaiSarà nostro compito in sede Ue e di concerto con l’Agcom  portare avanti l’idea di una specie di testo unico su questo argomento”. 

A proposito del comitato previsto dal regolamento la Tarantola ha spiegato che “dovrà essere molto efficace nella sua azione, ma attenzione a non interferire sulle dinamiche concorrenziali”.

Secondo il residente Rai, la Rete spesso veicola volumi di informazioni che non sono verificate, non veritiere e contenuti illegali perché diffusi senza il consenso dei titolari dei diritti. 

 

Fedele Confalonieri (Mediaset): ‘Basta contenuti gratis sul web, senza tutela copyright salta tutto’

Non usa mezze parole e attacca frontalmente gli Ott  Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset. “I contenuti gratis su Internet rischiano di mettere in crisi il modello di business delle aziende dell’audiovisivo – ha detto Confalonieri – Non ci sono pasti gratis.  Se non c’è la tutela del nostro patrimonio, della nostra attività – ha detto Confalonieri – rischiamo di chiudere. Il settimo comandamento non rubare facciamolo diventare una regola anche per Internet”.

Il presidente di Mediaset ha ricordato che “noi spendiamo 1,2 miliardi per preparare il nostro palinsesto, mentre gli Ott non pagano nulla – ha detto –  Se il diritto di autore non è rispettato saltano tutti, salta il nostro modello di business mentre altri fanno miliardi di utili, non pagano una lira qui, impiegano poche persone e ci prendono in giro. Gli Ott devono pagare e poi non ci deve essere una contrapposizione tra libertà e legalità”.

Confalonieri ha ricordato che quando  Silvio Berlusconi cominciò a fare televisione “comprò per 2  miliardi tutto l’archivio della Titanus. Ora non pagano un accidente”.

Commentando l’avvertimento lanciato da Pitruzzella sui rischi  dell’istituzione del comitato per la tutela del diritto d’autore online, Confalonieri, ha precisato che “secondo me questo genere di intese alla luce della nostra esperienza sono  all’origine del diritto televisivo”. Confalonieri ha  ricordato le tante intese sulla pubblicità raggiunte tra i  vari operatori televisivi nel passato. 

 

Eric Gerritsen (Sky): ‘Margini in calo, priorità al mercato unico’

Eric GerritsenSky Italia Executive VP Communication & Public Affairs Pone l’accento sulle trasformazioni del mercato televisivo legate all’avvento di Internet. In questo senso “Benvenga il nuovo regolamento Agcom sul copyright online – ha detto – anche se qualche miglioria è auspicabile. Negli ultimi anni la marginalità dei broadcaster è in fase decrescente, quindi la tutela dei diritti è fondamentale. Basti pensare che Sky mette il 50% del fatturato sui diritti”.

In linea con quanto dichiarato da Fedele Confalonieri, Gerritsen dice che “non esistono ‘free lunch’, i pasti gratis non sono più ammissibili. Bisogna guardare ad un mercato unico e passare dalle parole ai fatti, visto che gli OTT usano Internet per la trasmissione di contenuti. La trasformazione del mercato televisivo deve quindi prevedere un intervento forte su copyright e mercato”.   

 

Maurizio Giunco (FRT): ‘Gli OTT sono dopati, allora si dopino anche i broadcaster’

“Oggi dobbiamo partire dal fatto che esiste un mercato unico della comunicazione – ha detto Maurizio Giunco, presidente di FRT – negli ultimi 35 anni la tv è sempre stata imbrigliata in nome di concetti come il pluralismo, la par condicio, tutela dei minori. Al contrario, personalmente non ho mai sentito alcun tipo di autocritica da parte del web, eppure la Rai stessa critica la tv in diverse sue trasmissioni”.

Giunco ha poi attaccato gli OTT: “Gli OTT sono dopati, allora anche la tv si dopi perché il problema dei diritti è fondamentale anche per le emittenti locali”.


Marco Ghigliani (La7): ‘Garantire remunerazione, il 70% del traffico web è costituito da video’

Accoglie positivamente il nuovo regolamento dell’Agcom Marco Ghigliani, amministratore delegato de La7, pur condividendo con il presidente della Rai Anna Maria tarantola “alcune piccole preoccupazioni sulla sua applicazione ai broadcaster – ha detto Ghigliani – penso inoltre che la remunerazione vada garantita, tanto più che il 70% del traffico online è costituito da video e in prospettiva crescerà ancora”.

Secondo Ghigliani, tutti i broadcaster si sono evoluti verso il web e il mondo dei social. “La7 da tempo fa live streaming di contenuti sui social e su diversi siti web – ha detto – abbiamo siglato diverse partnership commerciali con gli operatori del web, ad esempio con Youtube. In questo modo riusciamo a monetizzare anche i contenuti online.  Servono accordi di reciprocità, ricordando sempre che le testate online hanno bisogno dei contenuti dei broadcaster”.


