#Datagate, lo scandalo pesa sull’hi-tech Usa. Mancati ricavi per 35 miliardi in tre anni

di Paolo Anastasio |

Secondo stime del think tank Information Technology and Innovation Foundation, l’effetto Snowden ha provocato la cancellazione del 10% delle commesse estere per servizi Cloud affidati alle tech company Usa.

Stati Uniti


Edward Snowden

Lo scandalo Datagate rischia di pesare fino a 35 miliardi di dollari in tre anni di mancati ricavi sulle casse delle aziende hitech della Silicon Valley. E’ quanto emerge da uno studio condotto dal think tank americano Information Technology and innovation Foundation, secondo cui le rivelazioni della talpa del Datagate Edward Snowden rischiano di mettere a repentaglio l’intera architettura di Internet, in particolare tutto il sistema dei servizi basati sul Cloud.

 

L’allarme del think tank Usa prende le mosse dal fatto che dopo l’esplosione dello scandalo sulla massiccia raccolta dati e metadati da parte dell’Nsa (National Security Agency), il 10% delle aziende extra Usa avrebbe cancellato i contratti in essere con provider americani di soluzioni Cloud.

 

Per evitare un effetto domino e la cancellazione in massa delle commesse da parte dei clienti extra Usa, le aziende hitech americane hanno chiesto al presidente Obama il permesso di adottare comunicazioni più trasparenti sulle modalità di trattamento dei dati dei loro clienti e sulle richieste di accesso da parte del Governo Usa.

 

Nel contempo, viste le difficoltà dei big Usa dell’hitech, molte aziende straniere hanno colto la palla al balzo, tentando di trarre vantaggio dal calo di fiducia globale nei confronti della Silicon Valley. Così, ad esempio la svizzera Swisscom  che ha sviluppato un servizio che consente alle aziende straniere di depositare i loro dati garantendo stringenti norme sulla privacy “lontano dai servizi di intelligence stranieri”.

 

Nel contempo, i maggiori service provider tedeschi, dopo lo scandalo delle intercettazioni sul cellulare della cancelliera Angela Merkel, hanno creato un servizio di posta elettronica blindato, battezzato “Email made in Germany”.

 

Non più tardi di venerdì scorso, Microsoft, per bocca del responsabile legale Brad Smith, ha annunciato che i suoi clienti non statunitensi potranno scegliere di conservare i loro dati su server che si trovano al di fuori del territorio Usa, ad esempio i clienti europei potrebbero scegliere di depositare i loro dati nei data center che si trovano in Irlanda.

 

Nei giorni scorsi, una commissione federale indipendente sulla Privacy (Privacy and Civil Liberties Oversight Board)  ha stabilito che l’attività dell’Nsa è da considerarsi illegale. Secondo questa commissione, come riportato nei giprni scorsi dal Washington Post e dal New York Times, i risultati della raccolta massiccia di metadati da parte dell’Nsa avrebbe portato risultati minimo nella lotta al terrorismo.

 

Edward Snowden: ‘Protezione dati, Ue impotente nei confronti degli Usa’

Intanto, oggi Edward Snowden ha detto chiaro e tondo in un’intervista all’emittente tedesca Ard che il tentativo dei paesi europei di proteggere i dati dei cittadini Ue dal rischio intercettazione da parte dell’Nsa “sono destinati a fallire”.

 

Secondo il Financial Times, la talpa del Datagate ha detto che anche il progetto di Deutsche Telekom di blindare in Germania le comunicazioni via mail fra cittadini tedeschi è destinato a fallire. Lo stesso vale, secondo Snowden, per tutti i progetti in discussione a livello di singole nazioni Usa per quanto riguarda la creazione di sistemi Cloud nazionali chiusi, e per il progetto avanzato dal commissario Ue al Mercato Interno Michel Barnier, che ha avanzato l’idea di un “Cloud Europeo” indipendente dagli Usa.

 

Secondo Snowden, L’Nsa sarebbe comunque in grado di intercettare le comunicazioni dei paesi extra Usa tramite Facebook e di certo non avrebbe problemi a “spiare i dati ad esempio della Siemens se ciò fosse vantaggioso per l’interesse nazionale degli Usa”. Nell’intervista alla Ard Snowden afferma che con certezza che “il governo Usa è intenzionato a uccidermi”.

 

Intanto, Barack Obama sta per nominare un ammiraglio della marina militare come nuovo capo della National Security Agency (Nsa).  Lo riferisce il Washington Post, precisando che sarà il vice ammiraglio Michael Rogers, 53 anni, a prendere le redini dell’agenzia, dopo aver sostenuto un colloquio con lo stesso Obama la settimana scorsa alla Casa Bianca. Rogers, che è stato addestrato come crittologo dall’intelligence della Marina, sostituirà il generale Keith Alexander, in carica dal 2005.