#EUCO. Leader Ue compatti nel sostegno al mercato unico tlc

di Alessandra Talarico |

Kroes e Barroso: ‘Accelerare sul digitale’. Per il presidente board di ETNO Luigi Gambardella, importante ‘il riconoscimento dal parte del Consiglio Ue di quanto una solida economia digitale sia vitale per la crescita'.

Europa


Jose Manuel Barroso

Anche se, come era prevedibile, le nuove rivelazioni sul Datagate hanno monopolizzato l’attenzione dei leader riuniti per la due giorni di Consiglio europeo (Leggi articolo Key4biz), non è mancato il focus su altre questioni quali l’impellente necessità dell’Europa di riguadagnare terreno nell’economia digitale, di cui un tempo era leader.

 

Tra la crisi economia che incombe e non accenna a mollare la presa, la disoccupazione giovanile che toglie speranza a un’intera generazione, la mancanza di ‘solidarietà’ di buona parte del Continente verso il dramma dei migranti, non è un momento felice per l’Europa, ma è anche vero che se non si riuscirà a trovare unità d’intenti – oltre le belle intenzioni – non si va andrà lontano.

Un’unità che si sta tentando, a fatica, di costruire, almeno per quanto riguarda il mercato delle telecomunicazioni. Perché se è vero che il futuro è digitale e che l’aumento della disponibilità di banda larga è un toccasana anche per il PIL, è anche vero che qualcuno queste reti le deve pur fare, e non sono gratis.

Per questo l’industria chiede da tempo ormai una ristrutturazione del mercato – così da consentire alle telco di raggiungere dimensioni ‘paneuropee’ che consentano loro di competere anche con i rivali americani e asiatici – e una revisione delle attuali normative, così da ‘livellare’ il campo d’azione con regole uguali per tutti gli attori della catena di valore.

 

Ieri – prima giornata di Consiglio – secondo il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, è stata “una buona giornata per l’Europa”, anche per l’appoggio manifestato dai leader europei alla proposta del mercato unico digitale, che dovrà essere completato, stando alle conclusioni del consiglio, entro il 2015.

“Superare la frammentazione, promuovere una concorrenza efficace e attrarre gli investimenti privati attraverso un quadro giuridico prevedibile e stabile è essenziale. Così com’è essenziale assicurare un alto livello di protezione dei consumatori e una maggiore flessibilità per gli stati membri sulle misure da adottare in tal senso”, si legge nelle conclusioni del Consiglio. I leader europei, si legge ancora nel documento conclusivo della due giorni, “accolgono con favore la presentazione del pacchetto ‘Connected Continent’ e incoraggiano i legislatori a effettuare un attento esame in vista della sua tempestiva adozione”, sottolineando altresì l’importanza di una migliore organizzazione dell’assegnazione dello spettro radio, pur nel rispetto delle competenze nazionali in quest’area.

 

“La nostra economia dipende sempre più dalla connettività e l’accesso ai servizi online è cruciale per la crescita“, ha detto la Kroes.

“Per esempio – ha aggiunto – promuovendo il Wi-Fi e il 4G, possiamo assicurare connettività wireless ovunque. Ma l’Europa ancora arranca in quest’area”.

I leader europei, ha detto la Kroes, hanno guardato anche al quadro più ampio, oltre le telecom, riconoscendo che l’economia digitale è vitale per l’occupazione e ponendo l’agenda digitale in cima alle priorità della programmazione economica: questo include, per esempio, le misure sulla e-identification, il copyright, la digital education, la sicurezza delle reti e il cloud.

 

“C’è bisogno – viene ribadito ancora nelle Conclusioni del consiglio – di eliminare i colli di bottiglia nell’accesso alla ‘digital life’ da diverse piattaforme”, rimuovendo, quindi, tutto ciò che impedisce l’interoperabilità dei dati e dei contenuti e facendo attenzione a non aggiungere nuovi oneri amministrativi in capo alle aziende, soprattutto alle PMI.

