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Privacy, Google paga 17 mln per aver ‘spiato’ gli utenti Safari

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Google patteggia con 38 Stati americani per chiudere un caso riguardante la privacy, impegnandosi a versare 17 milioni di dollari.

“I navigatori devono sapere se ci sono altri che navigano sul web con loro. Sorvegliando milioni di persone senza che queste ne fossero a conoscenza, Google non solo ha violato la loro privacy ma anche la loro fiducia” afferma il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman. “Dobbiamo rassicurare i consumatori sul fatto che possono navigare internet in sicurezza” ha indicato Schneiderman.

L’accordo riguarda il posizionamento dei cookie sui computer che usavano il browser Safari fra il 2011 e il 2012.

I cookie venivano usati per raccogliere informazioni sulla navigazione degli utenti (pagine visitate, preferenze…) e consentire al gruppo di offrire pubblicità mirate.

“Siamo lieti di aver collaborato con i ministri della Giustizia di questi Stati per raggiungere questo accordo “, ha detto un portavoce del gruppo, aggiungendo che la società “sta lavorando sodo per assicurare il rispetto della privacy e sono state prese misure per ritirare dai browser di Apple i cookie pubblicitari che – precisa l’azienda – non hanno raccolto informazioni personali” degli utenti.

 

Sempre per aver violato la privacy degli utenti Safari, lo scorso agosto Google ha accettato l’accordo con la Federal Trade Commission (FTC) e pagato una multa da 22,5 milioni di dollari, impegnandosi anche a disattivare tutti i cookies che non potevano essere istallati (Leggi Articolo Key4biz).

 

Si tratta di piccole somme paragonate al fatturato del gruppo che ha superato i 50 miliardi di dollari lo scorso anno, tuttavia la moltiplicazione delle accuse di violazione della privacy provoca un danno non indifferente all’immagine della web company che anche in Europa è al centro di un dossier spinoso riguardante le regole d’utilizzo introdotte lo scorso anno e che secondo i Garanti Ue violano la riservatezza degli utenti (Leggi Articolo Key4biz).

Finora la web company non ha fornito ai Garanti alcuna risposta se non che ‘rispetta le leggi’. 

A giugno il Garante italiano Antonello Soro ha deciso di richiedere a Mountain View maggiori e più precisi dettagli su aspetti specifici delle modalità di trattamento dei dati degli utenti: in particolare, riguardo all’informativa e al consenso all’uso dei dati, alla loro conservazione e al loro possibile incrocio, anche tra prodotti e servizi diversi.

Questi ulteriori elementi saranno valutati, ha precisato il Garante, per “l’eventuale adozione dei provvedimenti ritenuti più opportuni, inclusi, qualora dovessero  ricorrerne i presupposti, quelli a carattere prescrittivo o sanzionatorio”.

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