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Sirmi: mercato ICT ancora in calo. Segnali di recupero solo per tablet e cloud

Italia


Il mercato ICT italiano, chiuderà il 2013 ancora col segno meno a -2,1% ma per chi volesse vedere il bicchiere mezzo pieno, si cominciano a intravedere timidi segnali di recupero visto che il calo è più contenuto rispetto alla variazione anno su anno del 2012 sul 2011 che si era attestata al -3,5%.

 

È quanto emerge dall’analisi Sirmi relativa al secondo trimestre 2013 e secondo cui tra aprile e giugno il mercato ha segnato un a decrescita del 2,5% rispetto all’analogo trimestre del 2012 con un volume totale di Spesa End User di 13,9 miliardi di euro circa rispetto ai 14,2 miliardi dello scorso anno.

 

Dal calo generale non è esente il mercato Tlc, che evidenzia nel secondo trimestre 2013 un calo del 2,4%, con la componente fissa che perde il 2,8% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e quella componente mobile che decresce del 2,2%.

 

Esclusa la componente Software, che chiude il trimestre su livelli sostanzialmente piatti (la spesa end user è cresciuta dello 0,1% a poco più di 4 miliardi) tutte lecomponenti del mercato chiudono con segno negativo.

La performance peggiore si registra nel segmento Hardware a -4%. Un risultato peraltro sempre attenuato dalla crescita esponenziale dei Tablet.

 

Per quanto riguarda le stime sull’intero anno 2013, Sirmi intravede segnali leggermente positivi solo per i Tablet nel segmento PC e i servizi di Cloud Computing nel segmento dei Servizi di gestione.

Per il Cloud, in particolare, Sirmi prevede un volume di spesa di 835 milioni di euro, con un incremento del +18,2% rispetto ai 706 milioni di euro del 2012.

 

Nella sua analisi, Sirmi sottolinea infine che “…non è corretto dire che la crisi economica ha bloccato totalmente la domanda di ICT ed ‘ingessato’ il settore. Le aziende hanno modificato le loro richieste ai fornitori IT, spostando l’attenzione dai processi di business alle persone, dalla gestione ottimizzata delle infrastrutture ICT al valore generato dall’uso delle stesse”.

“A fronte dei cambiamenti in atto nelle imprese utenti, gli operatori sono oggi impegnati nella ridefinizione del loro modello di business, per colmare il gap che si sta formando tra domanda e offerta. I fornitori più accorti hanno riformulato o pensano di riformulare il portafoglio d’offerta partendo da ciò di cui i Clienti hanno realmente bisogno e per cui sono disposti a definire nuovi modelli e processi di fruizione dell’IT: è su questo infatti che i clienti sono disposti a spendere e ad investire”, conclude l’analisi (A.T.)

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