 Andrea Castellari (Discovery): ‘Pirateria strutturale quando parte qualcosa di nuovo’

“La pirateria è strutturale in tutte le cose nuove che partono – ha detto Andrea Castellari, direttore generale di Discovery Italia – Ricordo il caso di Tele Più, che all’inizio in Italia registrava 2,5 milioni di abbonamenti pirata, un fenomeno che è diminuito nel tempo, lo stesso problema lo ha vissuto Microsoft con i suoi software. Per quanto riguarda il nuovo regolamento varato dall’Agcom, sono d’accordo con il presidente Cardani sul fatto che gli operatori debbano definire un modello per fornire contenuti a prezzi abbordabili. Stiamo attenti che negli Usa alcune corti federali hanno approvato il fatto che tv di altri paesi possano andare in onda online in streaming senza chiedere autorizzazioni. E’ un fatto preoccupante”.

 

Domenico Scordino (Siae): ‘Il regolamento è solo il primo passo’

“Il regolamento dell’Agcom è il primo risultato nel segno della valorizzazione dei contenuti – ha detto Domenico Scordino, membro del consiglio di gestione della Siae – La Siae sarà certamente presente al fianco dell’Autorità, con le sue risorse tecnologiche. Il timore principale che abbiamo è che non si sviluppi una concorrenza vera fra tv, Tlc, content provider ma che alla fine gli autori diventino al vittima sacrificale. Il timore è che gli autori vengano percepiti come un semplice costo per le aziende e finiscano nella morsa di OTT, broadcaster e Tlc. Il ruolo della Siae resta fondamentale perché la disintermediazione costringerebbe i singoli autori a trattare di persona con grandi broadcaster, facebook, Google, Amazon e le telco”. 


Riccardo Tozzi (Anica): ‘Il diritto d’autore si modella perfettamente anche su Internet’

“Il diritto d’autore si modella perfettamente anche intorno a Internet – ha detto Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica – Chi fa business online deve pagare come nel mondo reale. Non c’è alcuna differenza fra vendere calzini online o in negozio. La natura di mercato di Internet appare chiara, anche se la lobby degli OTT ha interessi precisi. non c’è bisogno di cambiare la struttura del diritto d’autore tout court. La creatività è una risorsa enorme per l’Italia, non soltanto nel settore cinematografico. Ma il sistema televisivo è malato, con tre o quattro player che fatturano 9-10 miliardi di euro ma non generano utili. Rai, Mediaset e Sky non riescono a essere in attivo e hanno scarse risorse da investire. Dobbiamo rendere redditivo il sistema televisivo. Per questo bisogna ridurre il numero di tv generaliste, sette sono troppe”.


Antonio Catricalà: ‘Attuare subito il regolamento senza aspettare il Tar’

Chiude il cerchio Antonio Catricalà, viceministro del Mise con delega alle Comunicazioni. “Io sono stato fra i promotori del regolamento anti pirateria – dice Catricalà – il mio progetto fallì in un pre-consiglio, fui travolto dagli insulti su Twitter. Oggi accogliamo con favore il nuovo regolamento dell’Agcom, attuiamolo subito senza aspettare il Tar, perché è nel nostro interesse nazionale tutelare chi inventa e produce opere d’ingegno”.

Alcune questioni che restano aperte, secondo Catricalà, nel percorso verso un mercato unico riguardano un dilemma emerso nel corso del workshop organizzato da Confindustria Radio televisioni: “Bisogna deregolamentare di più la televisione oppure regolamentare maggiormente Internet? – domanda Catricalà – Questo è un punto controverso, anche se le regole sono fondamentali anche per la Rete. Ma forse bisogna chiamarle in modo diverso, ad esempio principi di civiltà, per non sollevare polveroni sulle libertà fondamentali come è avvenuto negli ultimi mesi, e su questo solidarizzo con il presidente Cardani che ha subito diversi attacchi dai fautori della libertà di Internet. Il termine legalità non sembra così popolare, anche se di questo si tratta”.   

Un altro punto controverso, secondo Catricalà, è se “ci sia bisogno di tutte le tv generaliste che ci sono in Italia – dice – secondo me sì, ce n’è bisogno, perché registrano il 60% dello share. E’ vero, però, che gli investimenti sono concentrati su poche reti”.

L’autoregolamentazione, secondo il viceministro, è il metodo più adeguato per il settore per fissare le regole del gioco. “Per quanto riguarda il cyberbullismo questo metodo sta funzionando – ha detto – i social network si stanno adeguando rapidamente. Penso che gli stessi social si adegueranno alle nuove regole sul copyright online”