Rai, il Cda approva il Contratto di servizio. Prossimo step la Commissione di Vigilanza

di Raffaella Natale |

Come annunciato da Catricalà, adesso dovrebbe aprirsi il tavolo tecnico per trovare le giuste soluzioni alla questione canone.

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Il Cda Rai ha approvato la bozza del nuovo Contratto di servizio, con l’unica astensione del consigliere Luisa Todini. Il voto arriva con circa venti giorni di ritardo rispetto ai tempi preventivati. Uno slittamento necessario per apportare altre modifiche.

Il 28 agosto scorso, il dipartimento Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico ha trasmesso alla Rai la seconda bozza del Contratto, con alcune modifiche e una forte scrematura del testo, come ha sottolineato il Viceministro Antonio Catricalà in audizione alla Commissione parlamentare di vigilanza (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il Consiglio di amministrazione ha discusso le norme e le clausole più importanti del Contratto di servizio, avanzando una proposta che gli uffici del MiSE hanno lavorato per ritrasmetterla alla Rai in vista della riunione odierna. Adesso il Contratto sarà trasmesso alla Commissione Vigilanza.

 

Per Catricalà, “si tratta di un documento più aderente agli intendimenti del Governo, che vuole valorizzare quella che è la missione della Rai e i suoi valori. Il Contratto è un buon strumento, non l’unico, per rendere visibile al pubblico la missione di servizio pubblico dell’azienda di viale Mazzini”.

 

Come ha annunciato il Viceministro, adesso dovrebbe essere aperto un tavolo tecnico sul canone, del quale faranno parte i tecnici dell’Agenzia delle Entrate, di tutti i Ministeri interessati e i commissari della Vigilanza, “per trovare insieme la soluzione adeguata” con l’obiettivo di “pagare meno ma pagare tutti“.

 

“Il governo può sicuramente chiedere alla Rai che ogni cittadino venga informato in modo semplice e immediato se un programma è finanziato con canone o pubblicità“. Le modalità spetteranno poi all’azienda, perché si tratta di una scelta di carattere editoriale.

 

Ma prima di tutto, ha precisato Catricalà, “è fondamentale definire cosa si intende per servizio pubblico” e farvi sicuramente rientrare, ha aggiunto, anche l’alfabetizzazione digitale o altro, come la musica. “Aprirò il tavolo dopo che avremo messo i cittadini nella condizione di sapere cosa pagano con il canone”.