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Pronto, chi spia? Altro che NSA, molto più spesso è il partner che controlla segretamente il nostro cellulare

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Non c’è solo la NSA che spia nei nostri smartphone per carpire i nostri più intimi segreti. Sono infatti sempre più numerose le persone ‘comuni’ che utilizzano sofisticati software per spiare le comunicazioni del partner, dei figli, dei rivali in affari.

Lo rivela uno studio effettuato dalla società americana Lacoon Mobile Security che ha analizzato il traffico dati dei dispositivi mobili sulla rete mediorientale di un operatore europeo, scoprendo che su molti device è stato installato un qualche software di sorveglianza, all’insaputa del loro proprietario.

E  non si tratta di app nocive scaricate inconsapevolmente da qualche sito malevolo, ma di programmi spia, disponibili in commercio, che qualcuno che ha accesso al cellulare ha installato per controllare segretamente messaggi, telefonate, contatti e anche, in alcuni casi, per ascoltare le telefonate in tempo reale.

 

“Nella maggior parte dei casi, le spie sono le mogli o i mariti gelosi o investigatori privati che agiscono per conto di rivali d’affari”, ha spiegato Michael Shaulov, Ceo di Lacoon Mobile Security che si occupa software di sicurezza che individuano queste app spia sui dispositivi privati e le reti aziendali.

Lacoon, fondata nel 2011 da un ex membro delle forze armate israeliane (Israel Defense Forces) ha analizzato il traffico mobile col consenso dell’operatore, che Shaulov non ha voluto identificare, per verificare quanti dispositivi fossero in collegamento con server associati con aziende di spyware.

 

Al momento il numero non è altissimo – sono appena 600 – ma secondo Shaulov è destinato a crescere di pari passo con l’aumento della consapevolezza dell’esistenza di questo tipo di programmi.

Circa la metà dei dispositivi erano collegati a SpyToMobile che vende i suoi programmi direttamente ai consumatori.

 

Certo, non è legale spiare un telefono che non è il tuo, ma questo è un piccolo dettaglio se comunque si ha accesso al dispositivo che si viole controllare, che spesso e volentieri è quello del partner.

Non a caso, i termini di servizio di SpyToMobile spiegano che è necessario possedere il telefono su cui si intende installare il software oppure avere l’autorizzazione scritta del proprietario. La società ha anche fatto sapere di aver bloccato alcuni utenti che hanno usato il software all’insaputa del proprietario del telefono.

 

Che ci piaccia o no, dunque, la privacy è ormai tutt’altro che un diritto, ma forse – come dimostra questo studio, più che dalle ‘forze occulte e malevole’ dobbiamo guardarci da chi ci è più vicino.

 

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