Moige: nativi digitali, serve una nuova ‘Dieta Mediatica’

di Raffaella Natale |

Il Moige illustra un quadro preoccupante: i ragazzi fanno più vita virtuale che reale e il 60% si diverte a scambiare video-hot o ammette d’aver fatto il cyberbullo.

Italia


Nativi digitali

Dati allarmanti quelli che emergono dallo studio ‘La Dieta Mediatica dei nostri figli’, voluto dal Moige (Movimento genitori) e curato da Tonino Cantelmi, professore incaricato di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione alla Lumsa di Roma.

Dai dati raccolti, presentati stamani alla Camera, viene fuori un quadro desolante dei cosiddetti nativi digitali e delle loro abitudini con i media.

Una generazione che preferisce socializzare in rete piuttosto che nella vita reale, che usa internet per svago e divertimento più che per studiare e che ammette d’aver scaricato film e musica pirata. Dato sconcertante, quasi il 70% indica di non aver mai o raramente letto una rivista.

La cosa si fa ancora più preoccupante quando parliamo di quei fenomeni sociali come il sexting o cyberbullismo che purtroppo, come riporta la recente cronaca, hanno portato in alcuni casi a conseguenze gravi.

Il 60% ammette di scaricare e scambiare video-hot e di aver usato almeno una volta un video per ‘prendere in giro’ qualcuno.

 

Ma quello che i nostri figli ‘mangiano’ mediaticamente è nostra responsabilità e, come suggerisce Maria Rita Munizzi presidente del Moige, “Dare cose buone ai minori, nostri figli è un dovere di tutti”.

“Un utilizzo non responsabile, e soprattutto non mediato dagli adulti, delle New Tecnology potrebbe condurre i ragazzi – indica la Munizzi – a condizioni psicopatologiche o a situazioni di isolamento sociale”.

 

L’indagine ha analizzato otto aree: televisione, computer e internet, telefonino, cinema, videogiochi, radio, riviste e quotidiani, libri.

Ma vediamo in dettaglio i dati raccolti: il 52% afferma di dedicare alla Tv fino a due ore al giorno. Un minore su 5 anche fino a 5 ore; il 38% trascorre davanti al monitor da 1 a 3 ore, quasi sempre connesso ad internet. Abbandonata la Tv, o magari mentre la guardano, i ragazzi cercano svago e relax nel computer, ma solo 1 su 10 si connette per studiare e fare ricerche, tutte le altre motivazioni rimandano ad aspetti ricreativi come chattare, ascoltare musica, guardare immagini e, qualche volta, ad attività illecite come scaricare film e musica. Internet è sicuramente il luogo privilegiato per la vita relazionale, infatti il 24% del campione si connette soprattutto per chattare; 1 su 5 ha incontrato le persone che ha conosciuto on line e il 13% dei ragazzi tra i 14 e i 20 anni ha scambiato il proprio numero di cellulare durante una conversazione in chat. Un adolescente su 5 dichiara di aver “sempre” o “spesso” cominciato una relazione tramite Internet.

 

Alla domanda “sei iscritto ad un social network?” 6 su 10 rispondono di “si”, ed anche a più di uno contemporaneamente. Il 96% degli intervistati è iscritto a Facebook.

Quasi il 60% dei ragazzi non ha problema nel dichiarare di essersi divertito nel ricevere o inviare foto o video “hot” (pratica definita “sexting”, dall’inglese “sex” – sesso – e “texting” – invio di messaggi virtuali). Sconcertante è la diffusione del cyberbullismo: 6 adolescenti su 10, appartenenti alla classe d’età 14-20, almeno una volta ha utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno (1 su 5 dichiara di farlo spesso).

 

Il 27% del campione afferma di inviare e ricevere più di 20 sms al giorno. Il 44% dichiara di passare meno di un’ora giocando con i videogiochi. Un minore su 5 trascorre ai videogiochi da 1 a 3 ore al giorno.

Allarme anche sul tema dei videogiochi: secondo il 57% del campione videogiocare influenza molto gli atteggiamenti del giocatore stesso. Allora è ipotizzabile che giochi particolarmente violenti possano implicare conseguenze negative per i ragazzi.

1 videogiocatore su 2 ha risposto di “Si” alla domanda “Hai mai pensato di voler essere come uno dei protagonisti dei tuoi video giochi?”. Il dato più preoccupante è che nella classe di età 6-10 più della metà (il 56%) si identifica con il proprio avatar.

 

La metà dei ragazzi italiani dai 6 ai 18 anni si reca a vedere un film al cinema più di 4 volte durante l’anno. Il 40% degli intervistati sopra i 14 anni vede, “sempre” o “spesso”, film non adatti ai minori, il che fa pensare a uno scarso controllo nelle sale cinematografiche.

4 ragazzi su 10 dichiarano di ascoltare la radio tutti i giorni, principalmente attraverso lo stereo (38%), e in automobile (61%), per lo più nel pomeriggio. I programmi musicali e quelli sportivi vanno per la maggiore.

Quanto alle riviste impressiona che 2 ragazzi su 3 affermano di leggere “mai” o “raramente”, il 21% degli intervistati dichiara di leggere “spesso” e solo il 6% di farlo “sempre”; tra questi appena il 14% lo fa tutti i giorni. Lo sport è la rubrica che più interessa senza distinzioni di età.

 

Il campione femminile è quello che legge libri con maggior piacere con il 41% che ha risposto “molto”, e il 36% “abbastanza” alla domanda “Ti piace leggere?” e i generi letterari preferiti dal totale del campione sono i romanzi  (28%) e i libri fantasy (26%).

 

La ricerca, indica il Moige, mette in luce anche un aspetto che sottolinea l’emergenza educativa, infatti il 40% dei ragazzi di età superiore ai 14 anni non ha mai avuto limiti di orario da parte dei propri genitori rispetto all’utilizzo dei videogiochi. Non si rilevano importanti differenze neanche per quanto riguarda il computer o la televisione: quasi il 40% del campione è libero di navigare senza alcun limite, solo 1 su 5 ha dei tempi stabiliti per l’utilizzo del computer e 1 su 4 non ha alcun limite di orario in cui guardare la TV. Tutto questo facilita la possibilità dei ragazzi di visionare materiale non adatto alla loro età: il 25% dei ragazzi vede spesso in televisione film non adatti ai minori, il 27% ha visitato, almeno una volta, pagine web con contenuti non idonei e il 22% ha videogiocato con giochi sconsigliati per la loro età.

 

Per il Moige, “un utilizzo non responsabile, e soprattutto non mediato dagli adulti, delle New Tecnology potrebbe condurre i ragazzi a condizioni psicopatologiche o a situazioni diisolamento sociale: il 21% degli intervistati ha risposto che preferisce guardare la televisione piuttosto che uscire e il 5% del campione risponde di preferire Internet piuttosto che vedersi con gli amici”.

 

La Dieta Mediatica dei nostri figli – Abstract