Domanda n.10: AgCom e Commissione Europea

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La vicenda della delibera dell’unbundling approvata da AgCom lo scorso 11 luglio ha generato un conflitto grave con la Commissione Europea, che ha censurato l’operato dell’AgCom.

Nella lettera dello scorso 12 agosto della UE all’AgCom si legge: “…La Commissione nutre seri dubbi quanto al fatto che tale approccio normativo possa garantire la prevedibilità regolamentare e condizioni stabili di programmazione per gli operatori del mercato….I summenzionati effetti negativi causati dalle misure notificate sulla concorrenza e sugli investimenti possono al tempo stesso pregiudicare notevolmente lo sviluppo del mercato interno, ossia costituire un notevole ostacolo per il mercato unico.

La Commissione nutre seri dubbi sul fatto che l’assenza di trasparenza e di prevedibilità regolamentare dell’approccio adottato dall’AgCom favorisca la creazione e lo sviluppo di reti transeuropee, e non si frapponga invece all’ulteriore integrazione del mercato. In particolare, è un elemento deterrente per gli operatori multinazionali i quali, di fronte ad una procedura di fissazione dei prezzi di accesso all’ingrosso che pare dar luogo a prezzi instabili e imprevedibili, non sono invogliati ad installare infrastrutture proprie e/o ad acquistare l’accesso all’ingrosso a banda larga in Italia…

Ora si attende la Raccomandazione della UE all’Autorità italiana che sarà emanata entro il 12 dicembre. Se l’AgCom non ritirerà la delibera, allora potrebbe partire  la procedura d’infrazione della UE contro l’Italia.

 

 

Da qui la nostra domanda, molto semplice:

 

  • Perché, presidente Cardani, l’AgCom si è messa di traverso, anche di fronte all’evidenza dei fatti, contro la Commissione Europea sulla nota vicenda dell’unbundling? Quali le ragioni di questa posizione di principio che rischia di far ricadere sulle tasche degli italiani tale atteggiamento dell’AgCom? Quali sono gli interessi in gioco posti da questa delibera? 


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