Key4biz

Pubblicità ingannevole: ricariche telefoniche, Gratta & Vinci…l’Antitrust multa Index per 324 mila euro

Italia


Supermulta per 324 mila euro alle aziende del gruppo Index, colpevoli di pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette.

“Con una strategia coordinata, e ciascuno con un suo ruolo, pubblicizzavano la possibilità di aderire a una rete informatica grazie alla quale piccoli e piccolissimi esercenti avrebbero potuto operare come centro di vendita di servizi quali le ricariche di telefoni cellulari, le spedizioni postali e le scommesse online”. Omettevano però di spiegare che alcuni servizi avrebbero potuto essere indisponibili. Quando le microimprese cercavano di recedere dal contratto le società opponevano una serie di ostacoli”.

Spiega così la nota dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato le motivazioni alla base delle sanzioni a Index Holding e alle società del gruppo, condannate anche a pubblicare un estratto della decisione dell’Antitrust.

 

Index Europea nasce nel 1993 e si occupa di produzione e distribuzione di informazioni e servizi professionali: banche dati legislative e biomediche, bandi e gare d’appalto…

La società si qualifica come System integrator, perché integra al lancio dei servizi anche l’hardware necessario alla consultazione. Successivamente espande l’operatività occupandosi anche della creazione e manutenzione di portali internet.

E’ nel 2003 che Index lancia in Italia il progetto IndexPoint che prevede la creazione di una rete telematica per servizi destinati al pubblico. Ai servizi storici si aggiungono quelli fortemente richiesti dal mercato quali ricariche dei telefonini, servizi di postalizzazione e anche di sviluppo fotografico. Nasce anche CartatTel mentre nel 2006 è la volta di IMEL.eu (Istituto di Moneta Elettronica Europeo) che svolge l’attività di emissione di moneta elettronica e di IndexGaming responsabile di tutte le attività all’interno del gruppo collegate ai videogiochi che distribuisce pure i Gratta & Vinci online.

Il procedimento, informa l’Antitrust, è stato avviato alla luce delle segnalazioni inviate da molte piccole aziende, in gran parte esercenti di bar, edicole, piccoli e piccolissimi ristoranti, spesso a gestione familiare.  Secondo quanto ricostruito dall’istruttoria le società facenti capo al gruppo Index, ciascuno con un suo ruolo, prima pubblicizzavano la possibilità di aderire a una rete informatica grazie alla quale gli esercenti avrebbero potuto operare come centro di vendita di servizi quali “le ricariche di telefoni cellulari, le spedizioni postali e le scommesse online”.

 

Le campagne pubblicitarie, svolte anche attraverso consegne di depliant ‘porta a porta’,  omettevano però di spiegare che alcuni servizi avrebbero potuto essere indisponibili. In qualche caso l’avvertenza sulla possibile indisponibilità di alcuni servizi era indicata ma in caratteri molto piccoli. Chi aderiva all’offerta si trovava spesso nella condizione di non potere fornire i servizi alla propria clientela (subendo anche un danno d’immagine): al momento di rescindere il contratto incontrava però una serie di ostacoli, costituiti da uno studiato e organizzato rinvio di responsabilità da parte delle società controllate da Index Holding. All’azienda rimaneva, come unica possibilità, per vedersi riconoscere i propri diritti, quella di citare in giudizio le società.

 

L’Antitrust ha ricostruito i ruoli delle diverse società. Le sanzioni maggiori vanno a Index Europea Spa, la controparte contrattuale nei contratti denominati “Indexpoint”, che ha  pubblicizzato i prodotti e servizi del gruppo nonché gestito i rapporti con i clienti al momento dei loro reclami per la mancata disponibilità dei beni e dei servizi: la società è stata sanzionata per 78 mila euro per pubblicità ingannevole e per 202 mila euro per pratiche commerciali scorrette.

Exit mobile version