Cybercrime: entro il 2020 perdite per 3 mila miliardi di dollari

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Per il World Economic Forum, è necessario che i governi si scambino informazioni e adottino rapidamente strategie nazionali per prevenire i cyber attacchi.

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Un Rapporto del World Economic Forum (Wef) lancia l’allarme: se aziende e governi non prenderanno le giuste misure in tempi rapidi, gli attacchi informatici potrebbero generare perdite economiche fino a 3 mila miliardi di dollari da qui al 2020.

Le minacce legate al cybercrime potrebbero inoltre rallentare notevolmente i progressi tecnologici nel corso dei prossimi dieci anni, specie per il cloud computing.

Il 78% delle aziende prese in considerazione dal Rapporto afferma, infatti, di aver deciso di rinviare di almeno un anno l’adozione di servizi cloud proprio per timore che i dati vengano ‘rubati’ dagli hacker.

 

Il Rapporto è stato redatto sulla base delle interviste di oltre 250 fra esperti e dirigenti d’azienda e raccomanda l’adozione di una serie di iniziative come lo scambio di informazioni sugli attacchi, l’ampliamento del mercato assicurativo del settore e l’adozione di una “cyber-strategia” a livello nazionale.

 

Per valutare il costo economico dei cyber attacchi il WEF ha valutato tre diversi scenari. Nel primo i “pirati” sono un passo avanti nei confronti di imprese e governi, le cui reazioni sono frammentarie: in tale contesto gli investimenti delle aziende sono cauti e ciò limita di mille miliardi di dollari il potenziale legato all’adozione di nuove tecnologie.

Il secondo scenario prende in considerazione un aumento dell’intensità e della gravità dei cyber attacchi: i governi adottano strategie più dirigiste e i consumatori si mostrano cauti nei confronti della tecnologia mobile, con una perdita di oltre tremila miliardi di dollari.

Il terzo scenario si basa sull’adozione di strategie proattive da parte dei settori pubblico e privato, che riescono a limitare la proliferazione degli attacchi: l’innovazione viene stimolata e le nuove tecnologie generano un valore economico compreso fra i 9 mila miliardi e i 21 mila miliardi di dollari sul resto dei prossimi dieci anni. (R.N.)