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Rai, si riaccende lo scontro sul Bollino blu

Italia


Si accende il confronto sul Bollino Blu, imposto dal Viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, come conditio sine qua non per la firma del Contratto di servizio Rai 2013-2015 per identificare i programmi finanziati dal canone.

Già da tempo l’argomento è motivo di acceso dibattito. Oggi si torna a parlare della questione e lo fanno dalle pagine dell’Unità Vinicio Peluffo capogruppo del Pd in Commissione di Vigilanza, e Carlo Rognoni, presidente del Forum del Pd per la riforma del sistema radiotelevisivo.

Il primo è arrivato a chiedere le dimissioni di Catricalà, ma Peluffo è più cauto – “Sul ricambio nel governo è il presidente del Consiglio a decidere” – anche se non nasconde che ci siamo diversi motivi di contestazione nei confronti dell’operatore di Catricalà.

“In Vigilanza – ha spiegato al quotidiano – ci sono stati due momenti di forte contrapposizione con Catricalà: quando ha detto che la Commissione si sarebbe dovuta sbrigare a esprimere il parere sul contratto di servizio (che daremo tra circa tre settimane), mentre a essere in ritardo di un anno era il governo; noi abbiamo fatto audizioni e un approfondimento del tema, avrebbe dovuto farlo lui”.

 

Peluffo contesta anche la condizione imposta da Catricalà sul Bollino e spiega la sua contrarietà a un sistema non previsto da nessuna tv pubblica europea.

Inoltre Catricalà, ha indicato Peluffo, “non considera di servizio pubblico l’intrattenimento, mentre per la Bbc è una delle missioni: educare, informare, divertire. Per noi il ‘Bollino’ che conta è la qualità dei programmi”.

 

“Diciamo che Catricalà – ha aggiunto Peluffo – deve rispondere a varie interrogazioni parlamentari. Sul canone non è chiaro se il governo per decreto possa o no impedire l’aggiornamento all’inflazione. Certo se alla Rai non si aumenta il canone si deve rafforzare la lotta all’evasione. E da Catricalà non vedo segnali di impegno stringente…”.

 

 

Rognoni, che è stato anche consigliere Rai dal 2005 al 2009, dal Viceministro vuole altri chiarimenti, come quelli relativi all’asta frequenze tv, ex beauty contest, per la quale il governo ha preso tempo. Anche se fonti ministeriali hanno confermato a Key4biz che l’atteso parere Ue in merito sia già pervenuto agli uffici di Catricalà. Rognoni contesta pure le dichiarazioni del Viceministro in merito al valore della Rai e la sua inattività nel prendere decisioni per rilanciare l’audiovisivo.

Tutte ragioni che, insieme al ‘discutibile’ Bollino blu, ritenuto inutile e dannoso anche dall’Ebu (European Broadcasting Union), spingono Rognoni a chiedere le dimissioni di Catricalà.

 

Lo scontro sul Bollino non è nuovo. Alcuni temono che questa scelta rappresenti l’anticamera della privatizzazione della Rai, ma Catricalà ha più volte chiarito che “la logica non è quella di diversificare tra programmi a carattere pubblico ed altri a carattere privato”.

Il Bollino, ha spiegato, servirà a rendere riconoscibili e valorizzare i programmi finanziati con il canone per consentire a chi lo paga “di controllare come sono spesi i suoi soldi“.

Peraltro la privatizzazione, ha indicato Catricalà, “…non è un tema che possa essere affrontato dal governo ma semmai dal Parlamento anche perché sarebbe, semmai, necessario rivedere la governance”.

 

Contro il Bollino sono scese in campo anche le sigle sindacali dopo che la proposta di Catricalà è stata bocciata da Ingrid Deltenre, direttore generale dell’Ebu, l’Associazione che raggruppa le principali emittenti televisive pubbliche europee, audita a dicembre in Vigilanza.

Barbara Apuzzo, segretaria nazionale Slc Cgil, ha espresso preoccupazione per la proposta di Catricalà in quanto, a suo dire, “Il servizio pubblico è unico e indivisibile, in tutta la sua programmazione perché, anche nell’intrattenimento, prevede a monte la scelta di ciò che può essere trasmesso e di ciò che va tralasciato, rispondendo a principi precisi. Chiarito questo, è evidente che insistere con l’idea di applicare il Bollino blu avrebbe come unico effetto quello di ridimensionare la Rai”.

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