Donne e Media, una valanga di mail alla Rai. Tarantola scrive alla promotrice dell’Appello

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‘Ampia attenzione alle questioni di genere’, scrive la Tarantola, chiedendo di fermare le sollecitazioni. La Cims risponde: ‘Anche se volessi, non potrei spegnere con un interruttore l’alienazione che pervade i sostenitori dell’Appello accendendo la Tv’.

Italia


Anna Maria Tarantola

Sono centinaia le email giunte alla Rai per sostenere le riforme proposte da Gabriella Cims, attraverso l’Appello Donne e Media sostenuto e diffuso da Key4biz, volte ad una più realistica rappresentazione delle donne in tivù. Da ogni parte d’Italia, singole persone e associazioni stanno inviando email al Presidente della Repubblica, alla presidente e al direttore generale della Rai, al presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza. 

La presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ha quindi risposto alla promotrice dell’Appello con un’email in cui fa esplicito riferimento all’incontro che le due donne hanno avuto qualche mese fa, nel corso del quale hanno ampiamente discusso la nuova linea editoriale introdotta dalle riforme proposte dall’Appello, per una tivù pubblica che sappia meglio raccontare le donne, superando gli stereotipi. Infatti, proprio grazie all’iniziativa dell’Appello Donne e Media, è la prima volta nella storia della Rai che una serie di articoli specifici, finalizzati a realizzare una svolta radicale sul modo di rappresentare le donne, sono stati introdotti nel Contratto di Servizio Pubblico, la carta che definisce i doveri dell’azienda in quanto “concessionaria del servizio televisivo di Stato“, ai sensi del Testo Unico della Radiotelevisione.

 

Nella sua missiva, la Tarantola ha assicurato che anche “la proposta per il nuovo testo del Contratto di Servizio (in via di rinnovo poiché ha valenza triennale ed è scaduto a dicembre scorso) accorda ampia attenzione alle questioni di genere“. Confermando quindi l’insieme delle novità introdotte dall’Appello Donne e Media e la “nuova linea editoriale” che ne è scaturita. Ora, la nuova proposta di Contratto deve essere sottoposta al parere vincolante della Commissione parlamentare di indirizzo e controllo. L’Appello Donne e Media, con la Rete delle Associazioni e rappresentanze che ne sostengono gli obiettivi, vigilerà con attenzione sul testo finale, anche con eventuali implementazioni volte a rafforzare ancora l’attenzione di genere introdotta con la succitata linea editoriale.

 

“In miei vari interventi – sottolinea la presidente Rai nella missiva indirizzata alla Cims – ho comunque indicato la linea editoriale che intendo perseguire, caratterizzata dal rispetto della figura femminile, dalla sua corretta rappresentazione e dall’obiettivo di conseguire un vero equilibrio di genere”. “Spero di farLe cosa gradita – prosegue – inviandole copia del testo di un mio recente intervento al Senato in materia”. (Leggi Intervento del Presidente Rai al Senato)

La Presidente della Tivù pubblica, infine, chiede di “fare da tramite e riportare ai firmatari dell’Appello quanto Le sto comunicando, perché il numero delle eMail che sto ricevendo sulla mia casella di posta si sta facendo davvero considerevole e di difficile gestione“.

 

Ecco cosa risponde Gabriella Cims: “Ringraziamo sinceramente la Presidente, Anna Maria Tarantola, per l’attenzione che dedica alle nostre iniziative e ancora una volta ci affidiamo alle pagine di Key4biz quale tramite per comunicare con i sostenitori dell’Appello“.

Proprio la sua aperta sensibilità alla questione che stiamo da anni ponendo, per un sistema mediatico rispettoso della dignità delle donne, ci incoraggia ad andare avanti poiché la realtà è che siamo ancora ben lungi dalla realizzazione di questi sacrosanti obiettivi, anche nella tivù pubblica che pure qualche dovere in più l’avrebbe“.

 

La Cims sottolinea: “Anche se volessi, gentile Presidente, non potrei spegnere con un interruttore la marea di alienazione che pervade le donne e gli uomini sostenitori dell’Appello accendendo la tivù, dove ogni giorno le donne che ci assomigliano non esistono!!! Dove sono le donne che operano, vivono e si impegnano nel nostro Paese, dando un grande contributo di crescita alla società? Rimosse. Si parla quotidianamente di violenza sulle donne, ma cosa dire del “femminicidio mediatico” che certo non aiuta a cambiare la cultura di genere nella società?”.

 

Chiediamo – aggiunge la Cims – una tv che sappia raccontare le donne. La “nuova linea editoriale” che gli articoli proposti dall’Appello Donne e Media hanno introdotto nel 2010, ha cominciato a produrre qualche segnale per noi positivo. Il cambio della conduzione femminile del Festival di San Remo, affidata ad una professionista dello spettacolo, è stato un vero successo; l’eliminazione di Miss Italia ci ha evitato di giudicare le capacità delle giovani donne misurandole in centimetri con un numero appiccicato su un gluteo. Chiediamo tanto? Purtroppo ancora aspettiamo, dal 7 marzo 2012, l’annunciato programma sperimentale sul “Talento delle Donne”: che fine ha fatto? Eppure è evidente che per un tangibile rinnovo culturale che parta dalla tivù di Stato, finanziata anche con i contributi dei cittadini, sarà fondamentale non tanto quanto si eliminerà dai palinsesti, ma quanto di innovativo si introdurrà in termini di  programmi sulle diverse piattaforme tecnologiche di cui l’azienda è ormai dotata. Attendiamo anche un segnale sulla possibile convocazione di un “tavolo di lavoro” dal quale avviare le iniziative per dare impulso alla rieducazione di genere nei media”.

 

La Cims cita il film “Le ali della libertà”, tratto dal libro di Stephen King: “Il protagonista, un carcerato che voleva aprire la biblioteca nella prigione in cui era recluso, inviava una lettera a settimana alle autorità. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione e il finanziamento gli chiesero “adesso cosa farà”? E lui rispose “invierò DUE lettere a settimana, per costruire la più bella biblioteca possibile…”.

 

Gentile Presidente, raccolga questo fiume in piena, ci perdoni per il flusso di email che inonda il suo tavolo. Ma credo convenga con noi che è una “pacifica arma” per un sacrosanto obiettivo: una tv che sappia raccontare le donne. Confidando vivamente nel Suo personale impegno”.

 

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