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Le proposte del cinema italiano al Ministro Bray. E dopo che succederà? Intervista a Bruno Zambardino

Italia


Non c’è spazio per riflettere sul futuro del cinema italiano. Non c’è il tempo per analizzare cosa succede fuori dall’Italia. Occorre una riflessione immediata sul presente. Sulle criticità, sulle potenzialità, sulle sfide difficili. Come tornare a volare alto?

In 300, tra produttori, attori, sceneggiatori e operatori del settore a vario livello, hanno risposto all’appello di Massimo Bray, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per partecipare alla Conferenza Nazionale del Cinema, lo scorso 5 novembre. Tre i tavoli di lavoro per costruire proposte operative.

Sono emerse indicazioni concrete e realizzabili, oppure si è trattato di una iniziativa che difficilmente avrà un seguito?

Ne parliamo con Bruno Zambardino, docente di economia e gestione del cinema e della televisione alla Sapienza di Roma scelto come rapporteur del tavolo 3 (Politiche Pubbliche) della Conferenza Nazionale.

 

Key4biz.  Come giudica questa esperienza voluta dal ministro Bray?

 

Zambardino. Senz’altro un’iniziativa positiva perché basata sull’ascolto e su un ampio confronto tra i partecipanti, non solo addetti ai lavori. Dall’attore navigato al giovane laureato in tecniche dell’audiovisivo, al responsabile di Film Commission. E già questo è un dato importante per raccogliere input preziosi. Nei tavoli si è lavorato su tre direttrici: cinema come industria culturale; struttura, operatori del mercato e nuovi modelli di distribuzione e di fruizione; politiche pubbliche. Le proposte che ne sono scaturite sono davvero molte e sono state sintetizzati in un documento del Ministero e illustrati il 9 novembre dal Direttore Generale per il Cinema Nicola Borrelli alla presenza del Ministro Bray.

 

Key4biz.  Partiamo da lontano. Parliamo di internazionalizzazione. Il mercato internazionale può rappresentare un bacino di risorse ancora in buona parte inesplorato. Ma il prodotto italiano non circola. Perché e quali soluzioni mettere in campo?

 

Zambardino. Sicuramente occorre insistere per migliorare la qualità del prodotto e renderlo più esportabile. Ci sono tante strade percorribili, ai tavoli ne sono state indicate alcune: sviluppare maggiormente le esperienze di coproduzione, stimolando lo scambio con realtà estere; incentivare le coproduzioni minoritarie e la reciprocità e modificare il tax credit in questa direzione. C’è domanda di reciprocità in buona parte del mondo, ma l’Italia è totalmente assente;  occorre incentivare le produzioni con i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), con Australia e Canada. Occorrerebbe inoltre selezionare paesi con forte interesse per la cultura e la lingua italiana.

 

Key4biz.  Ma come si fa ad attrarre capitali esteri sul territorio italiano?

 

Zambardino. Ritengo che sia fondamentale, alla luce della scarsità di risorse pubbliche e private disponibili a livello domestico, attingere in modo più massiccio e strutturato alle risorse provenienti dall’estero. Da un lato occorre agire sulle coproduzioni e l’attrazione di capitali di grandi produzioni straniere (tramite il tax credit alle produzioni esecutive), dall’altro presidiando meglio la nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020.

A livello operativo si può intervenire ad esempio, eliminando l’IVA e l’IRAP per i progetti commissionati dall’estero (produzioni esecutive italiane per conto di produzioni non residenti) per evitare gravi problemi di liquidità dovuti ai tempi del recupero (di durata talvolta superiore a un anno). Non va poi trascurato il ruolo sempre più rilevante svolto dalle Film Commission sui vari territori e i cui servizi di supporto e di assistenza necessitano un riconoscimento normativo anche per evitare dispersione di risorse e razionalizzare e rendere più efficaci e coordinati l’intervento pubblico nazionale con quelli regionali.

 

Key4biz.  Come negli altri Paesi europei, in Italia il sistema audiovisivo ruota intorno alla televisione. I broadcaster che producono film, in Italia, sono sostanzialmente due: Mediaset e, soprattutto, Rai con quali conseguenze?

 

Zambardino. Come è evidente, gli editori grandi investono in poche grandi produzioni destinate ai soli canali principali, che hanno identico target: adulto, sedentario, di livello socio-economico medio/basso e poco propenso all’innovazione. Quindi, il commissioning di prodotto, che esaurisce la dotazione annuale, è di genere, linguaggio e contenuto mainstream.  Il blocco distributivo derivante dal duopolio (in tv come nel cinema) opera su tutta la filiera, impedendo la formazione di un prezzo per ogni sfruttamento e incamerando di default tutti (prodotto tv) o quasi (prodotto cinema) i diritti di sfruttamento.

 

Key4biz.  Quali proposte possono sbloccare questo meccanismo?

