Mercato unico tlc: pro e contro del nuovo pacchetto secondo il BEREC

di Alessandra Talarico |

Diverse le problematiche messe in evidenza dal BEREC, che si sommano a quelle evidenziate nei giorni scorsi da diversi analisti e operatori di settore.

Unione Europea


BEREC

E’ un giudizio in chiaro scuro quello che il BEREC ha reso pubblico oggi sulla proposta di Regolamento della Commissione europea volta a realizzare un mercato unico digitale e un continente connesso.

L’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche parte da un dato positivo: “Berec sostiene gli obiettivi della Commissione per promuovere il mercato unico e assicurare condizioni ottimali per incrementare gli investimenti nel settore, nell’interesse dei consumatori europei e dell’intera economia”.

Tuttavia, e qui cominciano le ‘preoccupazioni’, la proposta – spiega il BEREC – è stata predisposta forse con troppa fretta “senza un’adeguata spiegazione e la piena esplorazione delle potenziali conseguenze”, ancor più se si considera il fatto che tale proposta “rappresenta un allontanamento dall’attuale approccio, basato su una regolamentazione pro-competitiva, verso uno che favorisce il consolidamento del mercato”.

I regolatori europei sono inoltre preoccupati che il cosiddetto ‘pacchetto Kroes’ possa in qualche modo compromettere “l’integrità del quadro europeo e i risultati raggiunti finora” in termini di “investimenti, competizione e vantaggi per i consumatori”.

A questo proposito, aggiunge, contraddicendo le notizie circolate finora “è anche importante sottolineare che lo stato del settore non è così tetro come è stato ipotizzato”.

A tale riguardo, Berec cita lo studio della stessa Commissione ‘Quality of Broadband Services in the EU March 2012′, secondo cui la banda europea offre velocità maggiori a prezzi più contenuti che negli Usa.

 

E ancora, sostiene BEREC, “la proposta rischia di pregiudicare la certezza del diritto” in contraddizione con gli obiettivi dichiarati dalla Commissione di voler creare un ambiente regolamentare prevedibile. Condizione, questa, essenziale per la promozione di investimenti efficienti e di una concorrenza efficace.

A ciò è da aggiungere la considerazione che così com’è, la proposta rappresenta “un aggregato di diverse misure non collegate fra loro mentre il framework europeo è un ecosistema regolamentare complesso che dovrebbe essere affrontato come un insieme coerente”.

Pollice verso anche per quelle proposte che darebbero vita a “un sostanziale cambiamento nel rapporto di potere tra la Commissione, gli Stati membri e le autorità di regolazione nazionali che accentrerebbe le competenze a livello comunitario”.

Proposte che, secondo il parere del Berec, “rischiano di compromettere la capacità dei regolatori nazionali agire in maniera appropriata e proporzionata in tutti i mercati rilevanti”.

 

BEREC sottolinea inoltre il fatto che l’iniziativa non sia stata sottoposta a consultazione pubblica e che la nella sua elaborazione lo stesso organismo dei regolatori non sia stato coinvolto.

Come risultato, “la Commissione non ha avuto l’opportunità di testare fino a che punto le proposte potranno raggiungere gli obiettivi desiderati né fino a che punto esse siano concretamente realizzabili o efficaci, né farsi un’idea sulle possibili conseguenze impreviste”.

 

Diverse, quindi, le problematiche messe in evidenza dal BEREC, che si sommano a quelle evidenziate nei giorni scorsi da diversi analisti e operatori di settore.

La proposta, che dovrà ora passare al vaglio del Parlamento e degli Stati membri, secondo le intenzioni del Commissario Neelie Kroes dovrebbe essere approvata prima della fine di questo mandato, così da consentire all’Europa di recuperare il divario che la separa dalle altre economie avanzate (Leggi articolo Key4biz).