Unbundling: Non basta il Berec. Per la Commissione Europea rimangono tutti i dubbi su Agcom

di di Raffaele Barberio |

Unica via d’uscita il ritiro della delibera?

Italia


Neelie Kroes

Prosegue la partita istituzionale tra UE e Agcom, scaturita dalla delibera dell’AgCom dello scorso 11 luglio e dedicata ai prezzi dell’unbundling.

L’ultima puntata da Bruxelles è scaturita da una nota in cui la Commissione Europea ha assicurato che ‘…studierà più in dettaglio…’ l’analisi del BEREC diramata il 23 settembre, ma ha anche ribadito la rilevanza della propria Raccomandazione adottata qualche giorno fa e relativa agli obblighi di non discriminazione e le metodologie dei costi più idonei per promuovere la concorrenza, gli investimenti e lo sviluppo della banda larga.

 

Per questo Bruxelles considera la circostanza attuale come un’opportunità appropriata per AgCom per la revisione della regolamentazione del mercato italiano della banda larga per attuare pienamente la raccomandazione e quindi fissare correttamente i prezzi di accesso all’ingrosso alla rete di Telecom Italia in linea con il quadro di regolamentazione Ue.

 

La nota della Commissione Europea è in risposta al parere del BEREC relativo procedimento aperto dalla Commissione Europea lo scorso agosto nei confronti dell’AgCom e riguardante alcuni aspetti tecnici e le condizioni economiche per il 2013 dei servizi di accesso disaggregato all’ingrosso alle reti e sottoreti in rame ed ai servizi di co-locazione (mercato 4), nonché ai servizi bitstream su rete in rame (mercato 5).

 

Il parere del BEREC infatti è un parere, per chi l’ha letto, che non dà alcuna risposta alle osservazioni poste dalla Commissione europea.

 

A questo punto, vista la difficoltà di difesa “d’ufficio” della posizione dell’AgCom, rimane soltanto una via d’uscita che è quella che l’AgCom ritiri definitivamente il provvedimento, rifaccia tutte le analisi di mercato e le rinotifichi a Bruxelles. La revisione del valore WACC dovrebbe portare ad un valore dell’unbundling molto più vicino a quello attuale.

D’altra parte, è altrettanto chiaro che tutto ciò potrà essere fatto con riferimento al 2014 e altrettanto evidentemente non in maniera retroattiva.