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#WEF, Neelie Kroes: ”Europa connessa per uscire dalla crisi’

Europa


L’Europa sta vivendo forse il momento più drammatico della sua storia: lo dicono, in particolare, gli ultimi dati sull’occupazione giovanile con numeri che lasciano poco spazio all’ottimismo. Sono, infatti, 5,5 milioni i disoccupati nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni e oltre 27 milioni in totale, pari all’11% della popolazione europea in età lavorativa.

La fiducia verso le istituzioni e la politica in generale è ai minimi storici e mentre i governi parlano di austerità tutta una generazione ha perso la speranza in un futuro migliore.

 

Uscire da questa situazione non è facile, né esiste una ricetta facile e veloce per ridare spinta all’economia e all’occupazione ma c’è chi intravede un barlume di speranza nella cosiddetta ‘digital economy’ e nel potenziale – ancora in larga parte inespresso almeno in Europa – delle nuove tecnologie.

Lo ha ribadito, ad esempio, il Commissario Ue Neelie Kroes nel suo intervento al World Economic Forum a Davos, incentrato sullo ‘straordinario potere di internet’ e sull’impatto di una maggiore diffusione della banda larga nelle case e nelle imprese d’Europa.

Una mission, quella della Kroes, che passa da strade impervie e che per molti potrebbero avere poco senso – vista la drammaticità del momento: abolizione del roaming e apertura dei dati delle pubbliche amministrazioni, ma anche dalla garanzia che non si ripeta mai più uno scandalo come il Datagate, che ha fortemente minato la fiducia verso le tecnologie digitali.

 

Come avviene per le aziende, chiamate ad affrontare una serie di cambiamenti per adattarsi alle sfide della nuova economia globalizzata, anche l’Europa, la politica, i suoi cittadini, devono adattarsi al digitale per sopravvivere. Perché cambia il mondo del lavoro e le vecchie competenze non sono più spendibili per ricollocarsi. Perché si affacciano sul mercato nuovi competitor, che non possono essere affrontati con i vecchi mezzi e le vecchie regole. Ne sanno qualcosa gli operatori telefonici, che hanno perso gran parte del loro potere dopo l’avvento dei cosiddetti OTT: società come Google, Apple, Amazon, che hanno sbaragliato i vecchi paradigmi e sottratto utenti e guadagno ai player tradizionali.

Una trasformazione a cui nessuno era preparato ma che deve essere affrontata a monte – cominciando dalla necessaria revisione delle regole – del settore per consentire alle aziende europee di tenere il passo con i competitor asiatici e americani.

“Lo status quo – ha detto la Kroes – non è più sostenibile. Non bastano più i vecchi modelli di business basati su servizi che appartengono al passato. Le ambizioni non possono più essere relegate ai mercati nazionali, ma bisogna pensare a come raggiungere dimensioni globali”.

Né è più sostenibile “frustrare i consumatori e il bisogno di connettività dell’economia quando si potrebbe fornire l’infrastruttura a banda larga pervasiva ed essenziale che ogni europeo sta reclamando”.

Come fare, dunque, per uscire dall’impasse?

La chiave di volta, per le telco, è quella di “offrire servizi innovativi, su misura, in grado di soddisfare ogni cittadino, di far decollare le attività di ogni azienda. Servizi per cui la gente sarà pronta a pagare”, ha detto la Kroes, lasciando intendere che il 2014 è l’anno del non ritorno “per creare un continente connesso, per assicurare reti e sistemi resistenti e sicuri, per adattarsi ai benefici di una nuova era aperta, per prevenire il blocco sleale dei servizi online e, infine, per lasciarci alle spalle la ‘fregatura’ del roaming”. (Vai al discorso integrale di Neelie Kroes).

 

 

 

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