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Tlc, ricavi ancora giù. Luigi Gambardella (Etno) al FT: ‘Ma si vede la luce in fondo al tunnel’

Europa


Ancora un anno di decrescita per gli operatori telefonici europei, i cui ricavi scenderanno nel 2013 di circa il 3% (per un declino pari a 7,1 miliardi di euro) nella maggior parte dei principali paesi europei e del 3,7% complessivamente in tutto il continente. Si tratta del quinto anno consecutivo di ‘rosso’, come ha già spiegato Moody’s.

A rischio, come da più parti indicato, gli investimenti nella fibra ottica: una situazione, insomma, estremamente difficile che vede l’Europa arrancare dietro le altre economie come Usa e Giappone ma in cui, nonostante la scarsità di risorse e un quadro regolamentare che spesso crea incertezze sul ritorno egli investimenti, lo scorso anno sono stati investiti 46 miliardi di euro (26 per le reti in fibra e 20 per il broadband mobile).

 

Per spingere gli investimenti, gli operatori europei – rappresentati da ETNO – stanno chiedendo alla Commissione un nuovo quadro regolamentare che sia più propenso alle fusioni tra società del settore, così da favorire la nascita di aziende più grandi e in grado di competere con i rivali americani e asiatici.

“La regolamentazione è essenziale quando si vogliono convincere gli investitori a scommettere sulle telco Ue. Iniziamo comunque a scorgere segnali positivi da Bruxelles e sul mercato: la fine del tunnel dovrebbe essere vicina”, ha detto il presidente del board ETNO Luigi Gambardella al Financial Times.

 

Il verdetto della Commissione in merito alle proposte di merger tra O2 ed E-Plus in Germania e tra Telefonica Ireland e Hutchison 3G UK in Irlanda è considerato a tale proposito un banco di prova per capire quale sarà la posizione di Bruxelles, che – accusano le telco – ha guardato finora troppo all’interesse dei consumatori e troppo poco alla necessità di garantire agli operatori le basi per investire.

Come dimostra uno studio condotto da Idate per conto di ETNO, infatti, tra il 2008 e il 2012 i prezzi dei servizi di telecomunicazione sono scesi in Europa per circa 21 miliardi di euro.

Senza un opportuno adeguamento delle regole Ue, spiegano gli analisti Idate, i segnali per gli investitori saranno negativi e il settore non riuscirà a invertire l’attuale trend di declino.

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