#Datagate, Viviane Reding: ‘Controllo di massa inaccettabile, cittadini UE discriminati’

di Paolo Anastasio |

Il commissario europeo alla Giustizia: ‘Gli Stati Uniti devono intervenire subito per ristabilire la fiducia. L’esigenza di sicurezza nazionale deve soddisfare principi di proporzionalità e necessità’.

Unione Europea


Viviane Reding

“Il controllo di massa è inaccettabile, gli Usa devono intervenire subito  per ristabilire la fiducia”. Lo ha detto oggi Viviane Reding, commissario UE alla Giustizia, in audizione al Parlamento Europeo per parlare di data protection.  “Le rivelazioni di Snowden hanno minato la fiducia dei rapporti transatlantici – ha detto Reding – da giugno in poi abbiamo fatto una serie di azioni concrete per rispondere alle preoccupazioni europee: un gruppo di lavoro ad hoc fra UE e Usa sin materia di data protection, contatti a diversi livelli con le autorità statunitensi e con il Congresso e il Senato Usa. Una serie di incontri regolari con le autorità statunitensi”.

 

Il risultato di questo asse con gli Stati Uniti ha prodotto tre risultati fondamentali. “Il gruppo di lavoro UE-Usa sulla data protection ha dato buoni risultati – dice il commissario UE – perché le autorità statunitensi si sono impegnate con noi su temi delicati. Ma siamo onesti, alcune domande non hanno avuto una risposta”.

 

Gli Usa hanno ammesso l’esistenza di programmi di sorveglianza ammettendo il loro ampio raggio. “Le condizioni e le misure di tutela applicate sono discriminatorie – attacca Reding – perché i cittadini delll’UE sono protetti soltanto in maniera limitata. Esistono delle misure per limitare al minimo la raccolta di dati relativa a cittadini americani, ma le stesse regole non valgono per i cittadini UE, anche quando non hanno alcuna connessione con il terrorismo, il crimine o qualsiasi altra attività illegale o pericolosa. Inoltre, mentre i cittadini Usa possono godere delle garanzie costituzionali, queste stesse garanzie non valgono per i cittadini dell’UE che non risiedono negli Usa. Non esiste alcuna via legale o amministrativa, né per i cittadini Usa né per quelli dell’UE, per essere informati del fatto che i loro dati personali sono stati raccolti o processati”.

 

Viviane Reding sottolinea che gli Stati Uniti hanno tempo fino all’estate del 2014 per trovare i rimedi necessari a ricostruire un rapporto di fiducia nei rapporti con l’Unione Europea. Le esigenze di sicurezza nazionale devono comunque “soddisfare i principi di proporzionalità e necessità – aggiunge il commissario – Non è questo il caso quando i dati di chiunque vengo raccolti in modo massivo  senza che vi sia alcun sospetto per farlo”.