Corrado Passera: ‘La Rai deve meritarsi il servizio pubblico e il canone’

di Raffaella Natale |

‘Credo nel servizio pubblico, però, ci deve essere un gran bel progetto editoriale’, spiega l’ex Ministro dello Sviluppo economico.

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Corrado Passera

“Entro il 2016 la Rai deve meritarsi di mantenere il servizio pubblico e il relativo canone”.  

A dirlo è l’ex Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che si prepara a un ritorno sulla scena politica, intervistato da Gianni Minoli su Radio24.

“Credo nel servizio pubblico, però, ci deve essere un gran bel progetto editoriale. Servizio pubblico vuol dire portare, in tutto il mondo, il meglio del Made in Italy, sia culturale, sia tecnologico, sia della creatività“.

“Noi siamo in campo televisivo degli importatori netti, cioè importiamo format dappertutto e non siamo in grado di creare format per il resto mondo”, ha detto Passera.

 

Il 6 maggio 2016 scadrà, infatti, la concessione alla Rai del servizio pubblico radiotelevisivo. Le acque sono agitate, non solo per le forti perdite registrate della Tv pubblica, lo scorso anno secondo Mediobanca è stata la società industriale italiana con la peggiore perdita operativa (197 milioni, oltre il 7% del fatturato),  ma anche per via dei super-compensi percepiti da alcuni conduttori del prime-time che cominciano ad essere mal digeriti dai contribuenti (Leggi Articolo Key4biz).

 

A questo bisogna aggiungere anche il caso ‘Regalopoli’, analizzato da Il Giornale, che riporta una lettera anonima dove si “denunciata la scarsa trasparenza del sistema degli omaggi aziendali. Un forziere di orecchini e gemelli d’oro di un’importante gioielleria di Roma a due passi da piazza di Spagna, orologi di pregio (dagli Hamilton ai Jaeger-LeCoultre), ma anche foulard, libri, dischi, penne (MontBlanc e Montegrappa), portachiavi e cravatte (soprattutto della napoletana Marinella). Tutti omaggi consegnati negli anni dall’azienda di Stato a ospiti e politici, ma non solo. Un flusso di centinaia di migliaia di euro (almeno 300 mila l’anno) che sarebbe avvenuto senza lasciare traccia”.

 

Il canone, specie dopo notizie di questo tipo, continua a restare una tra le tasse che si pagano malvolentieri.

 

Il presidente Rai, Anna Maria Tarantola, ha, infatti, fatto sapere che l’Italia è il paese con il canone più basso tra quelli che ce l’hanno e anche con il tasso di evasione più alto: nel 2012 era pari al 27%, mentre negli altri Stati si attestava intorno all’1-1,5%.

 

Per la Tarantola, la lotta all’evasione del canone rappresenta la leva più importante per ridurre il ripetersi di una situazione di sbilancio, che viene di anno in anno messa in luce attraverso il sistema della contabilità separata e che ha evidenziato una incapienza cumulata (dal 2005 al 2012) delle risorse da canone pari a circa 2,4 miliardi di euro.