Economia e internet, vertice di Parigi. Soddisfazione della Kroes: ‘I Paesi Ue considerano seriamente il digitale’

di Raffaella Natale |

Quello di Parigi, al quale partecipa anche l’Italia, è il primo di una serie di appuntamenti in vista del Consiglio europeo di ottobre. Gli USA attendono con timore.

Francia


Economia

Grande attesa a Parigi per il mini-summit sull’economia digitale previsto stasera, voluto dal Ministro Fleur Pellerin, al quale partecipano i rappresentanti di Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Polonia, Ungheria e Belgio (Leggi Articolo Key4biz).

Per il nostro Paese sono attesi Carlo Calenda, viceministro allo Sviluppo economico e Francesco Caio, commissario del Governo per l’attuazione dell’Agenda digitale (Leggi Articolo Key4biz).

Alla riunione è presente anche il Commissario Ue alla Digital Agenda Neelie Kroes che, come ha spiegato il suo portavoce, “intende consultare gli Stati membri in vista del summit di ottobre”.

Il prossimo mese, i 24 e 25, si terrà, infatti, un Consiglio europeo sulle problematiche del mercato digitale.

Quello di oggi, ha detto ancora il portavoce della Kroes, “sarà il primo di numerosi contributi e indica che i Paesi membri prendono in seria considerazione la questione del digitale, così come sta facendo la Commissione Ue”.

 

Al centro del mini-vertice ovviamente la riforma fiscale e nuove regole che consentano di tassare anche gli Over-The-Top, o come li chiama la Pellerin i GAFA (Google, Amazon, Facebook e Apple), che ricorrono a procedura di profit shifting per evitare le imposte nei paesi europei dove vendono i loro servizi (Leggi Articolo Key4biz).

L’idea della Pellerin, che oggi è accompagnata dal Ministro degli Affari europei Thierry Repentin, è la seguente: le piattaforme digitali dovrebbero essere regolamentate e tassate in funzione del luogo dove i loro utenti usano questi siti e le loro applicazioni. I profitti realizzati sul mercato europeo dovrebbero, quindi, essere tassati e le entrate condivise tra i Paesi membri (Leggi Articolo Key4biz).

 

Secondo un Report di Greenwich Consulting, commissionato dalla Federazione francese delle telecom (FFT), in Francia gli OTT hanno evaso tasse per 1,3 miliardi di euro: nel 2011 Google non ha versato 156,5 milioni di euro di imposte, Apple 310,8 mln, Facebook 21,2 mln e Amazon 7,6 mln.

 

La posizione della Kroes a riguardo è già chiara da tempo. Lo scorso giugno, davanti alla Camera del commercio americana a Bruxelles, ha dichiarato: “Aziende che guadagnano miliardi di dollari non possono versare solo bruscolini al fisco. La Ue deve oggi fare i conti con deficit pubblici notevoli e tanti Stati stanno soffrendo” le conseguenze di una crisi economica impietosa.

“Le società americana – ha puntualizzato la Kroes – devono capire che essere un buon cittadino nella Ue non è compatibile con l’evasione fiscale su larga scala”.

 

La Francia si sta battendo per una profonda riforma sul tema. “Se vogliamo riuscire a imporre regole chiare a queste multinazionali – ha indicato il Ministro Pellerin – il cui potere e capacità di influenzare supera a volte quella dei governi, bisogna agire a livello europeo. L’Europa digitale è una sfida vitale per la nostra economia, la nostra occupazione e la nostra sovranità”.

 

Ma oltreoceano si guarda con preoccupazione al mini-vertice di oggi e alle mosse della Francia contro le web company americane.

Joanna Shields, CEO di Tech City UK e business ambassador per le industrie digitali del Regno Unito, scrive oggi sul Financial Times, che la cosa preoccupante per gli USA è che il governo francese vorrebbe tasse aggiuntive solo per le società di internet e questo “danneggerebbe le startup sia locali che americane”, ostacolando un settore con forte potenziale di crescita. 

Per la Shields, la Francia e la Ue dovrebbero muoversi invece in una altra direzione, cercando di lavorare a nuovi sistemi per supportare l’innovazione e le PMI, agevolando l’accesso al capitale per le startup, aumentando le infrastrutture e migliorando formazione e competenze digitali.

 

Va in questa direzione, sottolinea il FT, il Manifesto lanciato dalla Kroes per rendere l’Europa un continente in grado di stimolare la nascita e la crescita di startup innovative (Leggi Articolo Key4biz). Un’iniziativa che sta raccogliendo migliaia di adesioni e di cui si discuterà anche al Consiglio europeo di fine ottobre.