Mercato Unico tlc: il BEREC esprime parere negativo sulla proposta di regolamento Ue

di Alessandra Talarico |

BEREC ritiene che la Commissione non abbia adeguatamente dimostrato che le proposte genereranno valore nel mercato europeo delle comunicazioni e si dice preoccupato per il cambiamento di orientamento politico rappresentato dalle proposte.

Europa


Neelie Kroes

L’Organismo che riunisce i regolatori europei delle telecomunicazioni (BEREC) ha pubblicato il suo parere sulla proposta di regolamento sul Mercato unico europeo delle tlc presentata dal Commissario Neelie Kroes lo scorso 11 settembre

 

Una proposta che copre, secondo il BEREC, “questioni complesse e delicate” e che avrebbero pertanto avuto bisogno di essere sottoposte a una consultazione e a un’attenta analisi. Cosa che però, sottolineano i regolatori, “non è avvenuta” e potrebbe non avvenire in questa legislatura, visti i tempi stretti prima delle prossime elezioni europee di maggio 2014.

“Al fine di consentire un’adeguata riflessione sull’impatto di queste complesse proposte e per garantire un contesto normativo ‘a prova di futuro’, questi problemi potrebbero alternativamente far parte della prossima revisione dell’intero quadro delle comunicazioni elettroniche, nel corso della prossima legislatura”, spiega il BEREC, passando poi ad analizzare nel dettaglio i punti di criticità individuati nella proposta, che sono parecchi.

 

A monte, “BEREC ritiene che la Commissione non ha adeguatamente dimostrato che le sue proposte genereranno valore nel mercato europeo delle comunicazioni” e si dice preoccupato per il cambiamento di “orientamento politico” rappresentato dalle proposte, alcune delle quali, peraltro, risulterebbero “inattuabili e sproporzionate”, nonché in alcuni casi addirittura “controproducenti”.

 

La Commissione, in sostanza, avrebbe agito con troppa fretta, senza calcolare le conseguenze del nuovo pacchetto e non avrebbe basato le sue proposte su analisi e prove concrete. Questo – dicono i regolatori – “è importante perché una diagnosi inesatta può portare a prescrivere le cure sbagliate”

BEREC nota quindi che, in riferimento al quadro complessivo della digital economy, il risultato complessivo non dipende solo dall’industria tlc, ma “richiede piuttosto lo sviluppo di solide relazioni tra le telco e gli attori dei mercati adiacenti, come gli OTT, i fornitori di piattaforme operative, i produttori di infrastrutture”.

 

L’analisi della Ue, spiega quindi il BEREC, trascura innanzitutto il fatto che – come dimostrato da uno studio effettuato nel 2012 per conto della DG Connect da SamKnows – le velocità della banda larga in Europa sono più alte che negli Usa (+36% per quanto riguarda l’Adsl e l’FTTx). In secondo luogo, non si tiene conto delle dinamiche di copertura delle NGN che, per esempio, nel Regno Unito tra aprile 2012 e maggio 2013 è aumentata dal 25% al 55% delle abitazioni. In Danimarca si è passati dal 40% al 60% e in Olanda dal 40% al 70%.

Anche la qualità e la copertura del 4G, come evidenziato in uno studio di Analysis Mason, sono migliori che negli Usa e, in ogni caso, sottolinea BEREC, anche se con differenza tra un paese e l’altro, “l’Europa occidentale vanta un numero di reti LTE operative maggiore di qualsiasi altra regione”.

Anche in termini di prezzi, i mercati Ue appaiono competitivi: le tariffe della banda larga fissa in 16 Paesi Ue sono più bassi che negli Usa.

 

Tra gli altri ‘appunti’, quindi, il BEREC nota che le proposte rappresentano un “sostanziale cambiamento nel rapporto di forza tra la Commissione, da un lato, e gli stati membri, il BEREC e le autorità nazionali dall’altro, centralizzando la regolamentazione dei mercati nazionali senza adeguata giustificazione”.

 

Quanto alle misure sull’abolizione del roaming, BEREC ritiene che le proposte della Commissione siano difficili da mettere in atto. I regolatori preferirebbero seguire l’iter dell’attuale regolamento e, se i legislatori vogliono muoversi più velocemente, consigliano di iniziare a sviluppare nuove proposte per eliminare le tariffe di roaming che entrino però in vigore nel momento in cui scadranno gli attuali massimali.