Datagate: le richieste della Commissione Ue agli Usa per ‘ristabilire la fiducia’

di Alessandra Talarico |

Ma non verrà sospeso l’accordo TFTP volto a monitorare le transazioni dei terroristi, come chiesto dal Parlamento europeo. Viviane Reding, sicura che gli Usa ‘lavoreranno con determinazione per giungere a un rapido accordo’.

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viviane Reding - Data Protection

Le gravi preoccupazioni sollevate dalle rivelazioni sulle attività di spionaggio della National Security Agency americana richiedono misure urgenti volte a ripristinare la fiducia nella lealtà delle relazioni transatlantiche.

Uno spionaggio su larga scala, quello effettuato dall’intelligence Usa sui cittadini e le aziende europee, che il Commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding ha definito “inaccettabile”.

“Il presidente americano Barack Obama e il ministro della Giustizia Eric Holder hanno detto che una migliore protezione dei dati sia per i cittadini americani sia per quelli dei Paesi alleati è necessaria”, ha aggiunto, sottolineando che la Ue “ha imposto una spada di Damocle” sugli Stati Uniti perché rivedano le norme sulla protezione dei dati per i cittadini europei.

 

Per ristabilire la fiducia e rafforzare la protezione dei dati nelle relazioni transatlantiche, la Commissione europea ha presentato una serie misure che comprendono: un documento strategico sul trasferimento di dati a livello transatlantico, che fissa le sfide e i rischi legati ai programmi americani di raccolta delle informazioni, nonché le misure da adottare per affrontare queste gravi preoccupazioni; un’analisi dell’accordo ‘Safe Harbor‘ (sulla riservatezza del trasferimento di dati a fini commerciali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti), con 13 raccomandazioni per migliorarne il funzionamento e una relazione sui risultati del gruppo di lavoro UE-USA sulla protezione dei dati, istituito nel luglio 2013. Inoltre, la Commissione europea ha presentato la sua proposta di revisione degli accordi esistenti in materia di Passenger Name Records (PNR) e del Terrorist Finance Tracking Programme (TFTP) che regolano lo scambio dati commerciali a fini di contrasto in questi settori.

Oltre a queste misure, la Commissione chiede alle istituzioni europee una rapida adozione, entro la primavera del prossimo anno, della riforma sulla protezione dei dati, che tanto da fare sta dando alle lobby americane che, non a caso, vorrebbero annacquarla. Agli Usa viene invece chiesto di aderire alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati di carattere personale (“convenzione 108”), proprio come hanno aderito alla convenzione del 2001 sulla criminalità informatica.

 

Per il Commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom, il programma TFTP è “determinante nella lotta al terrorismo”, ed è assurdo pretenderne la sospensione – così come chiesto dall’Europarlamento –  “sulla base di due articoli di giornale”.

La Malstrom si riferisce, in particolare, alle presunte violazioni della NSA al programma SWIFT, un network utilizzato da diverse centinaia di banche per inviare informazioni sulle transazioni in modo sicuro.

La Reding, che ieri ha incontrato il senatore Usa Christopher Murphy, presidente della sottocommissione per gli affari europei, e i membri del Congresso Gregory Meeks e Mario Diaz-Balart, si è detta sicura che i partner americani “lavoreranno con determinazione per giungere a un rapido accordo con la Ue sulla protezione dei dati”. Tale accordo, ha aggiunto, darà ai cittadini europei diritti concreti e applicabili, compreso – ha sottolineato – “il diritto a un ricorso giurisdizionale negli Stati Uniti se l’elaborazione dei loro dati personali avviene oltreoceano”.

A margine dell’incontro, la Reding ha spiegato di aver chiarito che “l’Europa si aspetta di vedere i necessari cambiamenti legislativi prima piuttosto che dopo, ed in ogni caso prima dell’estate 2014″.

 

Oltreoceano, intanto, gli strascichi delle rivelazioni di Edward Snowden hanno convinto anche Microsoft, dopo Google, Facebook e Yahoo! A muoversi verso una maggiore protezione dei dati del traffico internet: nuovi documenti fatti trapelare dalla ‘talpa’ del datagate, Edward Snowden, proverebbero infatti che anche alcuni servizi dell’azienda di Redmond (come Hotmail e Windows Live Messenger) sarebbero stati intercettati dall’NSA americana.

 

Sempre dalle carte di Snowden è uscito fuori come l’NSA avesse preso a spiare gli accessi ai siti porno per scovare i ‘punti deboli’ di alcune persone e sfruttarli all’occorrenza: nel mirino, in particolare, sei leader dell’Islam radicale di cui si voleva minare la credibilità per metterne in discussione la fedeltà alla causa jihadista.