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Economia digitale e fisco, gli ‘esperti’ francesi consigliano: nessuna tassa sulle PMI per non fermare l’innovazione

Francia


Un Rapporto di 120 pagine, per riformare le leggi francesi sul fisco e adattarle all’era digitale, è quello consegnato stamani nelle mani dei Ministri Bernard Cazeneuve e Fleur Pellerin, del Bilancio e dell’Economia digitale.

Il documento, redatto dal Consiglio Nazionale del Digitale (Conseil national du numérique -CNN), è frutto delle audizioni effettuate nel corso degli ultimi sei mesi e del gruppo di lavoro sul fisco del CNN, presieduto da Godefroy Beauvallet, direttore dei fondi AXA per la ricerca.

Tra le misure indicate: il rifiuto di introdurre una specifica tassa per il settore e il rafforzamento della cooperazione a livello europeo.

Il governo dovrebbe portare le proposte del CNN al prossimo Consiglio dei Ministri europei dedicato al digitale, che si terrà il 24 e il 25 ottobre.

 

Il Consiglio nazionale del digitale raccomanda, quindi, al governo di non introdurre una nuova tassa. Secondo il parere degli esperti, peserebbe soprattutto sulle PMI e frenerebbe l’innovazione, senza alcuna garanzia di equilibrio tra i player del settore.

Sarebbe, invece, più utile usare gli strumenti a disposizione del governo e aumentare i controlli fiscali sulle “aziende non cooperative e/o in situazione di possibile abuso di posizione dominante”.

 

Sempre secondo il CNN, la Francia dovrebbe puntare a proposte concrete a livello internazionale e basarsi sul lavoro accademico e scientifico. Anche il Rapporto Colin e Collin, presentato a inizio d’anno e che contiene interessanti proposte, dovrebbe ricevere il lascia passare dei professori universitari (Leggi Articolo Key4biz).

 

Nei prossimi diciotto mesi i lavori saranno intensi e andranno nella direzione di suggerire possibili soluzioni per introdurre una tassa europea sui dati personali degli utenti. Al vaglio diversi concetti come, per esempio, la nozione ‘tracce digitali‘.

Senza attendere le decisioni dell’Ue o dell’OCSE, la Francia potrebbe già avviare una forte cooperazione con alcuni ‘Paesi amici’, come la Germania o il Regno Unito, che desiderano agire contro le pratiche di ottimizzazione fiscale messe in atto da alcune multinazionali americane (Leggi Articolo Key4biz).

La Francia potrebbe anche pensare a una tassa sulle transizioni finanziarie al fine di convincere 4 o 5 Paesi a firmare un accordo comune in materia di fisco.

C’è da dire che sono già state adottate alcune misure di contrasto agli ‘Stat-tunnel’, che ‘favoriscono le pratiche fisali aggressive’.

 

Il CNN raccomanda, infine, d’aumentare la vigilanza sull’effettiva riforma dell’IVA a partire dal 2015 (le aziende dovranno pagare l’IVA nel Paese di consumo e non più nei Paesi dove sono domiciliati).

Tra le proposte anche quella di costituire una banca dati, aperta e condivisa, come quella suggerita dall’OCSE: le aziende sarebbero obbligate a dichiarare pubblicamente le loro attività Paese per Paese.

Il CNN evidenzia poi la necessità di favorire la nascita di forte mercato digitale europeo.

L’azione fiscale a livello europeo deve essere accompagnata da misure di sostegno per le imprese. Una strategia industriale, quindi, capace di far emergere i leader del futuro e concorrere con le multinazionali americane.

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