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#Datagate, via libera dell’Onu alla risoluzione anti-spionaggio Merkel-Rousseff

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L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la risoluzione Merkel-Rousseff per mettere fine agli eccessi della sorveglianza digitale emersi con lo scandalo Datagate. La risoluzione è stata proposta all’Onu in tandem da Germania e Brasile, dopo le rivelazioni della talpa dell’Nsa David Snowden, condite dalla notizia choc delle intercettazioni telefoniche sul cellulare di Angela Merkel e di altri leader politici da parte dell’Nsa.

La risoluzione approvata dall’Assemblea dell’Onu, per consenso dai rappresentanti dei 193 paesi dell’organizzazione, aveva già incassato il via libera della terza Commissione che si occupa di diritti umani.

Il testo approvato è stato ammorbidito rispetto ad una prima versione molto più dura, per ottenere il consenso di Stati Uniti e Regno Unito.

Si tratta di un appello a tutela della privacy contro lo spionaggio digitale di massa da parte dei servizi segreti mondiali in paesi esteri e contro la raccolta a strascico di dati personali di cittadini e leader politici.

Di fatto, la risoluzione Onu non ha valore vincolante ma esprime una “moral suasion” molto forte per i governi mondiali.

Un passaggio del documento ribadisce che “gli stessi diritti che valgono offline devono essere garantiti anche in Rete”, sottolineando il rischio per i diritti fondamentali dell’uomo, in particolare quello alla privacy, derivanti dall’abuso di controllo digitale.  

La presidente Dilma Roussef si è molto irritata dopo le rivelazioni di Snowden, che ha trovato asilo temporaneo fino a luglio 2014 in Russia, secondo cui gli Usa avrebbero spiato le comunicazioni della compagnia petrolifera Petrobras per raccogliere dati e informazioni digitali a strascico.

Intanto, ieri il presidente Obama ha deciso di rendere pubblico il primo rapporto dei cinque saggi incaricati di raccogliere informazioni su Datagate e di proporre modifiche alle modalità operative dell’intelligence Usa. Secondo i cinque saggi, le intercettazioni telefoniche andrebbero continuate, mentre la raccolta a strascico dei dati andrebbe quanto meno limitata. I dati raccolti, poi, dovrebbero essere gestiti da terzi o dalle compagnie telefoniche ma in qualità di semplici custodi e i dati dovrebbero essere accessibili soltanto a fini di indagine per lotta al terrorismo.

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