Comunione d’intenti, tra i diversi leader europei, è stata raggiunta anche per quel che riguarda la modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, che dovrebbe proseguire attraverso la rapida implementazione dei servizi di eGovernment, sanità digitale, fatturazione ed appalti elettronici, così da facilitare l’interazione digitale tra cittadini e aziende con la pubblica amministrazione. “Questo porterà a servizi migliori e più numerosi per cittadini e imprese, nonché a notevoli risparmi per il settore pubblico”, viene sottolineato ancora nel documento finale del Consiglio,  che pone anche l’accento sugli Open data, il cui potenziale – in termini di creazione di società più interconnesse e forti e di vantaggi per i cittadini – è enorme e ancora per lo più sottostimato.

 

E’ importante, ha sottolineato infine la Kroes, approvare in fretta il nuovo pacchetto telecom, perché le elezioni incombono e il mondo digitale si muove molto rapidamente.

“Data l’importanza della posta gioco, il Consiglio europeo tornerà sulla questione nel 2014 e nel frattempo mi impegno a lavorare intensamente con i ministri degli Stati membri per assicurare un settore telecom dinamico e forte; un’Europa connessa e competitiva e maggiori vantaggi per i consumatori”, ha concluso la Kroes.

Anche il Presidente Barroso ha ribadito, nel suo intervento, l’importanza del mercato unico digitale, focalizzandosi anche sul ruolo del ‘pacchetto Kroes’ e sottolineando anch’egli l’importanza di procedere in fretta, così da approvare le riforme prima delle prossime elezioni di maggio 2014.

 

Nel corso dei lavori, Barroso ha quindi presentato il Rapporto “Innovating in the digital era: putting Europe back on track” da cui risulta quanto mai evidente l’entità del gap da colmare, soprattutto con gli Usa, in termini di innovazione ed economia digitale.

Per Barroso, l’Europa non starebbe sfruttando a dovere le opportunità offerte dal digitale, anche per via dell’eccessiva frammentazione dei mercati – che spiega perché l’Europa viaggia a diverse velocità in termini di produttività e competitività: c’è bisogno di investire per invertire questa tendenza, ma anche di fare in modo che i cittadini riacquistino fiducia nell’economia digitale. E, certo, le ultime rivelazioni sullo spionaggio americano non aiutano. Ma basterebbe anche il fatto che la bozza delle conclusioni dello stesso Consiglio sono finite sul Financial Times ancor prima che sulle scrivanie dei capi di Stato per far capire di cosa (non) si sta parlando.

“E’ una questione molto seria – ha detto Barroso – perché per noi europei la protezione dei dati è un valore fondamentale ed è per questo che la Commissione ha presentato proposte in tal senso a gennaio del 2012″, prima quindi, dello scoppio del Datagate.

 

Soddisfazione per l’accelerazione verso il mercato unico delle tlc è arrivata anche dall’associazione ETNO, che rappresenta i principali operatori europei e che si è detta pronta a collaborare “con le istituzioni europee e con tutti gli altri attori per raggiungere mete più ambiziose” nella realizzazione dell’agenda digitale.

Luigi Gambardella, chairman del board di ETNO ha sottolineato “…l’importanza del riconoscimento dal parte del Consiglio europeo di quanto una solida economia digitale sia vitale per la crescita e la competitività”.

Gli operatori Ue, ha detto, condividono “pienamente” la visione espressa dal Consiglio per quanto riguarda gli investimenti per la banda larga, internet aperto, cybersicurezza, cloud computing, ma evidenziano altresì l’appello ai legislatori “a effettuare un attento esame” del pacchetto Kroes prima della sua adozione. Per Gambardella, un’ulteriore analisi della proposta potrà fornire “l’adeguato livello di attenzione del corretto quadro di regolamentazione”.


La GSMA, che rappresenta gli operatori mobili europei ha parlato di “segnale forte sulla necessità di promuovere gli investimenti e accelerare e completare le iniziative legislative nelle aree chiave della protezione dei dati, identificazione digitale, pagamenti e riduzione degli ostacoli al roll-out della banda larga” ma ha infine posto l’accento anche sulla necessità di “iniziare a lavorare il prima possibile su proposte più onnicomprensive che possano affrontare in modo efficace” le ragioni del ritardo europeo negli investimenti per le infrastrutture.