Rai, tra conti in rosso e possibile indagine Ue sul canone. Gubitosi: ‘E’ una tassa e va pagata’

di Raffaella Natale |

Monta la polemica dopo la decisione del Parlamento Ue di accogliere la petizione della Lega di abolire il canone Rai.

Italia


Luigi Gubitosi

Continua la polemica dopo la notizia che la proposta della Lega di abolire il canone Rai è stata accolta dal Parlamento Europeo che ha ufficialmente dichiarato ammissibile la petizione promossa dall’eurodeputato leghista Mara Bizzotto e dal CLIRT (Comitato per la Libera Informazione Radio Televisiva) di Marostica, in provincia di Vicenza. E’ stato quindi chiesto alla Commissione Ue di aprire un’indagine sulla questione.

 

Una posizione non condivisa dal direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, che in un’intervista a Repubblica Tv commenta: “A me risulta che il canone sia una tassa e le tasse vanno pagate. Trovo molto grave che qualcuno inviti a non pagarle”.

 

La petizione, sottoscritta da migliaia di persone, era stata depositata nel dicembre 2012 per chiedere l’abolizione del canone e l’apertura di una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia per violazione della libera concorrenza.

La Commissione Petizioni dell’Europarlamento, presieduta da Erminia Mazzoni (Pdl), ha dato il via libera ufficiale all’ammissibilità delle questioni sollevate.

Soddisfazione della Bizzotto che ha parlato di “risultato storico” che “premia la nostra battaglia per cancellare la tassa più odiata dagli italiani”.

“Dall’Europa – ha aggiunto – arriva una decisione storica che, per la prima volta, mette in discussione l’anomalia tutta italiana del Canone Rai. Una prima volta che infrange finalmente quel muro di gomma che ha sempre avvolto questa vera e propria ‘rapina di Stato’ che, si badi bene, ruota attorno ad un Regio Decreto del 1938″.

 

L’europarlamentare spiega che “La Rai non è e non fa servizio pubblico, è il totem della lottizzazione partitocratica e, per numero di assurdità e disservizi, il canone Rai è un caso unico al mondo: basti pensare alle migliaia di famiglie costrette a pagare il canone pur non ricevendo nei propri televisori il segnale dei canali Rai, o alle centinaia di migliaia di aziende sottoposte alla porcheria del cosiddetto ‘canone speciale’ “.

 

E proprio riguardo alle difficoltà di tanti telespettatori a ricevere i canali Rai dopo il passaggio al digitale terrestre, il Dg ricorda che, per migliorare il segnale, a luglio è stato firmato un accordo con il Ministero dello Sviluppo economico e l’Agcom.

Per un problema di antenne è a disposizione dell’utente un call center che interviene con l’assistenza tecnica (Leggi Articolo Key4biz).

 

Alla polemica sulla petizione anti-canone si aggiunge quella riguardante i conti, ancora in rosso, che la Rai ha presentato venerdì scorso.

Nel primo semestre 2013 l’azienda pubblica ha, infatti, registrato un risultato netto con una perdita 3,2 milioni di euro. I ricavi complessivi del gruppo si sono ridotti di circa 50 milioni di euro rispetto al 2012. Il risultato operativo è stato di 28,6 milioni. L’indebitamento è stato di 70,3 milioni. Il risultato netto del semestre – spiega la Rai in una nota – ha riportato una perdita 3,2 milioni di euro a fronte di un risultato negativo, nello stesso periodo dello scorso anno, di 129 milioni di euro.

 

“Al miglioramento gestionale – precisa la Rai – hanno concorso l’assenza dei grandi eventi sportivi (Campionati Europei di calcio) e importanti azioni di controllo sui costi. Questo nonostante una riduzione dei ricavi complessivi del gruppo di circa 50 milioni di euro rispetto al 2012, determinati principalmente dall’ulteriore contrazione del mercato pubblicitario”. Il risultato operativo del primo semestre – si legge ancora – è stato pari a 28,6 milioni di euro (115,2 perdita operativa 2012) con un miglioramento di 143,8 milioni.

 

In particolare il consuntivo del secondo trimestre 2013 ha fatto segnare un utile netto pari a 3,2 milioni di euro in miglioramento sia rispetto al primo trimestre, nel quale si era registrata una perdita di 6,4 milioni di euro, sia rispetto al secondo semestre del 2012 in cui la perdita fu di 117 milioni di euro. Nel complesso, prosegue l’azienda, “tali risultati confermano l’andamento indicato nel piano industriale che prevede per il 2013 un risultato operativo positivo e un pareggio del risultato netto nel 2014″.

 

L’indebitamento netto consolidato al 30 giugno è stato pari a 70,3 milioni di euro – conclude la nota – rispetto ad una posizione di 366,2 milioni di euro al 31 dicembre 2012, “in riduzione principalmente per motivi stagionali”.

 

Oltre alla semestrale il Cda ha discusso del contratto di servizio tra Rai e Ministero dello Sviluppo economico, chiedendo modifiche alla bozza, in particolare in merito alla riconoscibilità dei programmi finanziati con il canone, e rimandando il via libera alla prossima riunione.