#Unbundling: AgCom nelle mani della Ue, verso la procedura di infrazione?

di di Raffaele Barberio |

Una vicenda singolare che rischia di scaricare su AgCom una perdita di credibilità internazionale.

Italia


Raffaele Barberio

Continua l’inspiegabile braccio di ferro tra AgCom e Unione Europea sulla nota delibera dell’11 luglio sulle tariffe di unbundling.

La storia è nota ai più.

AgCom ha deliberato la scorsa estate l’abbassamento delle tariffe nel passaggio di linee da Telecom Italia agli operatori alternativi. L’approvazione è stata accompagnata, con una foga senza precedenti, da una serie di interviste e uscite stampa da parte di commissari AgCom in difesa della decisione assunta.

A settembre la Commissione Europea ha poi pubblicato l’attesa Raccomandazione prevista già dalla scorsa primavera (quindi ben prima della delibera AgCom) sulle metodologie di definizione dei prezzi delle linee in rame, sostenute da una linea precisa: fermare in tutta Europa la caduta dei prezzi del rame, per incentivare gli investimenti in fibra.

In tale contesto la delibera AgCom è risultata in netta controtendenza rispetto alle indicazioni europee e la sua approvazione da parte del Consiglio AgCom ha inevitabilmente assunto i toni dello “strappo istituzionale“, dal momento che i contenuti della Raccomandazione europea erano già ampiamente noti.

Ad aggravare le circostanze è subentrata la lettera dello scorso 12 agosto, pubblicata da key4biz, con la quale la Commissione Europea ha di fatto censurato l’operato dell’AgCom, usando dei toni duri e contestualizzando il contenuto della lettera in un atteggiamento dell’AgCom prolungato nel tempo, che va ben oltre la circostanza temporale della delibera citata (vai alla lettera della Commissione Europea).

Ieri, 12 novembre, è scaduto il termine entro il quale AgCom, UE e BEREC (l’organismo che raccoglie le autorità regolatorie nazionali) avrebbero potuto trovare una soluzione concertata.

Non è avvenuto nulla, evidentemente le resistenze di AgCom sono state insormontabili.

Ed ora cosa succederà?

Ancor prima di giungere allo scadere dei tempi, Agcom avrebbe deciso di andare per la sua strada sulle tariffe 2013, senza tener conto dei rilievi della Commissione.

Ora la Commissione Ue ha un mese di tempo per arrivare a una Raccomandazione che riconoscerà all’AgCom ulteriori 30 giorni per modificare o ritirare le misure in oggetto.

E se non accadrà nulla e AgCom sbatterà la porta in faccia alla Commissione Europea?

In tal caso Bruxelles potrà avviare una procedura d’infrazione, che comporterà un danno economico per le casse dello Stato e quindi per i cittadini italiani. Circostanza che, con questi chiari di luna, sarebbe quantomeno deprecabile (in assenza di chiare e forti motivazioni).

E allora viene da chiedersi sin da ora: perché si è determinata una condizione del genere?

Quali sono in generale le ragioni che rendono tanto forte la resistenza di AgCom rispetto alle indicazioni della UE?

E’ una partita ben lungi dal ritenersi conclusa, che sin d’ora apre un nuovo fronte sulle tariffe del triennio 2010-2012.

Insomma una storia complessa, fatta di porte sbattute, di irrigidimenti e strappi istituzionali tra Roma e Bruxelles, segnata anche dalle dimissioni di un commissario AgCom proprio nei giorni caldi delle polemiche tra Roma e Bruxelles.

Insomma una vicenda che reclama l’attenzione degli osservatori e dell’opinione pubblica e che, stando ai fatti, dovrebbe ancora protrarsi per mesi.

Vedremo come andrà a finire.

Noi la seguiremo.