Netflix sbarca in Francia, ma a quali condizioni?

di Raffaella Natale |

Il sito americano di video streaming arriverà presto anche in Italia, ma la Francia ha già stabilito le proprie condizioni: intanto partita IVA francese.

Francia


Netflix

Netflix, la piattaforma americana di video streaming e noleggio, si prepara a sbarcare in Francia e presto anche in Italia.

L’Europa attende l’arrivo di questo servizio, ma l’industria dell’audiovisivo fissa già le sue regole. Intanto Netflix deve pagare l’IVA dove vende i propri servizi, proprio come prevede la proposta di legge dell’on. Francesco Boccia (Pd) e poi contribuire al finanziamento della cultura.

 

Ieri i vertici dell’azienda sono stati ricevuti all’Eliseo da David Kessler, consulente per i media del presidente François Hollande.

Un portavoce ha dichiarato che si è trattato di una visita di cortesia richiesta da Netflix che sta incontrando le istituzioni europee in vista del prossimo arrivo in altri Paesi Ue. Al momento il servizio è presente in Gran Bretagna, Paesi Bassi, Irlanda e Svezia.

 

Il sito americano, che conta 40 milioni di abbonati nel mondo, ha cominciato a insidiare le Tv, distribuendo serie originali fra cui “House of cards”  realizzata da David Fincher che a settembre è riuscita a portare a casa anche un Emmy Awards.

Netflix potrebbe arrivare in Francia nell’autunno del 2014, dopo il Belgio e la Germania dove dovrebbe sbarcare tra la primavera e l’estate.

 

A Parigi i manager di Netflix hanno anche incontrato diversi attori del mercato internet, tra cui Giuseppe de Martino di Dailymotion, la startup francese di video online, posseduta da Orange, sulla quale tempo fa aveva messo gli occhi Yahoo!.

L’industria guarda con interesse all’arrivo dell’azienda americana che potrebbe allargare l’offerta legale e permettere una lotta più efficace alla pirateria ma, in cambio, dovrebbe rispettare alcune condizioni.

Intanto dovrebbe avere una sua sede in Francia e non operare attraverso quella in Lussemburgo per sottrarsi al pagamento dell’IVA, come invece fanno molte multinazionali del web.

Argomento molto caldo anche in Italia dove ancora si discute se far passare con la Legge di Stabilità la Web-Tax di Boccia che impone l’obbligo di partita IVA italiana per le aziende che vendono servizi online.

 

Altra condizione per Netflix, dovrebbe partecipare al finanziamento della produzione audiovisiva e cinematografica come già fanno le Tv e gli operatori tlc che offrono servizi di video on-demand.

 

La terza regola sarebbe quella del rispetto delle finestre temporali di distribuzione che in Francia, come anche in altri Paesi Ue, prevedono che un film possa essere messo online solo diversi mesi dopo l’uscita in sala. Ma questa condizione è criticata dai più e ha forti oppositori anche all’interno della Ue, come il Commissario Neelie Kroes.

In Italia, il senatore Francesco Casson (Pd) ha presentato un proposta di legge che ne prevede l’abbattimento, ritenendo le ‘windows’ “una concausa certa della pirateria audiovisiva”.