Google acquista Nest per 3,2 miliardi, il tema privacy investe la domotica

di Alessandra Talarico |

Quello dell’internet delle cose è un mercato in fase di sviluppo ed è quindi ancora contraddistinto dalla mancanza di regole in grado di tutelare chi usufruisce delle molte innovazioni che lo compongono.

Stati Uniti


Nest

Con un accordo da 3,2 miliardi di dollari, Google porta a casa Nest, società che ha come mission quella di reinventare dispositivi per la casa importanti ma forse un po’ ignorati come i termostati e gli allarmi per il fumo – tra i suoi best seller, il Nest Learning Thermostat, un apparecchio in grado di regolare automaticamente la temperatura della casa in base ai dati sulle preferenze di chi ci vive. Una notizia che conferma come il gigante della ricerca online stia ampliando i suoi orizzonti all’Internet delle cose, ma che estende la questione della privacy anche alla domotica.

 

Un discorso che, come spesso accade, è caratterizzato da opinioni polarizzate su due fronti: c’è, da un lato, chi si sofferma esclusivamente sui vantaggi in termini di convenienza, efficienza energetica e anche di salute del collezionare e connettere dati e dispositivi a diversi apparecchi e servizi. Ma, dall’altro alto, ci sono diversi ‘esperti’ – tra cui hacker e ricercatori – che mettono in guardia sulla facilità di penetrare in alcuni di questi dispositivi e di ottenere non solo i dati che vi sono immagazzinati, ma anche i video di quello che accade in casa.

 

Quello dell’internet delle cose è un mercato in fase di sviluppo ed è quindi ancora contraddistinto dalla mancanza di regole in grado di tutelare chi usufruisce delle molte innovazioni che lo compongono.

Ovvio quindi che quando in questo mercato irrompe un’azienda come Google – che ha diversi contenziosi aperti in Europa e negli Usa in fatto di privacy – che acquisisce una società che fa prodotti dotati di sensori dei movimenti che registrano tutto quanto avviene in un’abitazione, qualche domanda sarebbe bene porsela.

 

Nel dare l’annuncio dell’acquisizione, Nest assicura di tenere in massima considerazione la privacy degli utenti e che i dati raccolti non servono ad altro che a migliorare i suoi prodotti, sottolineando inoltre che ancora non è stata programmata alcuna integrazione dei servizi con quelli di Google. Ma è chiaro che quando Google vorrà integrare le informazioni di Nest con la sua immensa mole di dati, non dovrà far altro che lanciare un nuovo termostato con funzioni migliorate e il gioco è fatto.

Senza voler per forza demonizzare questa nuova alleanza – che sicuramente fornirà prodotti e servizi in grado di semplificarci la vita e, perché no, di farci risparmiare un po’ – è bene però tenere anche alta l’attenzione sulla mancanza di standard in un settore ancora più delicato della navigazione internet, perché entra direttamente nelle nostre case, controlla i nostri movimenti e qualsiasi dispositivo sia connesso: chiunque, insomma, potrebbe facilmente penetrarvi e manomettere il frigo, o la lavatrice, ma anche un apparecchio medico da cui dipende la nostra salute.