Cinema, riforma Ue: regole più light per l’era digitale

di Raffaella Natale |

Oggi la Ue ha adottato nuove disposizioni sugli aiuti di Stato. Il Commissario Almunia: ‘Oggi molti guardano film su tablet e smart Tv, dovevamo ripensare le regole’.

Unione Europea


Dalla Ue nuove regole sugli aiuti di Stato a favore dei film e altre opere audiovisive, per considerare i cambiamenti avvenuto  con l’era digitale.

 “Vedo che oggi molti guardano film sui loro tablet, e sulle smart TV a casa, ma per fortuna i cinema non sono vuoti“, ha detto il commissario europeo alla Concorrenza, Joaquin Almunia, presentando le nuove normative durante una teleconferenza con giornalisti di varie capitali europee. “Dovevamo ripensare le regole, anche per quanto riguarda la distribuzione, ma assicurandoci che chi vuole continuare ad andare al cinema possa farlo”.

 

I Paesi membri avranno due anni di tempo per adeguare i loro regimi di aiuto alle nuove disposizioni.

La nuova comunicazione sul cinema permette una gamma più ampia di attività, lascia ai Paesi Ue la responsabilità di stabilire quali siano le attività culturali che meritano di essere sovvenzionate, dà la possibilità di erogare maggiori aiuti per le produzioni transfrontaliere e promuove il patrimonio cinematografico.

Tenuto presente che in Europa c’è un proliferare di produzioni, circa 1.300 film l’anno, che superando di gran lunga gli 800 film l’anno degli Stati Uniti, ma che magari non riescono a raggiungere gli stessi livelli di successo tra il pubblico e di fatturato delle “pellicole” di Hollywood.

 

Gli Stati membri destinano una cifra stimata pari a 3 miliardi di euro all’anno ad aiuti a favore dei film: 2 miliardi di euro di sovvenzioni e prestiti agevolati e 1 miliardo di incentivi fiscali. L’80% circa di tali risorse è utilizzato per la produzione di film. La percentuale più consistente di tali aiuti è erogata da Francia, Regno Unito, Germania, Italia e Spagna.

 

La nuova comunicazione sul cinema tiene conto dei contributi ricevuti nell’ambito delle tre consultazioni pubbliche organizzate rispettivamente nel 2011 (Leggi Articolo Key4biz), 2012 (Leggi Articolo Key4biz) e 2013 (Leggi Articolo Key4biz)

 

“L’obiettivo delle norme riviste – ha commentato Almunia – è incoraggiare una creazione audiovisiva vitale in Europa, preservando nel contempo la diversità culturale in tutta l’Ue. Viene costituito un quadro UE comune per il sostegno pubblico concesso dagli Stati membri che tiene conto della dimensione europea del settore audiovisivo ed è volto a garantire che esso resti redditizio e competitivo.”

 

L’intensità degli aiuti che possono essere concessi per un film continua a essere limitata, in linea di principio, al 50% del bilancio previsto per la produzione. I costi di distribuzione e promozione possono essere sovvenzionati con la stessa intensità di aiuto. Tuttavia, le coproduzioni finanziate da più di uno Stato membro possono ora ricevere aiuti fino al 60% del bilancio di produzione. Non vi sono invece limitazioni per quanto riguarda gli aiuti alle sceneggiature, allo sviluppo dei progetti cinematografici o alle opere audiovisive considerate difficili, secondo criteri stabiliti da ciascuno Stato membro secondo il principio di sussidiarietà.

 

In base alle nuove norme, gli Stati membri continuano a poter imporre condizioni territoriali per le spese sostenute dai beneficiari di misure di aiuto a favore delle opere audiovisive. Si tratta di una restrizione delle norme del mercato unico UE che è giustificata dalla promozione della diversità culturale che richiede la tutela delle risorse e del know-how dell’industria a livello nazionale o locale. Le norme riviste garantiscono che tali obblighi territoriali restino proporzionati agli obiettivi da raggiungere. In particolare, gli Stati membri possono richiedere che il 160% degli aiuti concessi venga speso sul proprio territorio e inoltre esigere che, a prescindere dall’importo degli aiuti concessi, un livello minimo di attività di produzione si svolga sul proprio territorio come condizione per beneficiare degli aiuti. Tale attività non può mai corrispondere a più del 50% del bilancio di produzione. In tutti i casi, come in precedenza, gli obblighi territoriali per quanto riguarda le spese non possono superare l’80% del bilancio di produzione.

 

La nuova comunicazione sul cinema sottolinea anche l’importanza del patrimonio cinematografico europeo ed esorta a raccogliere, conservare e rendere accessibili i film europei. Gli Stati membri devono incoraggiare e aiutare i produttori a depositare una copia delle opere sovvenzionate ai fini della loro conservazione e utilizzazione a scopi non commerciali.

 

Per maggiori informazioni:

Testo integrale della nuova comunicazione sul cinema

Bollettino elettronico in materia di aiuti di Stato

Pagina sulla consultazione pubblica