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Roaming, il Parlamento Ue: ‘Va abolito entro il 2015’

Unione Europea


Il mercato unico delle telecomunicazioni passa necessariamente dalla fine delle tariffe di roaming. Ne sono convinti gli europarlamentari, che hanno approvato una risoluzione sul futuro dell’Agenda Digitale per l’Europa, di cui è stato relatore ombra per il Gruppo S&D l’europarlamentare del Pd Francesco De Angelis, membro della Commissione Industria, Ricerca ed Energia.

Secondo De Angelis, il pacchetto Kroes va nella direzione giusta, ma “dilata i tempi di attuazione” rispetto a quanto proposto dallo stesso Commissario alla vigilia della pausa estiva.

Il regolamento approvato ieri prevede l’abolizione – dal 1°luglio 2014 – delle tariffe applicate alla chiamate ricevute quanto ci si trova all’estero. Gli operatori potranno scegliere tra due opzioni: l’offerta ai clienti di abbonamenti validi in tutta Europa (parla ovunque come a casa), oppure consentire ai loro clienti di “dissociare” i piani tariffari, ossia selezionare un diverso fornitore per il roaming che offre tariffe inferiori (senza dover acquistare una nuova scheda SIM).

 

La Risoluzione approvata oggi ribadisce invece l’obiettivo dell’abolizione totale del roaming entro il luglio 2015, “da programmare – ha spiegato l’europarlamentare – e attuare sulla base di una effettiva riduzione dei prezzi di vendita all’ingrosso tra operatori. Con la proposta della Commissione si riducono i prezzi del mercato all’ingrosso, ma non abbastanza”.

 

Secondo De Angelis, ben venga una strategia che favorisca il consolidamento degli operatori più grandi così che possano competere con i concorrenti internazionali. Ma questo, ha concluso “non deve avvenire a scapito dei criteri di concorrenza interna, perché a rimetterci in prezzi e qualità dei servizi sarebbero soprattutto i milioni di utenti nei 28 Stati membri”.

 

Il relatore della risoluzione, il danese Jens Rohde ha sottolineato che non è più accettabile che i cittadini europei siano costretti a spegnere il loro smartphone o il tablet quando si trovano all’estero per paura di incorrere in costi da ‘shock’.

“L’Europa – ha detto – è stata pioniera dell’industria mobile globale nel primi anni 90, ma oggi paga il prezzo di un mercato troppo frammentato che mal si adatta alla competizione globale”.

Secondo Rohde, i margini eccessivi sul roaming – che arrivano a rappresentare fino al 10% dei profitti totali degli operatori – sono una delle ragioni per cui non esiste un mercato unico.

Per questo motivo, “il gap tra le tariffe nazionali e il roaming deve essere colmato entro il 2015”.

 

Il parlamento europeo e il Consiglio devono ancora esaminare la proposta presentata ieri da Neelie Kroes, ma è certo, ha concluso De Angelis, che “il Parlamento chiederà alla Commissione europea di ingranare la quinta marcia sulla riforma del mercato digitale europeo”.

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