#ddaonline: Agcom o Parlamento, continua il balletto sulle competenze

di Raffaella Natale |

Il Regolamento Agcom continua il suo iter. Intanto il Sottosegretario Legnini starebbe lavorando a una norma, che potrebbe passare con la Legge Stabilità, e il senatore Casson ha presentato un Ddl che Key4biz ha potuto visionare.

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Diritto d'autore

Resta ancora fosco il quadro sul futuro del diritto d’autore online. La norma a cui sta lavorando il Sottosegretario Giovanni Legnini del Pd, potrebbe passare come collegato alla Legge di Stabilità, bypassando la discussione in Parlamento, e intanto il senatore Felice Casson, sempre del Pd, ha presentato un Ddl, di cui Key4biz è in possesso, che parte da tre grandi presupposti: depenalizzare la violazione del diritto d’autore quando non c’è scopo di lucro; affidare al Dipartimento di pubblica sicurezza degli Interni l’azione di enforcement; abbattere le finestre temporali di distribuzione dei film.

 

In tutto questo il Regolamento Agcom continua il suo iter e potrebbe essere approvato entro la fine dell’anno. Salvo sorprese, perché a quanto apprende Key4biz il prossimo 14 novembre il relatore speciale dell’ONU sulla libertà di espressione, Frank La Rue, dovrebbe intervenire al Senato su alcune questioni fondamentali quali il diritto all’oblio e la diffamazione ma si sarebbe riservato un passaggio anche su diritto d’autore. La Rue, secondo quanto riferito a Key4biz, potrebbe, infatti, inserire nella sua raccomandazione ai Paesi dell’ONU anche il Regolamento Agcom, perché violerebbe la Dichiarazione universale dei diritti umani nella parte che riguarda la libertà d’espressione.

 

L’aspetto più fragile del Regolamento Agcom, e il suo presidente Angelo Cardani lo sa bene, è la competenza dell’Autorità ad agire sui siti pirata.

Nel Ddl Casson, depositato lo scorso 24 ottobre, cofirmatari i senatori Monica Cirinnà e Rosanna Filippin del Pd, si parte, infatti, da questo presupposto: più volte il presidente dell’Agcom Cardani ha dichiarato che “qualora il Parlamento intervenisse per adottare una riforma della legge che tutela il diritto d’autore per adeguarla alla nuova realtà tecnologica e di mercato, l’Autorità sarebbe lieta di cedere il passo, ed eventualmente conformare la propria azione alle previsioni del legislatore” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il cuore di questo disegno di legge è, infatti, quello di “cogliere proprio tale autorevole stimolo”.

 

Considerando, tra l’altro, che i poteri di intervento di Agcom in materia di diritto d’autore online sono assai circoscritti, in quanto limitati dal Decreto Romani del 2010 ai soli servizi di media audiovisivi.

 

Per Casson, le più ampie prerogative del legislatore consentiranno invece di adottare una riforma del diritto d’autore che tratti quindi entrambi gli aspetti relativi all’enforcement e alla promozione del mercato legale, senza dimenticare in primis di precisare, dettagliare, riconoscere e promuovere i diritti dei consumatori nel nuovo contesto digitale. In tal senso, con questo disegno di legge si introduce per la prima volta la parola “consumatore” nel corpo della legge sul diritto d’autore.

 

Il Ddl Casson parte da tre presupposti fondamentali. Intanto depenalizzare la violazione del diritto d’autore quando non c’è scopo di lucro così come avviene in altri Paesi Ue, abrogando la disposizione che prevede una responsabilità penale per chi mette online, senza espresse finalità di guadagno, un’opera protetta da copyright. Si depenalizzano così anche le attività legate al cosiddetto P2p.

L’obiettivo è tutelare e promuovere la creazione e distribuzione dei contenuti creati dagli utenti (User Generated Content – UGC).

 

Altro passaggio essenziale è l’estensione dei limiti all’eccezione del diritto d’autore, sempre nell’ambito del perimetro consentito dalle Direttive Ue, in modo da “…liberare il più possibile gli usi delle opere tutelate dal diritto d’autore per finalità di didattica, ricerca scientifica, critica e discussione…”.

 

Nel Ddl Casson, l’intervento sulla pirateria a scopo di lucro viene invece affidata al Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero degli Interni, in raccordo con la magistratura, visto che si tratta di reati penali, così come già avviene per la pedofilia, per i quali si agisce sui provider ordinando di inibire l’accesso ai siti pedopornografici.

 

Altro aspetto è l’introduzione del cosiddetto principio del ‘follow the money’, vale a dire ‘seguire il denaro’, per andare direttamente a colpire non il singolo utente ma le grandi piattaforme che con la pirateria fanno i quattrini.

Come? Attraverso l’identificazione diretta – con l’ordine rivolto agli istituti di credito e/o alle società che emettono e distribuiscono carte di credito – di coloro che per scopi commerciali violano il diritto d’autore, così evadendo anche le norme fiscali italiane.

 

In questo modo si identifica chi pratica pirateria e si tagliano gli strumenti economici, con indagini compiute da autorità di polizia.

Nella sua proposta Casson tenta così di conciliare una severa azione antipirateria, facendo però la differenza tra il semplice utente e le grandi piattaforme che violando il copyright guadagnano a danno dell’industria.

 

Altro passaggio fondamentale del Ddl Casson è l’abbattimento delle cosiddette ‘windows’, come del resto auspicato dallo stesso Presidente Cardani (Leggi Articolo Key4biz) e per il quale si sta battendo anche la Ue (Leggi Articolo Key4biz).

Si tratta delle cosiddette finestre temporali di distribuzione che prevedono che alcuni film arrivino prima al cinema, per poi essere disponibili su altri canali e infine in DVD. Un sistema che secondo Casson è una “…concausa certa della pirateria audiovisiva, in quanto gli utenti , in assenza di un’adeguata offerta legale di contenuti audiovisivi online, si rivolgono ai canali pirata di distribuzione di tale contenuto…”.