Unbundling, la Ue blocca l’abbassamento di tariffe del regolatore austriaco: ‘In Europa solo prezzi omogenei’

di Alessandra Talarico |

Secondo le valutazioni della Commissione Ue, la decisione dell’Autorità austriaca potrebbe non essere compatibile con le norme comunitarie e ostacolare gli investimenti nella banda larga, creando inoltre barriere artificiali nel mercato interno.

Austria


Neelie Kroes

La Commissione europea ha sospeso la proposta del regolatore austriaco delle telecomunicazioni (TKK) relativa al calcolo delle tariffe che l’operatore dominante, Telekom Austria, fa pagare agli altri operatori per utilizzare la propria rete a banda larga. Secondo l’esecutivo, l’approccio dell’Autorità di settore potrebbe non essere compatibile con le norme comunitarie e ostacolare gli investimenti nella banda larga, creando inoltre barriere artificiali nel mercato interno.

 

“Prezzi di accesso disomogenei nella Ue hanno un effetto negativo sugli investimenti nelle reti di nuova generazione. La proposta del TKK deve fornire a operatori nazionali e multinazionali il giusto incentivo per sostituire la vecchia rete in rame con le nuove tecnologie e garantire stabilità e prevedibilità”, ha affermato Neelie Kroes, con un richiamo che non può non rimandare anche al dibattito in corso in Italia sulle nuove tariffe proposte dall’Agcom.

 

La scelta della metodologia da applicare, riconosce la Commissione, sta al regolatore nazionale, ma l’esecutivo ritiene che il TKK non abbia fornito prove sufficienti a giustificare questa scelta. Nelle nuove raccomandazioni, che saranno varate il 10 settembre prossimo nell’ambito del pacchetto Tlc che Bruxelles sta mettendo a punto, si afferma tra l’altro il principio secondo il quale la stabilità dei prezzi dei servizi in rame è una delle condizioni necessarie per sviluppare una sana concorrenza e favorire gli investimenti nelle reti e nei servizi di futura generazione.

 

“Sebbene prezzi di accesso bassi possono promuovere la concorrenza a breve termine, questi sono suscettibili di ostacolare l’innovazione e l’efficienza degli investimenti nelle nuove infrastrutture e, in ultima analisi, possono impedire agli operatori di recuperare i costi dei loro investimenti. Un altro svantaggio di questo approccio è che non contribuisce a un contesto stabile e prevedibile per Telekom Austria e gli operatori alternativi poiché i prezzi ottenuti dalla compressione dei margini possono essere rivisti annualmente. Infine, gli operatori nazionali e stranieri sarebbero meno incentivati ​​a investire in Austria, e questo avrebbe un impatto negativo sui mercati di telecomunicazione transeuropei”, ha spiegato la Commissione in una nota.

 

Il regolatore austriaco ha ora tre mesi per discutere con la Commissione europea e l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) per giungere a una soluzione. Nel frattempo, l’attuazione della proposta, notificato lo scorso 25 giugno, è sospesa.