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Conferenza del Cinema: investimenti Rai ‘sbilanciati’ sulla fiction a scapito dei film

Italia


Investimenti Rai ‘troppo sbilanciati’ sul genere fiction a scapito dei film che stanno perdendo spazio nei palinsesti della tv pubblica. E’ quanto emerge dai tavoli della Conferenza nazionale del cinema, in corso a Roma fino a sabato.

La Tv pubblica continua a destinare risorse alla fiction, che in ogni caso rappresenta un pilastro dell’industria audiovisiva e fa crescere le entrate pubblicitarie.

Alcune prodizioni di punta della rete ammiraglia tengono incollati al piccolo schermo milioni di italiani.

‘Don Matteo’, giunto alla nona serie, è sicuramente un caso significativo. Il successo della precedente stagione, la numero 8, ha fatto sì che la Tv pubblica decidesse un’imponente manovra di investimento per una serie televisiva che continua ad appassionare i telespettatori che seguono anche le repliche.

Si tratta di una serie che ha fruttato alla Rai numerose entrate e per questo Viale Mazzini ha deciso di continuare a investire in questa direzione.

 

Secondo le ultime stime della Rai, ‘Don Matteo 9’ è costato circa 16,6 milioni di euro. Dietro di lui addirittura ‘Un medico in famiglia 8‘, con 14 milioni di euro per 13 episodi.

 

Prosegue, quindi, il processo di addensamento di serie tv sulle prime serate delle reti ammiraglie che riescono a massimizzare gli ascolti sempre sopra la media di rete: l’audience media delle fiction Rai nell’ultimo anno è stata del 23,5% con 6 milioni 500 mila spettatori. Tra i migliori 50 ascolti di fiction, 48 sono della Rai, solo due di Mediaset. Tra i migliori 100 ascolti Rai, 67 sono di fiction.

 

In un momento di crisi come questo, la Rai ha, quindi, deciso di continuare a investire sul prodotto. La produzione di fiction per Rai1 è aumentata del 20%. Non è invece aumentato il budget, ha spiegato il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta, in Commissione di Vigilanza (Leggi Articolo Key4biz), “perché abbiamo contenuto i costi. Abbiamo anche contenuto il fenomeno della delocalizzazione”.

Nei primi 9 mesi del 2013 il numero delle settimane lavorate all’estero è sceso a 21, pesando ormai solo per il 2% sul totale (sale  al 56% la quota delle settimane lavorate a Roma e nel Lazio mente il restante 42% si distribuisce nelle altre regioni).

 

Resta però ancora lo squilibrio della bilancia commerciale con una forbice sempre più ampia tra volumi crescenti di importazioni e ricavi decrescenti da export, scesi nel 2011-2012 sotto i 100 milioni di euro.

 

Tra i temi ricorrenti toccati alla Conferenza del cinema da produttori, distributori ed esercenti, il pubblico rimasto a 100 milioni di spettatori dal 1990, le finestre di distribuzione dei film e la via del video on-demand.

Bisogna individuare, ha indicato il Direttore Generale per il Cinema del Mibact, Nicola Borrelli, “le tante criticità che investono il settore cinematografico e comprendere perché vi sia in Italia una scarsa percezione delle possibilità economiche del ruolo dell’audiovisivo“. 

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