 

Zambardino. Sicuramente, tra le proposte che sono emerse, c’è quella dell’intervento per attenuare la concentrazione produttivo-distributiva, inducendo la riduzione del numero di reti generaliste e della pletora di specializzate che le circonda, a partire dal soggetto pubblico, liberando risorse da mettere in circolo e investire in nuovo prodotto con maggiore varietà: di genere, tema, linguaggio, formato, budget, collocazione, canale di sfruttamento (incluso il web). Altra strada è quella dell’identificazione di linee editoriali tipiche e diverse per ciascuna delle reti esistenti, ognuna delle quali divenga commissioner di prodotto pensato per il proprio target e con budget proporzionati ed economicamente sostenibili: animazione, documentario, factual, produzione cinematografica e seriale di genere diverso da commedia e mélo (thriller, noir, horror ecc).

 

Key4biz.  Parliamo delle sale. Negli ultimi dieci anni, il numero di biglietti venduti nel nostro mercato è rimasto sostanzialmente costante, attorno ai 100 milioni di biglietti all’anno: un mercato stagnante. Come intervenire in aiuto agli esercenti?

 

Zambardino. Tra le proposte emerse, le associazioni degli esercenti hanno chiesto la riduzione della pressione fiscale e il mantenimento dei crediti d’imposta introdotti a partire dal 1999/2000. In particolare, i soggetti più deboli e a più alto rischio di sopravvivenza (sale d’essai), propongono una revisione dei criteri di assegnazione dei premi d’essai, del regolamento «Schermi di Qualità» introducendo meccanismi più rigidi che premino solo i soggetti che effettivamente offrono programmazione di qualità. Inoltre, è stata avanzata la proposta di introdurre incentivi a programmare film europei a fronte degli aiuti ricevuti per la digitalizzazione delle sale e di ripristinare i fondi per le ristrutturazioni.

 

Key4biz.  Nel 2012 la DG Cinema ha erogato circa 200 milioni di euro a tutti i settori della filiera. Il sostegno pubblico (soprattutto quello nazionale) è molto concentrato sulla produzione, trascurando interventi strutturali a favore della distribuzione…

 

Zambardino. Le proposte avanzate spingono verso un coordinamento e centralizzazione della strategia: una Direzione Generale unica per l’audiovisivo in tutte le sue forme, collocata nel MiBACT, che interagisca con tutti gli attori economici della filiera.  Ma anche verso il coordinamento interistituzionale a livello statale (MiBACT, MIUR, MISE, Affari UE, Esteri) e con le autonomie (Regioni ed Enti Locali) su temi quali la formazione professionale a vocazione internazionale, l’istruzione primaria e secondaria sul linguaggio e sugli strumenti audiovisivi,  investimenti sulle diverse fasi della filiera produttiva e distributiva. Si chiede anche di implementare un impianto normativo adeguato sia a livello nazionale che regionale, che integri tutti gli aspetti della materia cinema e audiovisivo e consideri tutti i segmenti della filiera.

 

Key4biz.  I temi affrontati sono ancora tanti e non c’è modo di analizzarli tutti. Un’ultima considerazione, necessaria, va fatta sulla formazione: la formazione può essere la chiave per il rilancio?

 

Zambardino. Qui mi metto il cappello di Direttore didattico di Asfor Cinema per dire che  sicuramente la formazione è  il presupposto per lo sviluppo e la sostenibilità di ogni settore culturale e industriale. La formazione del settore, in tutte le sue declinazioni, va ripensata in modo coordinato, tenendo conto del nuovo scenario che vede l’ampliamento dei confini dell’opera (non più solo cinema, ma anche televisione, serialità, web). E anche su questo piano le proposte emerse sono molteplici.

 

Key4biz.  Ad esempio?

 

Zambardino. Per la formazione scolastica e del pubblico è stata proposta l’attivazione di una piattaforma online aperta condivisa e partecipativa che riunisca tutti i soggetti, per creare un open data della cultura cinematografica con contenuti formativi di qualità per evitare il rischio di crescente “analfabetismo iconico”. Per la formazione dei professionisti, è opinione condivisa quella di creare una struttura di formazione ampia e capiente che punti maggiormente alle competenze gestionali e alla specializzazione verso l’internazionalizzazione, oltre ad immaginare ad un rinnovato ruolo per il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Infine, mi piace ricordare il modello francese che prescrive che ogni attività finanziata, a livello nazionale e dalle DRAC (Direction régionale des Affaires culturelles) debba contenere un’offerta diretta e verificabile a promuovere la presenza e la partecipazione del pubblico giovane e ciò vale e può valere per tutti i linguaggi dell’espressione artistica, della scena, e ovviamente del cinema, della fotografia e dell’immagine animata.

 

Key4biz.  La Conferenza nazionale è stata senz’altro utile, ma avrà un seguito?

 

Zambardino. Diciamo che la conferenza è stata un buon punto di partenza (anche come metodo) per riordinare le idee e comprendere cosa può essere fatto a livello politico-governativo, cosa a livello infraministeriale e cosa ancora (presto) a livello di singolo ministero. Ora bisogna lavorare per tradurre in termini concreti lo sforzo e le energie profuse. Immagino che a breve la DG Cinema avvierà tavoli tecnici per entrare nel vivo dell’operatività dei possibili provvedimenti di riforma.

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