#ddaonline. Diritto d’autore e accesso ai contenuti digitali: le opportunità legate all’innovazione

di di Enzo Mazza (Presidente FIMI e SCF) |

Le proposte di legge in materia di copyright presentate in questi giorni nel nostro paese sembrano ferme a dieci anni fa. Sarebbe utile promuovere e sostenere una piattaforma di incentivi per favorire il decollo di contenuti online.

Italia


Enzo Mazza

Nelle scorse settimane la Commissione UE ha annunciato i risultati preliminari dell’iniziativa “License for Europe”, ovvero l’output emerso dai tavoli tra gli stakeholder promossi dalla Commissione a seguito della Comunicazione “Content in the digital single market” del 18 dicembre 2012.

 

Allo stesso tempo, nella roadmap della Commissione, é prevista un’analisi dell’attuale piattaforma legislativa comunitaria in materia di copyright per decidere, orientativamente nella primavera del 2014, se proporre una revisione normativa.

 

Tra i risultati raggiunti fino ad oggi dal tavolo condiviso a Bruxelles si possono evidenziare le proposte del settore audiovisivo per giungere ad un accesso semplificato ai contenuti su base transfrontaliera. Cosa già oggi possibile per musica, libri e giornali.

 

Un accordo é stato poi raggiunto tra produttori cinematografici e le istituzioni che archiviano film del patrimonio europeo per la digitalizzazione, il restauro e la messa a disposizione di questa immensa ereditá del cinema continentale nei confronti del pubblico.

 

Sul fronte ebook si é potuto rilevare un impegno di tutti i soggetti coinvolti nella promozione dell’interoperabilitá, ad esempio, con iniziative come ePub, un formato aperto per rendere disponibile il contenuto cross-platform su qualsiasi device.

 

Nell’ambito musicale, forse il settore che ha fatto piú progressi fino ad oggi sul fronte digitale, è stata presentata una licenza pan-europea per l’utilizzo di musica in sottofondo su siti e podcast, semplificando l’accesso a quelle utilizzazioni su bassa scala di contenuti musicali. Un fenomeno molto diffuso ma che fino ad oggi rendeva complesso per un utilizzatore disporre di una licenza per una micro-utilizzazione.

 

Non vi sono stati particolari progressi su un tema molto importante oggetto del tavolo intersettoriale, ovvero quello riguardante lo UGC (user generated content) ma che nel settore musicale, proprio grazie a nuovi modelli di business, quali ad esempio la monetizzazione di video e musica su YouTube costituiscono oggi una significativa fonte di revenue per aziende ed artisti.

 

Spesso, anche in Italia, si invoca una necessaria revisione delle norme sul diritto d’autore, in particolare, della legge 633/1941 come se le norme in vigore costituissero un fondato limite all’evoluzione tecnologica e allo sviluppo di nuove opportunità nel settore digitale. Il settore musicale, in tale contesto, costituisce invece l’esempio di come, nell’ambito dell’attuale contesto normativo, si siano sviluppati innovativi modelli di business o opportunità per i consumatori di accedere, utilizzare e spesso anche manipolare e rieditare il contenuto consentendo allo stesso tempo di remunerare l’intera filiera.

 

Sistemi ad-based come lo streaming audio e video, modelli in abbonamento, possibilità di condividere in maniera legale video e tracce audio sulle proprie pagine dei social network, accedere a contenuti aggiuntivi o perfino remixare contenuti sono ormai parte dell’offerta musicale.

 

Le leggi in vigore hanno previsto molte eccezioni al diritto esclusivo ma molto spesso, nel settore musicale, le opportunità offerte dall’innovazione hanno superato le stesse previsioni di legge trasformando potenziali “pirati” in promotori o protagonisti del processo creativo.

 

La stessa previsione normativa dell’equo compenso per le copie ad uso personale, oggi all’esame del Ministro per i Beni Culturali nell’ottica di una naturale revisione tecnologica dei parametri, è di fatto una licenza ulteriore concessa al consumatore, per un insignificante contributo di prezzo sul device, per utilizzare senza limiti il contenuto musicale acquistato su CD o scaricato da una piattaforma online.

 

Smartphone e tablet sono ormai di fatto i nuovi pc ed integrano funzioni audio e video con tali livelli di innovazione da costituire di fatto un sempre disponibile strumento di registrazione, archiviazione e ascolto di contenuti musicali su base quasi illimitata.

 

In un dibattito fortemente ideologizzato, che accompagna spesso il tema del diritto d’autore, andrebbero invece evidenziati gli enormi progressi che ognuno di noi, come consumatore, ha potuto godere, proprio grazie ad un quadro chiaro e definito sul piano normativo, nell’accesso ai contenuti e quando questa evoluzione si svilupperá sempre di più nel futuro.

 

L’evoluzione dei modelli di business ha naturalmente portato a superare contrasti e pregiudizi rispetto all’accesso ai contenuti digitali e quello che è accaduto nel settore musicale deve costituire un modello per promuovere una forte spinta anche a livello di Paese sui contenuti digitali. Abbiamo visto proprio in questi giorni presentare proposte di legge in materia di diritti d’autore che sembrano ferme a dieci anni fa, con l’evidente considerazione che l’innovazione nel settore é andata piú veloce perfino del legislatore, non il contrario.

 

Sarebbe invece utile promuovere e sostenere una piattaforma di incentivi per chi, imprese o/e creativi, favoriscano il decollo dell’offerta di contenuti online, di nuovi modelli di business, e di piattaforme di e-commerce.

 

L’agenda digitale aveva pensato anche a questo, ma l’ultima legge di stabilità votata stanotte è riuscita a dirottare gli incentivi su qualche segmento dell’old business con buona pace dell’innovazione.