Telecom Italia, Antonio Catricalà: ‘Telefonica dovrebbe accettare lo scorporo della rete’

di Paolo Anastasio |

Il viceministro del Mise ribadisce la sua posizione favorevole ad uno spin-off “non proprietario, ma societario” della rete che aprirebbe all’ingresso di Cdp. Ieri l’ad Marco Patuano ha detto no ad uno scorporo

Italia


Antonio Catricalà

“Telefonica dovrebbe accettare di scorporare”  la rete di accesso, una volta completata l’acquisizione del controllo di Telecom Italia. Lo ha ribadito oggi Antonio Catricalà, viceministro dello Sviluppo economico a Radio24, ripetendo quanto da lui già dichiarato in diverse occasioni (Leggi articolo Key4biz). Lo scorporo della rete sarebbe “non proprietario ma societario. Ci sarebbe un grande partner, la Cdp, e si potrebbe far gravare sulla rete 20mila dipendenti e parte di debito”.

 

Catricalà chiarisce poi che “se Telefonica acquisterà Telecom avrà in pancia anche la rete” e “dev’essere la società che decide di scorporare la rete”. Se Telefonica non dovesse decidere per lo scorporo, si terranno la rete “con più difficoltà nei confronti del governo”.

 

Parlando dell’operazione che ha visto Telefonica aumentare le sue quote in Telco, “Avrei detto no a Telefonica ma il mercato faccia il suo gioco”, prosegue Catricalà, aggiungendo che però “nessuno me lo ha chiesto”. Il viceministro ha chiuso precisando di non essere ora “contrario alla vendita a Telefonica, il mercato deve fare il suo gioco, e il governo deve avere le sue garanzie”.


“L’italianità va difesa quando insieme alla bandiera c’è da difendere la qualità del servizio. Telecom va difesa, ma va difesa la qualità e quantità dell’occupazione, va difesa la rete che è strategica, vanno difesi gli investimenti. Chiunque venga e garantisca queste tre cose, ben venga”, aggiunge Catricalà.
Secondo Catricalà, Telefonica sarà interessata a Telecom Italia anche dopo la separazione societaria della rete perché “compra comunque una serie di clienti con cui potrà ricominciare a fare servizi in senso vero. Telecom finora ha avuto minori facilitazioni perché proprietaria della rete, sarà più libera se è senza la rete”, chiude il viceministro.

Non più tardi di una settimana fa, ad un convegno organizzato dal sindacato, Catricalà aveva detto che “lo scorporo un’operazione che serve all’Italia, alla concorrenza e all’occupazione – ha detto Catricalà – Lo scorporo è già successo con Terna, costola di Enel, e con Snam, separata dall’Eni. Sono operazioni che hanno dato beneficio al titolo delle aziende quotate e all’Ebitda. E’ un’idea che ho sempre avuto, ci credo – ha aggiunto Catricalà – Ovviamente io penso ad uno scorporo societario e non proprietario” (Leggi articolo Key4biz).


Intanto, ieri in audizione al Senato Marco Patuano, l’amministratore delegato di Telecom Italia, ha detto che “Telecom Italia è un’azienda solida” che “non necessita di interventi di salvataggio o di misure dirigistiche, quali la nazionalizzazione o lo scorporo ex-lege della rete di accesso, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi infrastrutturali posti dall’agenda digitale” (Leggi articolo Key4biz).