eGov: Italia penultima tra i Paesi Ocse, ma stipendi d’oro per i manager pubblici

di Raffaella Natale |

Solo il 19% dei cittadini italiani usa il web per interagire con enti locali e governo centrale.

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Italia in fondo alla classifica Ocse per l’uso di Internet nei rapporti con la pubblica amministrazione. Secondo un rapporto comparativo dell’organizzazione parigina, solo il 19% dei cittadini italiani utilizza il web per interagire con enti locali e governo centrale, contro una media Ocse del 50%. Solo il Cile, con il 7%, ha un risultato peggiore, mentre tutti i grandi Paesi europei sono al di sopra del 40%: la Gran Bretagna al 43%, la Spagna al 45%, la Germania al 51% e la Francia al 61%.

La percentuale di utilizzatori di servizi di eGovernment cresce nettamente per quanto riguarda le imprese, al 76%, ma resta nettamente inferiore alla media, che si attesta all’88%.

 

L’Italia, sempre secondo l’Ocse, si assicura però il primato degli stipendi d’oro agli alti dirigenti della PA. In quello si mantiene forte, assicurando ai manager pubblici una retribuzione di 632 mila dollari l’anno, quasi tre volte la media dei Paesi Ocse che si ferma a 232 mila dollari.

A debita distanza i dirigenti della Nuova Zelanda, al secondo posto tra i più pagati, con 400 mila dollari e poi quelli del Cile. Molto indietro francesi e tedeschi che si fermano a poco più di 250 mila dollari.

 

Per la vicepresidente dei deputati di Sel, Titti Di Salvo, firmataria della proposta di legge che fissa un tetto per i manager pubblici, “I dati Ocse indicano quella realtà paradossale che Sinistra Ecologia Libertà ha denunciato da tempo e che riguarda anche i manager delle società private, delle banche e delle assicurazioni“.

“Una tabella dell’Economist – aggiunge – dice che i capi d’azienda in Italia sono pagati all’ora 957 dollari, in Germania 546, in Francia 616. Abbiamo ottenuto che entro 2 mesi arrivi in aula la nostra proposta di legge. Un provvedimento che mira a superare quel paradosso tutto italiano secondo il quale, mentre il Paese è in crisi, le aziende chiudono e sale la disoccupazione giovanile, continuano le retribuzioni faraoniche dei top manager senza nessun rapporto con le retribuzioni dei dipendenti (tra le più basse di Europa) e con la salute delle imprese”.