Un Manifesto per fare dell’Europa un continente per startup

di Alessandra Talarico |

Creare nuove imprese richiede un cambio di passo della politica, ma anche di mentalità. Questo l’obiettivo del Manifesto nato dalla piattaforma Leaders Club, lanciata da Neelie Kroes a marzo col supporto di alcuni dei giovani imprenditori europei.

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Sono finiti i tempi in cui erano le grandi aziende e lo Stato a creare occupazione: i milioni di posti di lavoro che sono andati persi negli ultimi 5 anni difficilmente torneranno nella loro vecchia forma e l’Europa – che pure ha posto l’imprenditorialità tra le competenze chiave per l’occupazione e la crescita – non  è riuscita a stimolare come avrebbe voluto la creazione di aziende innovative come invece è accaduto oltreoceano.

Creare nuove imprese e startup richiede dunque un cambio di passo della politica, ma anche di mentalità, ed è questo l’obiettivo del Manifesto per l’imprenditorialità e l’innovazione nato dallo Startup Europe Leaders Club, una piattaforma lanciata dal Commissario Neelie Kroes a marzo col supporto di alcuni dei giovani imprenditori europei – quali Zaryn Dentzel (fondatore e CEO di Tuenti),  Daniel Ek (co-fondatore di Spotify); Kaj Hed (presidente di Rovio); Lars Hinrichs (fondatore e CEO di HackFwd); Martin Lorentzon (co-fondatore di Spotify) – che sono la ‘prova vivente’ che diventare web-imprenditori si può e può essere anche estremamente gratificante.

 

Il Manifesto, basato sulle raccomandazioni di questi e altri giovani imprenditori e rafforzato dal supporto del Founders Forum di Londra, identifica 22 azioni che messe insieme e sostenute da imprenditori, investitori, consulenti e altri stackholder, potrebbero risollevare le sorti dell’imprenditorialità innovativa made in Europe.

 

La prima e più importante tra queste raccomandazioni riguarda proprio la necessità di educare i bambini fin da piccoli all’imprenditorialità e all’uso delle nuove tecnologie in funzione del business: “Non possiamo pretendere che un 12enne fondi la sua azienda ma ogni 12enne dovrebbe sapere cosa significa prendere un’idea e trasformarla in qualcosa da offrire alla gente sotto forma di prodotto o servizio; deve sapere che gli strumenti ci sono ma che serve anche la passione”.

E invece, allo stato attuale risulta che il 20% degli studenti delle scuole superiori non hanno usato mai o quasi mai un Pc a scuola.

Essenziale, quindi, colmare il gap tra le esigenze dei datori di lavoro e le competenze dei dipendenti: il 26% dei datori di lavoro in Europa, ha difficoltà a reperire dipendenti con competenze adeguate al tipo di lavoro richiesto. Per questo motivo, molti aspiranti imprenditori semplicemente lasciano l’Europa:  sono circa 50.000 i tedeschi nella Silicon Valley, e sono circa 500 le start-up nella zona di San Francisco fondate da imprenditori francesi.

Il Manifesto consiglia quindi di realizzare una sorta di ‘visto’ paneuropeo che permetta agli imprenditori esteri di avviare le loro aziende nel continente e a quelli europei di assumere lavoratori extra-Ue. I paesi europei dovrebbero inoltre fare in modo di riportare a casa i cervelli fuggiti oltreoceano attraverso assegni di ricerca, supporto logistico e riconoscimento pubblico del loro talento.

Altro elemento essenziale per rilanciare gli investimenti e l’innovazione è l’accesso al capitale, cercando di incrementare, tra le altre cose, gli investimenti pubblici e privati nelle startup.

 

Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, l’Internet economy crescerà ad un tasso annuale dell’8% nei prossimi 5 anni nei paesi del G20 e del 18% nei paesi in via di sviluppo.

L’Europa, tuttavia, deve fare di più per sostenere il potenziale di questo settore: “dobbiamo assicurarci di avere le politiche, le modalità operative e l’ambizione di avere successo. Dobbiamo affrontare il fatto che l’Europa al momento non crea nuove imprese destinate a crescere, come avviene invece in altre parti del mondo, né è in grado di assicurare ai giovani imprenditori un ambiente startup friendly”, dicono i promotori del Manifesto

 

“E’ il momento di cambiare – ha commentato ieri Neelie Kroesdi abbattere ogni barriera che ci impedisce di crescere e di creare un continente connesso e competitivo…E’ ora – ha concluso – di riconquistare la leadership globale e riavviare il motore della nostra economia”.

 

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