Consolidamento nel mobile in Italia: per gli investitori esteri, vantaggi per mercato e consumatori

di Alessandra Talarico |

Una fusione tra Wind e 3 Italia, su cui si vocifera da diverse settimane, ‘permetterebbe di spostare la competizione dai prezzi al dettaglio alle reti e ai servizi’ e migliorerà il benessere dei consumatori, dicono gli analisti di HSBC.

Italia


Telecom consolidamento

La riduzione del numero di operatori mobili da 4 a 3 potrebbe rappresentare un’importante opportunità di cambiamento in positivo per il mercato italiano, poiché sposterebbe il focus della concorrenza dalla rete ai servizi e sarebbe inoltre un’occasione anche per Telecom Italia e Vodafone, che sarebbero ‘beneficiari passivi’ di questa trasformazione strutturale. E’ quanto emerge da un report degli analisti HSBC, che alla luce anche delle ipotesi di consolidamento in atto sul mercato mobile italiano hanno deciso di alzare il giudizio su Telecom Italia da ‘neutral’ a ‘overweight’.

 

Una fusione tra Wind e 3 Italia, su cui si vocifera da diverse settimane,  “permetterebbe di spostare la competizione dai prezzi al dettaglio alle reti e ai servizi”, spiegano gli analisti nel report, sottolineando poi che mai come ora è concreta la possibilità di consolidamento sul mercato mobile italiano, e questo alla luce di diversi fattori.

3Italia, dicono, “è sottodimensionato e poco efficiente e non ha spettro 800MHz”: la società ha lanciato i suoi servizi nel marzo del 2003 ma 10 anni dopo la sua quota di mercato è al 10%, il margine Ebitda si attesta ancora al 13% e il rapporto capex/sales è del 29%.

A ciò si aggiunge, sottolinea ancora HSBC, che “…l’intensità degli investimenti sta crescendo, con Vodafone che si è impegnato a raddoppiare il capex in Italia nei prossimi due anni, mentre alcune fusioni in-market in Germania e Irlanda (dove Hutchison sta acquistando O2 Ireland) sono sotto la lente della Commissione”.

 

Secondo gli analisti di HSBC, alla luce di questi fattori, Telecom Italia e Vodafone “potrebbero essere i beneficiari passivi del consolidamento in-market”.

 

Il report si sofferma quindi sulla vendita di Tim Brasil, di cui Telecom Italia controlla il 67%. Lo scenario più accreditato dagli osservatori è lo ‘spacchettamento’ dell’operatore tra gli altri player sul mercato (Telefonica, Claro e Oi. Tuttavia, per HSBC, le previsioni di una vendita immediata potrebbero essere deluse: “Pensiamo sia improbabile che il board di Telecom Italia supporti la vendita di Tim Brasil prima che Telefonica abbia esercitato le sue call option per salire al pieno controllo di Telco”.

Queste opzioni posso essere esercitate tra gennaio 2014 e gennaio 2015 ma il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, ha affermato nelle scorse settimane di voler mantenere inalterata l’attuale struttura di Telco.

 

Le prospettive di consolidamento vanno in ogni caso valutate all’interno delle proposte europee sul single market. Proposte che contengono, secondo HSBC, le condizioni che porteranno a un miglioramento della struttura di mercato e, quindi, a un’accelerazione degli investimenti nelle nuove reti, di cui l’Europa ha urgente bisogno.

 

“Crediamo – sottolineano infine gli analisti HSBC – che il consolidamento del mercato mobile migliorerà il benessere dei consumatori grazie a un notevole guadagno di efficienza”.

 

Sull’ipotesi di consolidamento del mercato mobile italiano si è pronunciato ieri anche il viceministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà, anch’egli concorde sul fatto che la riduzione del numero degli operatori non cagionerebbe danni alle dinamiche del mercato.