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Brevetti: HP cerca di fare cassa con i patent di WebOs

Stati Uniti


HP, alla ricerca di strategie per rimpinguare le casse, starebbe cercando acquirenti per i suoi brevetti legati alle tecnologie di mobile computing.

In particolare, riportano fonti anonime citate da Bloomberg, il produttore californiano di Pc avrebbe messo ‘in vendita’ i brevetti legati a WebOs, il sistema operativo per smartphone e tablet che HP ha inglobato con l’acquisizione di Palm, nel 2010 ma ha poi dismesso.

Nei mesi scorsi, la società guidata da Meg Whitman, ha rimosso alcune condizioni restrittive in modo da rendere i suoi brevetti più allettanti agli occhi di eventuali acquirenti e da poter alzarne il prezzo.

 

HP, attuale numero due mondiale del mercato Pc, sta cercando di invertire il calo di utili e fatturato che prosegue ormai da diversi anni. La Whitman, da tre anni al timone dell’azienda, si è concentrata sulla stabilizzazione dei ricavi e sui dividendi, virando anche su un approccio ‘mobile-centrico’ incentrato sui sistemi operativi Windows Mobile di Microsoft e Android di Google.

 

WebOS rientrava nell’acquisizione da 1,2 miliardi di Palm, che con i suoi PDA è stato uno dei pionieri del settore. Il suo smalto è andato tuttavia perdendosi dopo l’ingresso nel mercato dei vari BlackBerry, iPhone e smartphone Android. E anche il WebOs ha seguito questa traiettoria discendente dopo il flop degli ultimi modelli lanciati da Palm, il Pre e la sua versione ‘light’ Pixi, destinati a giocare il ruolo di ‘iPhone killer’ ma che non sono serviti a risollevare le sorti del gruppo.

WebOs, quindi, è stato inizialmente trasformato in un progetto open source, ribattezzato Gram. Il codice sorgente del sistema operativo è stato venduto a LG all’inizio di quest’anno. In base all’accordo, HP ha però mantenuto la proprietà dei brevetti.

 

La mossa della Whitman conferma comunque la crescente importanza della proprietà intellettuale legata ai dispositivi mobili: nel 2011, Google ha acquisito Motorola Mobility spendendo 12,5 miliardi di dollari in gran parte per i suoi brevetti. Lo scorso anno un consorzio guidato da Microsoft e che includeva Apple, Ericsson, Sony, EMC e RIM ha messo sul piatto 4,5 miliardi di dollari (4 volte di più del prezzo atteso dagli analisti) per ‘soffiare’ a Google 6.000 brevetti di Nortel Networks.

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