#Datagate: Obama cede alle web company, più trasparenza sui dati forniti all’Nsa

di Paolo Anastasio |

Facebook, Google, Yahoo!, Micorsoft e LinkedIn hanno siglato un accordo con la Casa Bianca che consente alle aziende di pubblicare informazioni relative alle richieste sui dati dei clienti da parte dell'Nsa e dell'Fbi.

Stati Uniti


Barack Obama

Le maggiori web company americane hanno incassato il via libera dall’amministrazione Obama sulla possibilità di comunicare con trasparenza ai loro clienti le richieste di informazioni riservate che ricevono dall’Nsa (National Security Agency) nella sua attività di intelligence.  

L’accordo siglato dal Governo Usa con Facebook, Google, Yahoo!, Microsoft e LinkedIn consente alle maggiori web company Usa di adottare una maggior trasparenza nelle relazioni con i clienti, in fuga dopo lo scandalo del Datagate, che secondo stime ha danneggiato le stesse web company per 35 miliardi di dollari in mancati ricavi sulle casse dell’Hitech americano.

L’accordo con la Casa Bianca arriva dopo le proteste formali delle web company nei confronti del Governo con la formale richiesta di allentare i vincoli di segretezza sulle richieste provenienti dall’Nsa.

“Siamo soddisfatti che il Dipartimento di Giustizia abbia consentito a noi e ad altri provider di rivelare le informazioni (sulle richieste dell’Nsa ndr)”, ha detto un portavoce delle cinque web company Usa, aggiungendo che il gruppo continuerà a fare pressioni sul Congresso per allentare altri vincoli e attuare le riforme richieste in termini di trasparenza sui dati.

Il nuovo quadro regolamentare consentirà alle web company Usa di pubblicare gli elenchi dei numeri aggregati relativi alle richieste di informazioni che ricevono per motivi di sicurezza nazionale provenienti dall’Fbi e le richieste che ricevono dalla Corte di Sorveglianza dell’Intelligence straniera.

 

Lo scorso mese di dicembre Apple è stata la prima azienda Usa a pubblicare questo tipo di informazioni, dopo il via libera del Dipartimento di Giustizia. Nel primo semestre del 2013 l’azienda di Cupertino ha ricevuto 927 richieste relative a suoi clienti da parte di autorità di giustizia Usa e 249 dall’Nsa. Apple ha sottolineato che nessuna delle richieste dell’Nsa ha riguardato la raccolta massiva di dati, ma soltanto account di clienti singoli e numeri in proporzione infinitesimale in rapporto al numero complessivo di clienti. 


L’azione delle web company Usa è arrivata dopo che la talpa del datagate Edward Snowden, lo scorso giugno, aveva detto che la Nsa effettuava raccolte dati a strascico nei database dei maggiori provider Usa. Nei giorni scorsi è trapelata la notizia che anche le app mobili sono finite nel mirino della Nsa, che avrebbe condotto raccolte di dati a strascico sui dati degli utenti impegnati a giocare con il popolare gioco Angry Birds.

Nuovi documenti forniti da Edward Snowden rivelano che dal 2007 in poi la Nsa e la britannica Gchq hanno collaborato per raccogliere i dati provenienti dalle app per smartphone, tra cui il famoso gioco Angry Birds. L’obiettivo era raccogliere informazioni sui codici identificativi dei dispositivi mobili, sul sesso e l’età degli utenti e soprattutto sulla loro localizzazione fisica. Nle mirino dell’intelligence, fra le altre cose, i tabulati e le liste di amici degli utenti.