Horizon 2020: standard unico del 5G allo studio delle telco

di Paolo Anastasio |

Il progetto Metis, promosso dall’Ue, dispone di un budget di 27 milioni di euro per realizzare sinergie in vista del lancio della nuova tecnologia wireless. L’obiettivo è rispondere alla crescita esponenziale del traffico dati in mobilità.

Unione Europea


Antenne

L’era del 4G è ancora in fase di decollo, ma il settore Tlc già pensa al futuro del 5G. Il tema è già attuale, perché la crescita esponenziale del traffico dati su reti mobili, foraggiata in primo luogo dal download via smartphone da Youtube & Co, costringe le telco a muoversi in anticipo. Basti pensare che nel 2019 il traffico dati in mobilità sarà cresciuto di dieci volte rispetto ad oggi nei mercati maturi e che per allora in circolazione ci saranno 50 miliardi di oggetti connessi, secondo stime di Ericsson.

 

L’Internet delle cose si svilupperà in nuovi settori, come ad esempio il controllo delle reti elettriche, la sorveglianza da remoto di casa, la telemedicina. Nuovi utilizzi che faranno crescere ulteriormente la fame di banda larga, senza dimenticare tutte le applicazioni basate sul cloud che implicano la possibilità di accedere in tempo reale e da remoto ai dati immagazzinati sulla nuvola.

 

Il settore auto lavora già a pieno ritmo alla realizzazione di vetture connesse. Alle quali i diversi produttori stanno già pensando, in ottica 5G. “Abbiamo cominciato a parlare di 5G un anno fa – dice Viktor Arvidsson, direttore strategie e marketing di Ericsson, capofila di Metis, il progetto nato un anno fa promosso dall’Ue per lo sviluppo del 5G nell’ambito di Horizon 2020, al quale partecipano 29 aziende del settore, fra cui Nokia (NSN), Orange, Huawei, Alcatel Lucent, Telefonica, Telecom Italia, DoCoMo, Deutsche Telekom e la casa automobilistica BMW. L’obiettivo principale del progetto Metis, che oggi conta su un budget di 27 milioni di euro, di cui 16 milioni provenienti dall’Ue nel quadro del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo è la creazione di uno standard internazionale unico del 5G.

 

La nuova tecnologia dovrà sostenere volumi di dati mobili mille volte superiori a quelli di oggi ed essere in grado di connettere fra dieci e cento volte più terminali rispetto allo scenario odierno, per rispondere così alle esigenze di banda dell’Internet delle cose. Sarà quindi necessario che le reti sostengano la performance di un gigabyte di velocità al secondo, a fronte della media di 150 mbps (ottimali) di oggi nei momenti di picco. Il tutto, eliminando il più possibile i tempi di latenza dei dati.

 

Nel contempo, i produttori dovranno moltiplicare per dieci la durata della batteria dei terminali, minimizzando i consumi in particolare degli oggetti che saranno connessi in rete.

 

Obiettivi che sembrano tutti piuttosto lontani nel tempo, ma per i quali diversi player hanno già effettuato ingenti investimenti. Ad esempio, Huawei ha già messo sul piatto 600 milioni di dollari fino al 2018 per lo sviluppo del 5G, le prime reti di nuova generazione sono previste nel 2020. Samsung ha già avviato la sua fase di test, mentre NTT DoCoMo  ha reso noto a ottobre che punta sul roll-out delle nuove reti 5G, mille volte più potenti di quelle attuali, entro i giochi olimpici di Tokyo nel 2020.