eRecruiting, il 40% delle aziende italiane cerca lavoratori su internet

di Raffaella Natale |

Tra febbraio e aprile 2013 sono stati pubblicati online 180 mila annunci di offerte di lavoro. Lo rileva l’ultimo Rapporto della Fondazione Obiettivo Lavoro.

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Il lavoro? Sempre più spesso si cerca e si offre su internet. E’ quanto emerge dai risultati dell’indagine della Fondazione Obiettivo Lavoro, realizzata in collaborazione con Crisp (Centro di ricerca interuniversitario per i servizi di pubblica utilità dell’Università di Milano Bicocca) e Fondazione per la Sussidiarietà, contenuti nel 2° Rapporto sul mercato del lavoro ‘Le dinamiche, i servizi che cambiano il mercato del lavoro’.

Dai dati raccolti si rileva che il 40% delle aziende cerca lavoratori sul web; il 54% delle richieste è rivolto a laureati, il 46% a diplomati; i contratti proposti sono per la maggior parte temporanei (55%), seguono quelli permanenti (15%) e di inserimento (11%).

 

Il rapporto ricorda anche che sono 23 milioni gli italiani che hanno un profilo su Facebook (sui 38 milioni che navigano); 3,5 milioni un profilo su Linkedin. In particolare, per quanto riguarda la dinamica relativa al web, sono stati analizzati quasi 180 mila annunci di offerte di lavoro pubblicati tra febbraio e aprile 2013. A livello territoriale, è la regione Lombardia a mostrare la quota maggiore di offerte di lavoro pari al 32%; seguono Veneto ed Emilia-Romagna entrambe con una quota del 12%; Piemonte con il 10% e Lazio con il 7%. Le restanti regioni presentano una quota inferiore o al massimo uguale al 5%.

 

In Italia i livelli occupazionali della popolazione attiva mostrano ”differenziali sostanziali” rispetto agli obiettivi di Strategia Europa 2020.

Il target di piena occupazione redatto per il Belpaese è pari al 67% nel 2020, ‘tipicamente più morbido’ rispetto al 75% previsto per gli altri paesi membri. La crescita dell’occupazione – si legge nel Rapporto – dovrebbe riguardare soprattutto giovani e donne, i cui livelli di occupazione sono ‘molto inferiori’ alla media Ue. Sul versante dell’educazione, la Fondazione Obiettivo Lavoro rileva che in Italia meno di un posto di lavoro su cinque è altamente qualificato, e solo poco più della metà è svolto da persone con istruzione universitaria. Per questo motivo si auspica un aumento dei titoli di studio di terzo livello e la riduzione di giovani con basso livello di istruzione.

 

Il Rapporto indica anche che i cittadini stranieri si mostrano mediamente “più’ ottimisti” degli italiani rispetto alle proprie chance occupazionali future. La Fondazione Obiettivo Lavoro definisce ‘controverso’ il segno della relazione tra cittadinanza e occupabilità: infatti per gli italiani sembra più facile mantenere e/o trovare una nuova occupazione nel tempo.