Pirateria, ecco le nuove minacce: streaming via smartphone, ripping e VPN

di Raffaella Natale |

Secondo uno Studio dell’Hadopi, sono questi i sistemi più usati per piratare.

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La pirateria online sta seguendo nuove vie. Sono tre le pratiche in costante aumento: lo streaming da smartphone, il ripping (che consente di copiare file audio-video distribuiti in streaming) e il VPN (Virtual Private Network), una sorta di ‘rete’ privata su internet.

E quanto rivela uno studio dell’Hadopi, l’Alta Autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su internet, che il governo francese vorrebbe sopprimere per seguire una nuova via di contrasto alla pirateria.

 

Secondo i dati raccolti su un campione di 1434 utenti, 531 dichiarano di consumare film, serie tv o musica illegalmente, sia in streaming che in peer-to-peer (P2p). Il 75% degli utenti ritiene che sia molto facile poter trovare e fruire di servizi illegali.

L’Hadopi ha, quindi, osservato una forte impennata dello streaming da cellulare, grazie a servizi come streaming4iphone che offre accesso a gratuito a migliaia di film, telefilm e brani musicali.

Questo trend si iscrive nella più generale tendenza dell’suo dello streaming, proposto ormai da tantissimi siti, tra i quali quelli per cui i giudici di Parigi hanno chiesto venerdì il blocco degli IP.

 

Accanto allo streaming, si sta massicciamente diffondendo anche il ripping: la registrazione sul proprio dispositivo di un’opera che si sta guardando o ascoltando in streaming.

Anche questi programmi sono ampiamente disponibili: il 41% dei consumatori di musica o film ha già usato software di ripping, percentuale che arriva al 57% tra i consumatori illegali.

Questi programmi, disponibili anche per gli smartphone, sono già molto usati dai giovani per registrare, per esempio, i brani su YouTube. Questa pratica non permette agli utenti solo di registrare il brano e ascoltarlo anche off-line, ma di condividerlo con altri e quindi fare pirateria.

Hadopi rileva, infatti, che il 46% degli utenti che consumano illegalmente, condividono i file con altri.

 

Il ripping rappresenta una minaccia non solo per i siti di musica a pagamento, come Deezer o Spotify, ma anche adesso per quelli gratuiti che vivono di pubblicità, come le piattaforme di catch-up tv.

 

Ultima moda è il VPN, ‘reti’ private su internet che consentono di navigare in forma anonima o facendo credere che ci si collega da altri Paesi, per aggirare i blocchi degli IP a livello nazionale.

Un terzo dei consumatori illegali sostiene tuttavia di rivolgersi ai siti pirata solo dopo aver verificato la mancanza di un’offerta rispettosa del copyright.

In questo senso, il sistema delle finestre temporali di distribuzione rappresenta una concausa certa della pirateria audiovisiva. La proposta di legge sul diritto d’autore del senatore Pd Felice Casson ne prevede, infatti, l’eliminazione definendolo “un modello ormai superato che danneggia il mercato dei contenuti audiovisivi”.