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Telecom Italia, intervista a Enza Bruno Bossio (PD): ‘La politica deve proteggere la rete come patrimonio nazionale’

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Proteggere la rete di Telecom come patrimonio nazionale. È l’obiettivo della risoluzione proposta dall’onorevole Enza Bruno Bossio sul futuro della rete di Telecom Italia.

Mentre oggi alle 18 è stato convocato il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno anche la ‘Golden Power’ per lo scorporo della rete Telecom, ieri i gruppi del Partito Democratico e di Scelta Civica della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati hanno sottoscritto la risoluzione proposta dall’onorevole del Pd

La deputata, una lunga carriera alle spalle nella dirigenza di aziende informatiche e nel marketing strategico per i comparti dell’eGov, della telemedicina e dell’eCommerce, sostiene che Telecom Italia va protetta perché rappresenta un patrimonio per tutto il sistema-Paese.

L’abbiamo intervistata per approfondire le ragioni della risoluzione che ha presentato. 

 

 

Key4biz. Onorevole, con questo atto chiedete al Governo di applicare le regole della ‘Golden Power’ riservate alla protezione degli asset strategici per il sistema-Paese. Perché?

 

Bruno Bossio. Perché siamo convinti che ci siano tutte le condizioni per applicare le norme sui poteri speciali che lo Stato si riserva in aziende strategiche. Qui non si tratta di difendere l’Italianità in sé, come valore assoluto; si tratta piuttosto di riconoscere, e quindi proteggere, un patrimonio strategico per l’intero Paese, il cui futuro rischia altrimenti di essere compromesso.

 

Key4biz. Vi preoccupa l’acquisizione da parte di Telefonica della maggioranza di Telco, azionista di controllo di Telecom Italia?

 

Bruno Bossio. Telefonica è certamente una grande azienda, ma è anche in una posizione quantomeno anomala.

 

 

Key4biz. In che senso?

 

Bruno Bossio. Mi spiego meglio: è indubbio che la sua presenza in Telecom Italia sia connotata da un palese conflitto di interessi, determinato dal fatto che Telecom Italia possiede in Brasile Tim Brasil, uno dei quattro operatori mobili brasiliani che opera in diretta concorrenza con Vivo, la società di telefonia mobile di proprietà di Telefonica operante quindi nello stesso mercato. 

 

 

Key4biz. Due società di telecomunicazioni proprietarie di altrettante società di telefonia mobile e quindi in competizione fra loro…

 

Bruno Bossio. Esattamente. E all’orizzonte potrebbero profilarsi rischiose convergenze.

 

 

Key4biz. Vale a dire?

 

Bruno Bossio. Non vorremmo che Telefonica forzasse Telecom Italia alla vendita di Tim Brasil, un pezzo importante e redditizio dell’azienda italiana, per poi decidere di non essere più interessata a Telecom Italia, ormai svuotata a quel punto di ogni valore commerciale sul mercato internazionale.

 

 

Key4biz. Cosa dovrebbe fare dunque Telefonica a suo avviso?

 

Bruno Bossio. Se Telefonica è realmente interessata al futuro di Telecom Italia, e non solo alla cessione di Tim Brasil, allora dovrà porsi nella condizione di esprimere prima la propria vision, il proprio interesse concreto verso il mercato italiano e l’intero ecosistema di Telecom Italia. Intendo dire tutto il patrimonio di risorse umane, di maestranze e di conoscenze che Telecom Italia ha costruito intorno a sé nel corso di decenni e che ha fatto la storia dell’ingegneria delle telecomunicazioni di questo Paese.

 

 

Key4biz. Tocca alla politica ora fare delle mosse concrete?

 

Bruno Bossio. La politica deve fare la sua parte. Per questo motivo chiediamo il ricorso immediato alla ‘Golden Power’,  con un’azione consapevole e concertata di Parlamento e Governo, dando seguito allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 settembre 2013.

Key4biz. Che prevede cosa?

 

Bruno Bossio. In esso viene individuato che “rientrano negli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni le reti e gli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga e ultralarga”.

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